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 2024  marzo 03 Domenica calendario

In morte di Iris Apfel, aveva 102 anni

Gli occhiali neri tondi giganteschi a incorniciare lo sguardo vivacissimo che fissava l’interlocutore come un laser, quegli occhi di un verde acquamarina impossibile che furono il segreto della lunghissima vita di Iris Apfel, morta l’altroieri a Palm Beach, Florida, suo buen retiro invernale, a 102 anni e mezzo; arredatrice d’interni, stilista, imprenditrice, consigliera dei grandi della moda, modella messa sotto contratto a 97 anni, influencer. Il mondo ha saputo della sua scomparsa da Instagram, 3 milioni di follower e un potere notevole gestito con il solito sense of humour. La sua «bio» recita: more is more & less is a bore, il più è più e il meno è una noia, per lei che fu profetessa del massimalismo dei colori, della fantasia, del divertimento.
Laureata in storia dell’arte, sposata con l’imprenditore tessile Carl che la lasciò vedova a 94 anni (lui ne aveva 100), fornitrice di tessuti preziosi per nove presidenti americani e per i ricchi e famosi del mondo, il Ritz di Parigi e i saloni della haute couture. Apfel ha avuto una vita inimitabile perché inimitabile era il suo stile, la grossa gioielleria chunky che lei portava alcuni decenni prima che diventasse di moda, la zazzera bianchissima e corta, il richiamo a una moda senza taglie precise («Mica siamo tutte alte e filiformi») decenni prima che si parlasse d’ inclusività, le stampe, i ricami, i colori, laboratorio ambulante di idee sullo stile che lei si divertiva a sintetizzare in modi sempre buffi, fuoriclasse del branding per i suoi clienti e ovviamente per sé stessa, filosofa: «Joie de vivre significa “vedere sempre il bicchiere mezzo pieno”, in francese», «meglio felici che ben vestite».
Capì l’importanza delle celebrities già una settantina d’anni fa, e subito il potere dei social media. Grazie al bel documentario girato su di lei dal maestro Albert Maysles trovò un pubblico ancora più grande, il contratto con l’agenzia di modelle Igm: Iris sulle copertine, Iris alla fashion week, Iris da Balthazar, Iris al Met con una mostra destinata a restare (Rara Avis: Selections From The Iris Barrel Apfel Collection), Iris su AD che mostra la sua casa incredibile tra Venezia di Tintoretto e Versailles e la Sicilia barocca e i quadri e i tappeti e la grande biblioteca e i gioielli di bachelite colorati come caramelle.
Iris che, come ultimo post su Instagram firmato da lei, lascia quello della torta con «102 e ½» perché da Alice nel paese delle meraviglie festeggiava anche il mezzo compleanno, come i bambini che non vedono l’ora di diventare grandi.
«Iris Apfel è diventata un’icona della moda famosa in tutto il mondo grazie al suo incredibile talento non solo come artista, ma come influencer — ha detto ieri Tommy Hilfiger – Ha avuto un effetto straordinario su così tante persone, con il suo cuore immenso e il suo tocco magico». Dopo una vita così, lunga più di un secolo, cosa resta? La gratitudine, come ha spiegato l’amica stilista Jenna Lyons: «Grazie per aver condiviso tanta bellezza».