Corriere della Sera, 1 marzo 2024
Paslini simpatizzava coi poliziotti
«Quando ieri a Valle Giulia avete fatto a botte coi poliziotti, io simpatizzavo coi poliziotti! Perché i poliziotti sono figli di poveri. Vengono da periferie, contadine o urbane che siano». Queste le parole di Pier Paolo Pasolini (foto), evocato ieri da Antonio Tajani in riferimento ai tafferugli di Pisa e Firenze, nel celebre scritto del giugno 1968 intitolato Il Pci ai giovani e pubblicato su Nuovi argomenti, in cui affermò di stare con gli agenti, e non con gli studenti universitari, coinvolti il 1° marzo 1968 a a Roma in un duro scontro di piazza. I giovani del Movimento studentesco avevano tentato di riconquistare la facoltà di architettura attaccando la polizia, che presidiava la struttura dopo averla sgomberata da un’occupazione. Scrisse ancora Pasolini riferendosi ai poliziotti: «E poi, guardateli come li vestono: come pagliacci, con quella stoffa ruvida che puzza di rancio fureria e popolo. Peggio di tutto è lo stato psicologico cui sono ridotti (per una quarantina di mille lire al mese): senza più sorriso, senza più amicizia col mondo, separati, esclusi (in una esclusione che non ha uguali); umiliati dalla perdita della qualità di uomini per quella di poliziotti (l’essere odiati fa odiare). Hanno vent’anni, la vostra età, cari e care».