8 gennaio 2024
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Biografia di Marta Antonia Fascina
Marta Antonia Fascina, nasce il 9 gennaio del 1990 a Melito di Porto Salvo, paesino in provincia di Reggio Calabria (24 anni). Di cognome fa Fascìna con l’accento sulla i. Ad Arcore (e non solo) la chiamavano «la muta».
Titoli di testa «Sarebbe bello ascoltare, almeno una volta, la voce dell’onorevole Marta Fascina […]. La si è vista mano nella mano con l’anziano leader (circa mezzo secolo di differenza), c’è scappato pure un video con un bacio (nel sonoro, se non è un fake, si sente la voce di Cipollino Boldi che schiamazza «la lingua! La lingua!»). Ma la voce mai; come se questo suo silenzio rispondesse a una prerogativa di status, magari travestita da strategia comunicativa volta ad aumentarne il fascino, il mistero, il potere» [Filippo Ceccarelli, Rep].
Vita Suo padre, Orazio, è un assicuratore, una «persona riservata». Sua madre, Angela Della Morte, è un’insegnante di origini campane. Ed è proprio in Campania che si trasferiscono quando Marta ha otto anni, dopo che Orazio vince un concorso da cancelliere al tribunale di Napoli. La società assicurativa resta nelle mani di alcuni parenti che ancora oggi la gestiscono con buon successo [Dario Del Porto, Giuliano Foschini ed Emanuele Lauria, d’ora in poi DFL, Rep] • Ad agosto 2001, Marta prende la residenza a Portici dove vive con la madre che si separa da Orazio, andato a fare il cancelliere a Salerno. È la classica famiglia di dipendenti pubblici: un tenore di vita dignitoso (nessuna partecipazione societaria, apparentemente anche nessuna proprietà immobiliare), Marta e suo fratello Claudio (militare, ora di stanza a Bolzano) sono buoni alunni nelle scuole della città. Al liceo Marta diventa amica di Tullio Ferrante, figlio di una collega di mamma Angelina. Un incontro decisivo [ibid.] • La sua casa di origine è in via San Cristoforo. A un chilometro di distanza, in via Libertà, è cresciuta Noemi Letizia, la ragazza che nel 2009 fece perdere la testa, e il governo, a Berlusconi [Carmelo Caruso, Foglio] • Marta parla poco di politica, ma spesso di Berlusconi: non nasconde la sua passione per «un certo modo di vedere il mondo», racconta una sua vecchia insegnante. «La comunicazione, l’apparire, l’arrivare... Marta era una ragazza poco esuberante ma attratta da queste cose» [DFL, cit.] • Finita la scuola superiore, annuncia ai suoi (pochi) amici la volontà di trasferirsi a Roma per frequentare la facoltà di Scienze della Comunicazione. Nessuno è sorpreso. «Non era fatta per restare a Portici… » [ibid.] • È stata matricola, la numero 1270023, della facoltà di Lettere e Filosofia dell’università La Sapienza di Roma. Al professor Giulio Ferroni, l’uomo canone (è sua la cattedra di letteratura italiana dal 1982 al 2012), il cognome non dice nulla: “Non è stata una mia laureanda”. Lo è stata infatti del professore Francesco De Melis, compositore, etnoantropologo. Si è laureata con una tesi sul film Passione, un documentario del regista John Turturro sulla musica napoletana [Caruso, cit.] • A Roma accadono due cose: comincia a frequentare un certo tipo di feste. La si vede biondissima, riccissima e solare in una foto postata nell’ottobre del 2011 da Giacomo Urtis, il chirurgo estetico delle star. È la festa di compleanno di Urtis, non esattamente un evento accessibile a tutti, ci sono i fotografi delle riviste patinate e un elenco di invitati strafamosi e quelli che Dagospia, la Cassazione sul gossip, chiama sarcasticamente “morti di fama”. Accanto a lei c’è Stefano Ricucci, il “furbetto del quartierino”. Ma nel “periodo romano”, ed è il secondo punto, Marta Fascina non dimentica Berlusconi. Diverse fonti raccontano che tanto timida era la ragazza nei