Anteprima, 8 gennaio 2024
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Biografia di Jorge Lobo Zagallo
Jorge Lobo Zagallo (1931-2024). Calciatore. Allenatore. «Nessun altro è riuscito a vincere tanti Mondiali in così tanti ruoli: ‘58 e ‘62 da giocatore, ‘70 da allenatore, ‘94 da vice allenatore (di Parreira) e solo altri due sono saliti tanto in alto in campo e in panchina (Beckenbauer e Deschamps, due titoli a testa)» [Domenico Calcagno, CdS] «Come giocatore è stato la prima grande ala tattica della storia del calcio, vincendo due Mondiali; come allenatore è stato il primo a conquistare la Coppa del Mondo dopo averla già alzata al cielo da giocatore (exploit riuscito, vent’anni dopo, anche a Franz Beckenbauer). Ala sinistra velocissima e in possesso di qualità tecniche non comuni, Zagalo ha giocato nell’América di Rio, passando successivamente al Flamengo e concludendo la carriera nel Botafogo, con cui ha vinto due Campionati carioca. Vicente Feola, il tecnico di origini napoletane che guidò il Brasile alla conquista del suo primo titolo mondiale, lo definì “il giocatore più intelligente che sia mai esistito”. Le sue straordinarie qualità tattiche trovarono modo di esprimersi al massimo nei Mondiali del 1962 nel 4-2-4 predisposto dal tecnico Aimoré Moreira che, in fase difensiva, diventava 4-3-3 quando Zagalo, da prezioso trampolino di lancio per Garrincha, Vavà e Pelé, passava a integrare in azioni di contenimento Didì e Zito: un modulo che raggiunse straordinari livelli di rendimento grazie soprattutto al senso tattico, all’eclettismo e all’intelligenza di Zagalo. Ritiratosi nel 1965, Zagalo allenò inizialmente il Botafogo e nel marzo 1970 succedette alla guida della nazionale brasiliana a João Saldanha (cui fu fatale una sconfitta con l’Argentina), in tempo per guidare i verde-oro al successo mondiale del 1970, a spese dell’Italia di Valcareggi. Resisterà fino alla sconfitta con la Polonia (0-1) ai Mondiali di Germania, nel 1974. In seguito ha diretto squadre mediorientali (Kuwait, Al Helal, Emirati Arabi), alternate con la guida di importanti squadre di club brasiliane (Botafogo, Vasco, Flamengo e Bangu). Ha trovato ancora spazio nella nazionale, prima nello staff di Carlos Alberto Parreira ai vittoriosi Mondiali del 1994 negli Stati Uniti e infine come primo responsabile tecnico nella sfortunata spedizione in Francia per i Mondiali del 1998. Dopo essere stato richiamato dal Flamengo, si è dimesso nel novembre 2001, annunciando il proprio ritiro definitivo» [Salvatore Lo Presti, Enciclopedia dello Sport Treccani 2001]. Era fissato con il numero 13 (si sposò il 13, abitava al 13° piano, aveva il 13 nella targa della macchina). Morto il 5 gennaio a Rio de Janeiro. Il Brasile ha proclamato sette giorni di lutto.