Corriere della Sera, 3 marzo 2024
L’Italia abbatte un drone
Ieri pomeriggio un oggetto volante è entrato negli schermi radar del cacciatorpediniere italiano Duilio. Il mare sullo stretto di Bab el Mandeb, all’imboccatura meridionale del Mar Rosso, era appena increspato, il vento però soffiava forte, con raffiche fino a 40 chilometri all’ora. La direzione, la velocità e la dimensione dell’oggetto hanno lasciato pochi dubbi. Era un drone. I computer hanno ricostruito la sua traiettoria, dalle coste dello Yemen sotto il controllo degli Houthi fino ad incrociare la nave italiana. Troppo da vicino.
La Caio Duilio ha quasi 200 marinai a bordo e fermare missili, siluri o droni è il loro mestiere. Hanno 5 cannoni e 45 missili pronti a sparare. Il tempo di qualche verifica ed è arrivata la decisione di abbattere il drone. Gli artiglieri hanno inquadrato l’obiettivo e distrutto la minaccia quando era ancora a sei chilometri dalla nave. Considerando la velocità del piccolo aereo senza pilota, era ancora una questione di pochi secondi prima dell’impatto. Il ministro degli Esteri Tajani si è congratulato con il collega alla Difesa Crosetto, gli ammiragli Cavo Dragone e Credendino.
«La Marina militare difende il diritto alla libera navigazione nel Mar Rosso dagli attacchi degli Houthi» ha detto Antonio Tajani.
È la prima volta che una nave italiana si trova nel mirino di un ordigno delle milizie Houthi. Da dicembre anche la nostra Marina partecipa alla missione internazionale per proteggere la navigazione nelle acque dello stretto tra Penisola arabica e Africa. E proprio la Caio Duilio potrebbe diventare l’ammiraglia della nuova missione europea Aspides (scudi, ndr) per salvaguardare il traffico merci tra Asia ed Europa così importante per la nostra economia.
Gli Houthi hanno annunciato prima di voler colpire solo le navi che commerciano con Israele per costringerlo ad interrompere la guerra a Gaza, poi anche quelle militari che le difendono.
Gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e pochi altri Paesi hanno già più volte bombardato il territorio dello Yemen sotto controllo della milizia. Ma sono molti gli esperti che dubitano dell’efficacia di questi attacchi per frenare i droni e i siluri degli Houthi. L’Italia, invece, partecipa a missioni che non prevedono attacchi ad obiettivi a terra, ma solo azioni difensive della navigazione commerciale.
Gli Houthi sono una milizia sciita che ha combattuto per oltre un decennio la guerra civile dello Yemen. Finanziati e in parte addestrati dall’Iran, fanno parte della costellazione di milizie proxy di Teheran. Nel 2017 hanno conquistato la capitale Sanaa uccidendo Ali Abdullah Saleh, ex presidente e loro stesso ex alleato. Bombardati da una coalizione a guida saudita hanno resistito e continuato ad allargare il loro controllo sul Paese. La guerra ha costretto lo Yemen ad anni di fame e distrutto le già scarse risorse del Paese. Poco prima dell’invasione israeliana di Gaza, però, gli Houthi stavano per raggiungere un’intesa di pace con Riad.
Il gruppo integralista sciita giustifica i blitz nel Mar Rosso con i massacri israeliani di civili palestinesi: «Ci fermeremo solo con il cessate il fuoco a Gaza. La solidarietà del popolo yemenita con i fratelli palestinesi non verrà meno».