Corriere della Sera, 3 marzo 2024
Cecchi Gori, il ritorno a casa : sto bene e ho votato agli Oscar
«Sto pensando a quest’ estate, mi sto organizzando per trovare un posto dove trascorrere qualche giorno al mare, dove possano venirmi a trovare gli amici e sia adatto ad ospitare i miei cani, senza di loro non posso stare». Lo troviamo seduto su una poltrona mentre parla tranquillamente al telefono. È tornato a casa e sta meglio, Vittorio Cecchi Gori. Lo abbiamo incontrato insieme al suo medico e amico Antonio De Luca che gli è stato sempre accanto durante questi anni e anche nell’ultimo periodo di malattia, quando l’ex produttore e patron della Fiorentina è stato ricoverato per una ventina di giorni (dal 4 febbraio) al Policlinico Gemelli di Roma per una grave insufficienza respiratoria. Ad aprirci la porta del suo attico ai Parioli con vista a perdita d’occhio sulla città eterna, è il suo fidato collaboratore Colin, insieme ai quattro piccoli schnauzer nani a cui Cecchi Gori è legatissimo.
Come si sente? Cosa dicono i medici?
«Sto bene, devo ringraziare il professor Massimo Antonelli, a capo della terapia intensiva del Gemelli che ha capito subito le criticità e mi ha dato la terapia giusta. Si deve parlare bene della sanità pubblica, ci sono eccellenze straordinarie. Con qualche piccolo aiuto già cammino discretamente ma dovrò fare un po’ di fisioterapia».
Cosa ricorda di quella domenica pomeriggio in cui non si è sentito bene?
«Non riuscivo a stare in piedi, avevo la pressione bassissima, poi ho solo qualche immagine del reparto d’ospedale. Ho trascorso una notte nella degenza ordinaria e poi mi hanno trasferito in terapia intensiva dove sono stato dieci giorni. Non era la prima volta che sono stato ricoverato lì. Nel 2017 fui portato d’urgenza proprio da Antonio (De Luca ndr), che riconobbe in tempo i sintomi di un’ischemia cerebrale, poi di nuovo nel 2020. E quando esco dico a tutti: “Grazie, sono ancora vivo”. E grato anche a mia madre Valeria, una tempra incredibile, se non avesse fumato tutta la vita, sarebbe ancora qui. Mio padre Mario invece, aveva il vizio di mangiare troppo e quello ha compromesso la sua salute».
Lei è un produttore da Oscar e ha lavorato con attori straordinari. Con chi è rimasto in contatto o ricorda con più affetto?
«Certamente Benigni, Troisi e De Niro, ma, a parte il povero Massimo che non c’è più, non sento mai nessuno. Dopo le mie vicende giudiziarie si sono allontanati quasi tutti. Ma il cinema resta il mio mondo e quello americano si ricorda ancora di me. A Hollywood c’è un parcheggio riservato a mio nome e ho appena votato per l’Oscar perché sono nella giuria»
Chi ha votato?
«La zona d’interesse, di Jonathan Glazer ma anche per Poor Things (Povere creature!) con Emma Stone che ho trovato straordinaria».
Ex proprietario della Fiorentina e super tifoso. Perché recentemente ha dichiarato che rifiuta il calcio?
«Forse ho un po’ esagerato, ma la delusione c’è. Oggi i soldi e il business a tutti i costi hanno preso il posto della passione autentica, ma amo ancora la Fiorentina».
Le donne della sua vita, Rita Rusic e Valeria Marini, le stanno sempre vicino. Come spiega questa dedizione che è tutt’altro che scontata in altre relazioni?
«Sì è vero, loro sono presenti nella mia esistenza, ma oggi molto meno che in altri momenti».