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 2024  gennaio 04 Giovedì calendario

Biografia di Diane Keaton (Diane Hall)

Diane Keaton (Diane Hall), nata a Santa Ana (California) il 5 gennaio 1946 (78 anni). Attrice.
Titoli di testa «La vita è solo una serie di conflitti e di ostacoli: superatone uno se ne presenta subito un altro»
Vita Figlia di Jeremy e Dorothy. «Tutto comincia con Dorothy, mia madre. Avevo 9 anni quando partecipò a un concorso di bellezza. Era molto bella, le fu facile vincere il titolo di Miss Highland Park, la zona di Los Angeles dove abitavamo. Vederla illuminata a mo’ di santa sotto la luce dei riflettori mi ha cambiato la vita: persi per un attimo il senso della realtà, e in quel momento decisi che volevo fare l’attrice perché anch’io volevo salire su un palcoscenico ed essere applaudita da una folla di sconosciuti. Qualche mese dopo mamma venne eletta Miss Los Angeles, in famiglia eravamo molto orgogliosi di lei. Segretamente sperava di diventare Miss California e poi Miss America. Ma non vinse mai, con grande gioia di mio padre che non sopportava il fatto che sua moglie abbandonasse la famiglia per uno stupido concorso» [Roberto Croci, il venerdì] «Da giovane non ho mai fatto la ragazza pompon, ero goffa, ballavo malissimo. Feci un provino a quattordici anni ma non lo passai» [Silvia Bizio, Rep] • Appassionata di recitazione sin dai tempi della scuola. Dopo aver abbandonato gli studi universitari, iniziò a muovere i primi passi nel mondo dello spettacolo e scelse di adottare il cognome materno, Keaton, per distinguersi da un’altra attrice di nome Diane Hall e per poter millantare una parentela con Buster Keaton. Dopo un’esperienza da cantante in alcuni locali notturni, a 19 anni si applicò nello studio dell’arte drammatica frequentando la Neighborhood Playhouse di New York: «A quel tempo per essere presa sul serio nel cinema bisognava avere un background teatrale. Due anni dopo mi “presero per una parte nella versione musicale di Hair a Broadway» [Croci, cit.] • «Ricordo che quando ottenni quel lavoro per un deodorante (Diane Keaton recitò in una pubblicità del 1970 per il deodorante Hour After Hour), fu il più importante lavoro che avessi mai avuto all’epoca. Quello fu il colpo di grazia. Ero nervosa, ansiosa» • Poi Woody Allen: «Uno dei miei insegnanti riuscì a farmi avere un provino per Provaci ancora Sam, l’opera teatrale scritta da Woody Allen e diretta dal fantastico Herbert Ross, che poi divenne un film. Presi il ruolo e anche Woody, con cui ho avuto una bellissima storia d’amore per cinque anni» [Croci, cit.] • E proprio grazie al successo di Provaci ancora Sam, arriva il suo primo ruolo importante ne Il Padrino di Francis Ford Coppola. «Non ho mai capito perché Francis mi scelse, forse gli piaceva il fatto che fossi californiana e di buona famiglia, e nella sua visione potevo essere perfetta nella parte della moglie di Michael Corleone. Ricordo la prima volta che ho incontrato Al Pacino: ci eravamo dati appuntamento in un bar perché dovevamo fare insieme l’audizione per Il Padrino. Ordinò da bere per me senza chiedermi cosa volevo. Era prepotente, ma sexy, parlava di recitazione, citava autori sconosciuti che sarebbero diventati famosi, era tagliente, atletico, nervoso: era maschio, e quindi seducente. Ci siamo rivisti il giorno del provino e ricordo che nessuno della produzione lo voleva. Lo consideravano un freak, uno troppo strano, problematico, un potenziale rompiscatole. A Francis, invece, piaceva molto, proprio perché era diverso dagli altri. Mi chiese se anche a me piaceva e gli dissi di sì. Era il più magnetico. E