Anteprima, 3 gennaio 2024
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Biografia di Zvi Zamir
Zvi Zamir (1925-2024). Uno dei più celebri dirigenti del Mossad. Netanyahu ha ricordato il contributo di grande importanza di Zamir quando, nell’imminenza della guerra del Kippur (1973) seppe ricavare avvertimenti essenziali dal suo informatore chiamato in codice “l’Angelo”: l’uomo d’affari egiziano Ashraf Marwan. «Non tutti i capi del Mossad sono entrati nella leggenda, Zamir sì, anche perché a lui è legata un’altra missione entrata nel dolore della nazione. Nel settembre del 1972, i terroristi di Settembre Nero fecero irruzione nel Villaggio olimpico di Monaco e presero in ostaggio parte della delegazione israeliana. Golda Meir chiese a Zamir di volare in Germania, ma il capo del Mossad non ebbe alcuna opportunità di collaborare o influenzare le autorità tedesche, convinte di essere in grado di gestire la situazione. Non lo erano, Zamir era partito con questa convinzione, lì ne ebbe la certezza […]. A quel fallimento a cui aveva dovuto assistere senza poter far nulla, Israele rispose dando la caccia ai membri di Settembre Nero, iniziata a Roma e arrivata fino al Principe rosso, Ali Hasan Salama, tra i leader dell’organizzazione, ucciso a Beirut nel 1979 […]. Zamir ha fatto e vissuto tutta la storia di Israele, veniva dalla Polonia, era nato a Lodz con il cognome Zarzewski, era stato compagno di giochi di Yitzhak Rabin, aveva indossato l’uniforme prestissimo e coltivato negli anni un ottimo rapporto con Golda Meir, che difese sempre dalla reazione degli israeliani dopo il fallimento nella guerra del Kippur, dicendo che le era stato fatto un grande torto, che durante il conflitto aveva mantenuto fermezza e leadership e si era comportata da “eroina”. Dopo il 7 ottobre, Israele ha vissuto secondo una regola: prima sconfiggiamo Hamas, poi chiariremo le responsabilità. Zamir non si è pronunciato sulla guerra dentro alla Striscia di Gaza, ma per molti sono inevitabili le analogie con quella del Kippur. Quando iniziò Golda Meir disse ai suoi che sarebbe stata una guerra lunga, non lo fu. Questa iniziata dopo l’attacco di Hamas si sperava fosse una guerra breve, non lo è» [Flammini, Foglio].