Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2024  marzo 02 Sabato calendario

I fan del generale

milano In prima fila, seduta ad ascoltare il generale Roberto Vannacci che, da uno showroom di via Gonzaga a Milano, illustra le sue teorie sul «mondo al contrario», c’è Sylvie Lubamba, 52 anni, ex showgirl e modella. «Sono qui a sostegno del generale e, in quanto “negra” (usa proprio questa parola, ndr) non mi sento assolutamente offesa da alcune frasi che invece hanno offeso Paola Egonu, che lo ha querelato. Sono italiana, nata e cresciuta a Firenze da genitori congolesi, eppure mi rendo conto che Vannacci ha detto la verità: io – conclude – non ho i lineamenti di un’italiana». Anche lei, come tutte le altre oltre 60 persone presenti in sala, ha pagato un biglietto da 30 euro per entrare, in seguito al quale si veniva indirizzati a un form online che richiedeva dati e mail. Qualche fila dietro sono seduti alcuni ex parà, si riconoscono dal basco. «Sono venuto da Castelletto sopra Ticino, vicino Novara, per vedere Vannacci, lo seguirei in cima al mondo», esordisce uno di loro. Che sarebbe persino felice di votarlo «a patto che non si candidi con la Lega: in quel caso sarei in difficoltà». «Noi – aggiunge un altro – vorremmo che facesse un partito suo». Perché? «Perché è l’unico che dice le cose come stanno», gli fa eco un quinto «vannacciano doc», che con l’Esercito e i parà non ha nulla a che fare («ma mi hanno sempre affascinato», confessa).
Sul palco, a un certo punto, appare «Luca» – i fan del generale si chiamano tutti per il solo nome —, dice di «fare un lavoro umile» ma rivendica «con orgoglio il mio essere italiano, fiero padre di due bimbi e ancora più fiero cattolico: è importante dirlo perché non ce ne dobbiamo vergognare». Dopo i consueti ringraziamenti a Vannacci, gli fa una domanda: «Ci sarà secondo lei un punto di svolta per far sì che questo mondo torni a ruotare per il verso giusto?». Vannacci allarga il sorriso: «Certo, siete voi che siete qui». Poi riparte con il repertorio: dagli omosessuali alle razze fino a «Mussolini statista come Stalin». Ma lei è antifascista? «Su questo non mi esprimo».