così, durante il film, mi sono innamorata di lui. Era irresistibile. E per me anche esotico: era cresciuto nel Bronx, che in quegli anni era considerato un posto pericolosissimo, l’opposto delle white picket fences, i quartieri borghesi dove ero cresciuta io» [Croci, cit.] • Nella sua autobiografia Diane Keaton rivela la sua bulimia: «L’8 giugno del 2017 quando l’American Film Institute Awards mi ha dato un premio alla carriera, Woody Allen, che era lì in sala, ha fatto una battuta bellissima: “Se avessi saputo che vomitava dopo ogni nostra cena romantica non avrei speso 400 dollari ma l’avrei portata a mangiare una pizza”» • Dopo Provaci ancora Sam, il film del 1972 diretto da Herbert Ross Keaton e Allen furono complici in altri sette film, da Il dormiglione (1973) a Misterioso omicidio a Manhattan (1993). Particolarmente importante, tra questi, Io e Annie (1977), incentrato proprio sul rapporto tra il regista e l’attrice (il titolo originale, Annie Hall, cita esplicitamente il vero cognome della Keaton, Hall, oltre al suo storico soprannome, Annie): la pellicola le valse unanime acclamazione, coronata dal premio Oscar alla miglior attrice protagonista nel 1978 • Le sue icone di stile sono Cary Grant e Katharine Hepburn, da cui - dice - ha imparato a conciliare rigore, eleganza e trasgressione, indossando magistralmente e in modo femminile gilet, cravatte, cardigan, colletti appuntiti, pantaloni con la piega e cappelli a bombetta, un look androgino tutto suo. Non per niente i suoi outfit in Io e Annie, pescati esclusivamente dal suo guardaroba e dai negozi vintage di Soho, hanno fatto epoca» [Roberto Croci, il venerdì] • «Anche se ci eravamo lasciati due anni prima di girare Io e Annie, ero ancora la complice di Woody. Non so spiegare perché continuassimo a funzionare. Forse, come un vecchio divano, eravamo comodi l’uno per l’altra» [Io Donna] • «Woody è sempre un carissimo amico. Anche con tutte le sue fobie. Ha dieci anni più di me ma penso che vivrà almeno fino a 120 anni, tanta è la sua paura di morire. Ha un buon dna, suo padre è vissuto fino a 100 anni, la madre oltre i 90. L’unica cosa che mi secca è che morirò prima io e lui sarà al mio funerale» [Bizio, cit.] • La carriera cinematografica della Keaton era iniziata però già nel 1970, con Amanti ed altri estranei di Cy Howard, e nel 1972 l’aveva vista interpretare Kay Adams, la moglie di Michael Corleone, ne Il padrino di Francis Ford Coppola; dopo la serie di film di Woody Allen l’attrice si dimostrò capace di rinnovare il proprio personaggio, in titoli come Il club delle prime mogli e La stanza di Marvin, del 1996, e Tutto può succedere, del 2003. Seguono Poms di Zara Hayes (2019), Amori, matrimoni e altri disastri di Dennis Dugan (2020), Mack & Rita di Katie Aselton (2022), Ti presento i suoceri di Michael Jacobs (2023) e Book Club - Il capitolo successivo di Bill Holderman (2023) • «L’ansia è un sintomo di vitalità. È impossibile essere sempre felici come vorremmo, e l’ansia è una forma di protesta contro ciò che ci impedisce di realizzare i nostri sogni. Un sentimento positivo. Certo, anche l’ambiente aiuta. Vivo a Sea Ranch, a nord di San Francisco, ma ho anche una casa a Sedona, in Arizona, un posto magico, fatto di rocce rosse che al tramonto ti trafiggono di bellezza». Poi c’è la Napa Valley in California dove produce vino. «Tutta colpa di Francis Ford Coppola che mi ha introdotta in questo universo meraviglioso. Il mio vino si chiama The Keaton ma è un prodotto senza pretese, un bianco e un rosso non costosi, i cui ricavi vengono destinati al centro di ricerche sul tumore al cervello Lou Ruvo di