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 2023  agosto 08 Martedì calendario

Beatrice Venezi suona per Vaia

 
Trento. Lunedì mattina, quando l’abbiamo sentita al telefono, era ancora in viaggio. Direzione Bolzano. «Ci risentiamo quando finiscono le gallerie, va bene?».
Ora invece Beatrice Venezi è finalmente tra noi. La musicista donna più famosa del momento sarà in Trentino Alto Adige per tutta la settimana. Stasera alle 19.30 è attesa in località Alberè, a Tenna. Dirigerà l’Orchestra Haydn di Trento e Bolzano in una speciale esecuzione della Pastorale di Beethoven. Il concerto servirà a commemorare la tempesta Vaia, l’evento si terrà all’aperto (in caso di pioggia, tutto spostato al PalaLevico, a Levico Terme), senza luci artificiali né amplificatori. Cento per cento “nature”. «Del resto» spiega lei «Beethoven con la Sesta sinfonia voleva descrivere proprio le emozioni dell’Uomo quando si trova a contatto con la natura».
Non è la prima volta che la Venezi, classe 1990, toscana di Lucca, si esibisce in Trentino: lei e la Haydn hanno collaborato già in passato. Ma è forse la prima volta che passa di qua da quando su di lei si sono accese le luci della ribalta non teatrale ma politico-mediatica.
Beatrice è diventata famosa tra il grande pubblico durante il Festival di Sanremo di due anni fa. In odio ai tic dei politicamente corretti, che volevano chiamarla «Maestra», disse «No. Chiamatemi Maestro. Con la “o”». La tendenza poi dilagò, tanto che ora, per quelli di destra la Meloni è «Il» presidente, al maschile, segno che questa storia di utilizzare l’italiano per motivi politici ci è un po’ sfuggita di mano (la Venezi è «Il direttore», non «la direttrice»).
Beatrice Venezi è figlia di un dirigente di Forza Nuova. I genitori non avevano niente a che vedere con il mondo della musica (il babbo lavorava nel settore della pubblicità, la mamma nella P.A.), lei si appassionò alle note dopo una lezione introduttiva di piano a scuola, arrivò a diventare uno dei pochi direttori d’orchestra donna in Italia. Molto apprezzata da Giorgia Meloni in persona, che si dice avesse in serbo per lei un posto in lista alle passate elezioni. I giornali di sinistra non la mollano un secondo. Sul Foglio dicono che «mette tutti a bacchetta». Roberto D’Agostino, direttore di Dagospia, ha commentato la sua improvvisa notorietà così: «Frutto del disperato tentativo di trovare “una cultura di destra”, al di là dei soliti Giordano Bruno Guerri e Pietrangelo Buttafuoco». Cattivissimo, l’ha ribattezzata «Bacchetta nera».
Lei, dalle critiche, si difende benissimo.
Dice di non essere fascista, ma solo conservatrice: e in effetti, ci si chiede, che senso ha dare della fascista a una ragazza degli anni 90, cresciuta con Harry Potter e i Backstreet Boys?
Sicuramente, è «legata a certi valori». Beatrice ama Dio (è cattolica, prega e la domenica va a messa). Ama la Patria («La nostra cultura, la nostra identità, le nostre tradizioni...»). Ama la Famiglia (ha un fidanzato di cui si sa pochissimo, si occupa di economia e finanza, vivono insieme a Lugano, Svizzera italiana).
Che altro? Be’, ha un carattere forte, temprato da ore e ore di prove, studi, perfezionamenti, esercizi, tutti i giorni da quando aveva sei anni.
Non guasta, alla sua nomea di donna di destra, il fatto che il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano l’abbia nominata tra i suoi consiglieri.
Da ultimo, ha detto a un giornale che Elodie offre «una rappresentazione poco elegante del corpo della donna». Lei invece dirige l’orchestra sempre in abiti femminili, in nome del motto «Le-donne-non-devono- vestirsi-da-uomini» (fatto che potrebbe entusiasmare i fan di Roberto Vecchioni che in tempi non sospetti cantava «Voglio una donna con la gonnaaa...», la pacificazione nazionale potrebbe partire da qui).
Ormai un mesetto fa dodici associazioni di Nizza, in Costa Azzurra, l’hanno accusata di «neofascismo» e hanno indirizzato un appello al sindaco, Christian Estrosi, macroniano, e al direttore dell’Opéra locale, Bertrand Rossi, di toglierle la direzioni del concerto di Capodanno. Lei li ha definiti «quattro sfigati». 
In vista della sua tournée trentina, contestazioni, non ne sono arrivate. «In Italia nessuno mi ha mai contestato». È tosta, la signora. Non si fa cogliere impreparata neanche quando le si domanda un’opinione su Vaia, il clima, la questione ambientale. «Non faccio l’opinionista, non ho sempre un’opinione su tutto. Posso dirle che è un tema super-partes, che riguarda tutti, ma che proprio per questo va affrontato senza derive ideologiche».
In questi giorni alloggerà in un hotel a Bolzano. Spera che le prove con la Haydn, il lavoro per il ministro e quello per il festival di Taormina, di cui è «direttore artistico» (al maschile), le lascino il tempo di fare qualche passeggiata tra i boschi e di gustare qualche canederlo, di cui si dice ghiotta.
Stasera, come detto, sarà a Tenna. Domani, giovedì 10 agosto, alle 21 a Nova Ponente, Val d’Ega, sotto Bolzano, l’orchestra si esibirà in una ex segheria. Venerdì alle 21, a Locca, Val di Ledro. E sabato sera, gran finale: a Gardone Riviera. Al Vittoriale degli Italiani.