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 2024  gennaio 30 Martedì calendario

Biografia di Sandra Milo

Sandra Milo (1933-2024). «Si è chiamata nei film con nomi banali, Gabriella, Carla, Pina, ma anche esotici, Susy e Lolita, si è vestita dimessa o estrosa, è stata zitella e peccatrice, sexy e ingenua, furba e naif, ma era sempre lei, Sandra o Sandrocchia (per Fellini) Milo, nata Elena Salvatrice Greco l’11 marzo 1933 a Tunisi, causa la passione della madre per un giovane che prima scomparve in guerra, poi anche in pace. Una vita piena di avventure e intinta nel melò quella della futura bella svampita che incatenò subconscio e sogni di Fellini e l’attenzione di Pietrangeli per le donne. Viaggi, traslochi con mamma e nonna in tempo di guerra, da Arezzo a Viareggio (ma anziana parte per l’Argentina dove apre un ristorante e fa la cuoca), tentata violenza a 13 anni da un uomo nero, il primo di tre aborti senza anestesia ma con setticemia a 16 anni dopo le nozze durate 21 giorni col marchese nevrotico Cesare Rodighiero che la riempiva di botte. Come farà poi il secondo marito, il produttore greco Moris Ergas che la aiutò sul set ma da cui si divise perdendo l’adorata figlia Deborah, che andrà poi a riprendersi nella Grecia dei colonnelli, salpando in fretta avventurosamente per l’Italia dove subirà processi per 44 imputazioni. Quando non la menavano, gli uomini, che mascalzoni, l’imbrogliavano, mettendola a capo di società truffaldine. Quando diceva “mi sono fatta male con l’amore” non era metafora. Tornata la pace, si trasferì a Milano e il sogno era di fare l’attrice ma il primo passo era la mannequin, la fotomodella. A Roma inizia la carriera di questa maggiorata dalla voce gracchiante come un altoparlante e squillante come un cartoon, dalle labbra in 3D, dagli occhi prensili, con capelli in cascata bionda e una certa facilità all’assegno a vuoto […]. A Cuba scova Jorge Ordonez, un finto marito, un bagnino fatto passare per colonnello ed eroe castrista; nel 2010 ecco la patetica partecipazione tv all’Isola dei famosi esibendo coraggiosamente l’età spesso appannata dal silicone, infine incatenando l’Italia del pomeriggio nello spavento del famoso urlo, cult di Blob, «Ciro…Ciro…!!!» in diretta l’8 gennaio 1990 negli studi dell’Amore è una cosa meravigliosa. Le avevano telefonato che il figlio maschio era rimasto vittima di un incidente in motorino ma non era vero niente. Adorato Ciro, figlio di Ottavio De Lollis, era arrivato tra Deborah e Azzurra, nata morta ma miracolata d’urgenza da una suora in vena di santità. La Milo attrice inizia con registi francesi d’annata […] finché Pietrangeli la vede come la hostess che cerca di accalappiare l’impenitente Sordi di Lo scapolo. Ora la carriera decolla, con Rossellini in Il Generale Della Rovere e soprattutto con Adua e le compagne (perse per un voto la Coppa Volpi a Venezia), e poi ancora nella commedia sofisticata paranormale, sempre di Pietrangeli, Fantasmi a Roma, romantica presenza di una fanciulla ottocentesca suicida per amore. Il punto più alto e più basso arriva con Vanina Vanina da Stendhal, di Rossellini, che doveva essere il trionfo della Mostra di Venezia del 1961 e si rivelò un clamoroso flop che le costa un soprannome indelebile (Canina Canini) e lo stop per alcuni anni. È qui che arriva il grande Federico che la conosce tramite Ennio Flaiano e la vuole in 8 e mezzo e la vede come la sensuale Carla, amante di Guido-Mastroianni alter ego di Fellini: per convincerla, il marito le regala due orecchini con smeraldi di Bulgari. Il regista della Dolce vita la scritturò di nuovo in Giulietta degli spiriti, agghindata con la geniale follia di Gherardi e la sinuosa lingua del peccato tra le fiamme infernali del senso di colpa borghese. La terza volta, per Amarcord, il nuovo compagno proprio non vuole e Sandrocchia è costretta a rifiutare la Gradisca […]. Con Fellini, ripeteva lei ogni volta, ebbe non solo due Nastri d’argento, viaggi in Usa, gala, invidie e flash, ma una relazione altalenante e sussultoria di 17 anni non avallata dall’interessato. Quindi così è se vi pare, lei diceva che era vero amore, come una canzone di Mina, la raccontò nel discusso libro, Caro Federico […]. La sua passione fu il Psi, il garofano. Sandra diceva fin da Nenni, per le libertà civili e perché da piccola aveva passato notti divorando Marx, Engels e Proudhon, ma molti pensano soprattutto per la relazione con Craxi, diffusa ai quattro venti. Anche con Bettino, giura lei confidandosi per carta patinata, è stata una vera love story, si eccitava ai comizi, e fu aiutata a far strada in tv, nella famosa seconda rete. La troviamo conduttrice (Piccoli fans), giornalista (Mixer, Vita in diretta) fino ai reality sadomaso. Ha una carriera anche a Mediaset, dove conduce Cari genitori, nel 2020 torna in Rai per l’Estate in diretta e nel 2022 con la Maionchi e la Laurito è nel docu-reality Quelle brave ragazze. Il cinema, dalla fine dei 70, le offre ben poco e quel poco è quasi sempre di serie B, da rimuovere. Ma ebbe momenti memorabili, come quando in 8 e mezzo appare nel fumo della stazione, ancheggiando il mitico, vignettistico, lato B strizzato in un tailleur, con volazzante cappellino bianco di peluche […]. Lei la metteva così: voglia di tenerezza, gratitudine, passione, tre ragioni per cui ho amato, lavorato e lottato» [Maurizio Porro, Cds]. Oggi in Campidoglio la camera ardente. Domani, alla Chiesa degli Artisti in piazza del Popolo, i funerali.