Cleveland. Nessuna speculazione, insomma. Per me è un divertimento e amo andare in California, mi ricorda l’Italia che conosco bene grazie a Paolo Sorrentino che mi ha voluta per il suo The Young Pope» • Molte le sue passioni, prima fra tutte quella per la fotografia, alla quale ha dedicato diversi libri. La Keaton è inoltre «una produttrice intelligente (tra i suoi film Elephant, di Gus van Sant), una regista di indubbio mestiere e versatilità (ha firmato un episodio di Twin Peaks), una cantante di notevole sensibilità (si esibisce con ottimi risultati sia in Io & Annie che in Radio Days), un’appassionata attivista della Los Angeles Conservancy per la difesa dei siti storici della grande architettura americana • Apprezzata arredatrice di interni, e abilissima agente immobiliare: una delle sue clienti è stata Madonna, alla quale ha venduto una villa a Beverly Hills per sei milioni e mezzo di dollari» (Antonio Monda) • «Quando sono a casa, ogni tanto mi faccio uno spinello e me lo godo con un bicchiere di vino. Una sensazione divina» [Bizio, cit.] • In ognuna di queste case c’è sempre una parete di foto di 48 uomini che le piacciono, da Abraham Lincoln a Gary Cooper. Lei li chiama i suoi «prigionieri». Perché prigionieri? «Perché non hanno niente da dire. Li posso stare a guardare quanto voglio, avere tutte le fantasie che desidero nei loro confronti, ma posso anche andarmene e loro non protestano. Cosa che con gli uomini di solito non è possibile» [De Martino, Vanity].
Religione «Nella vita reale, Diane crede in Dio. Ma crede anche che la radio funzioni perché ci sono dentro delle piccole persone» (Woody Allen).
Amori Legata sentimentalmente ad alcuni tra i maggiori protagonisti di Hollywood. Oltre a Woody Allen, Warren Beatty: «Beh, era piuttosto eccitante uscire con lui. Una stella del cinema, un bravo regista, scrittore, produttore, e così sexy. Idolatrato. Stupendo. Carismatico. Il suo nome apriva tutte le porte dei posti più esclusivi di LA, mia madre lo adorava, così come il resto della popolazione mondiale femminile. È stata una bellissima storia, ma la verità è che volevo essere lui, non la sua donna. Il fatto è che mi sono sempre infatuata degli attori con cui lavoravo e adoravo il fatto di poterli baciare tutti fingendo di recitare. Pensi, ho anche redatto una lista di tutte le mie vittime» [Croci, cit.] • «Ho preso una cotta incredibile per Jack Nicholson, che purtroppo non mi ha ricambiato. Siamo diventati molto amici dopo aver girato Tutto può succedere e anche se non volevo mi sono invaghita di lui. Speravo mi corteggiasse, ma purtroppo non è mai successo, non ero il suo tipo. Mi è piaciuto tanto anche (trattiene il fiato)... Mel Gibson. Anche se Jack baciava meglio. Credo di detenere il record di attrice che ha baciato più uomini sul set. I baci ancora da dare? Robert Redford, Ryan Gosling, Bradley Cooper e David Beckham. Te l’ho detto: sono una professionista» [Croci, cit.] • Poi ci sono stati Al Pacino e Keanu Reeves • Non si è mai sposata, «perché per fare la moglie ci vuole più di quello che avevo io da offrire. Non ero adatta, ero troppo immatura. Con l’amore ho sempre avuto difficoltà perché volevo solo la parte romantica, non quella che richiede impegno, in cui insieme all’altro affronti gli alti e bassi della vita» (a Marco De Martino). Ha due figli adottivi: una femmina, Dexter, e un maschio, Duke, che oggi hanno 27 e 22 anni. Ha anche Reggie, un bel cane: «Non ho nessuno, sono felicemente single da 15 anni. Credo di essere l’unica della mia generazione a esser stata single per tutta la vita»
Titoli di coda «Penso alla morte ogni giorno della mia vita».