rapporti sociali, quanto sfrontata, nel senso di appassionata e ammirata, sapeva essere nelle lettere a mano che scriveva di suo pugno al Cavaliere. Se effettivamente l’ex presidente del Consiglio — proprio in quei mesi travolto dagli scandali di Noemi Letizia, Patrizia D’Addario, dallo svelamento insomma del “ciarpame senza pudore” per usare la definizione di Veronica Lario — abbia letto o meno le lettere della giovane Fascina, non si sa. È un fatto però che la ragazza di Portici riesce ad accedere a Palazzo Grazioli [DFL, cit.] • «Il merito è di Lele Mora che Marta conosce a una festa», dice un deputato forzista di lungo corso. Altri invece giurano che Mora non c’entri niente, e che lei fosse nel gruppo delle “campane” che già frequentavano le residenze di Berlusconi. Ma tant’è: Marta Antonia Fascina finisce dal Cavaliere. Il suo [ibid.] • L’anno dell’ascensione è fatto risalire al 2013. Nella vita di Marta succedono quattro cose. La più importante è la prima: conoscere Berlusconi. Partecipa alle cene eleganti, come documenta il “libro mastro” delle ospiti dell’ex premier, una sorta di rubrica dove sono elencati i nomi, i cognomi, i numeri di telefono delle ragazze e, nel caso delle più giovani (come Marta, appunto, che in quel momento ha 23 anni), anche i numeri dei genitori. Marta è a corte. E intraprende il percorso, previsto dal protocollo del Sultano: la candidatura alle elezioni, il bonifico, l’arrivo ad Arcore. È candidata a Portici, dove rientra tutti i weekend. Il candidato sindaco del centrodestra è Vincenzo Ciotola (morto nel 2017), in una sfida complicata, anzi politicamente quasi impossibile, per la forza del centrosinistra. Ciò nonostante, chi si occupò di quella campagna elettorale ricorda Fascina molto attiva nel comitato allestito in piazza Brunelleschi. «Al suo fianco c’era sempre la madre». Le cose non vanno benissimo: Marta racimola 58 preferenze appena. Ma conta poco. Perché il rapporto col leader di Forza Italia si consolida, tanto che il 30 luglio del 2013 – documentano gli atti depositati alla procura di Milano nell’inchiesta sulle Olgettine – arriva sul suo conto corrente un primo bonifico, mittente proprio Silvio Berlusconi: sono 12.500 euro, causale “erogazione liberale”. Più che la cifra, il versamento testimonia che Marta è già nel cuore del Cavaliere. Meritevole anche di un contratto di lavoro. Lo firma col Milan, per l’ufficio stampa. Anche se nessuno, oggi, a Casa Milan, si ricorda di lei [ibid.] • Dopo il primo bonifico di 12.500 euro (2013), a Marta Fascina arrivano da Silvio Berlusconi altri pagamenti a titolo di “erogazione liberale”: 7 mila euro nel 2014, 5 mila nel 2016. Ma intanto, il lavoro nella comunicazione del Milan apre a Marta le porte di un’altra città: da Melito di Porto Salvo a Portici, da Portici a Roma, e da Roma, ora, a Milano. Meglio: villa San Martino ad Arcore. Perché le porte di casa Berlusconi le si aprono quasi subito, grazie proprio alla fidanzata ufficiale del Cavaliere, Francesca Pascale [ibid.] • Marta fa parte di quel gruppo che chiamano “le campane”, ma, a differenza delle altre, spicca per una qualità specifica: sa tacere. «In realtà ne aveva anche un’altra, la gentilezza», racconta a Repubblica una delle persone che più di altre frequentava le residenze di Berlusconi a quel tempo. «Quel suo essere incredibilmente cortese, affabile, quasi geisha, esattamente ciò che faceva impazzire Silvio. Francesca, invece, prese subito a imporre il suo carattere. Ricordo che spesso, per esempio, quando il presidente ripeteva le sue note barzellette a sfondo sessuale, si arrabbiava. “Basta!” gli urlava, “Non fai ridere nessuno”. Un rimprovero che Marta mai avrebbe pronunciato. Anche perché non parlava mai…» [ibid.] • Arriviamo così al 2018. Si vota per le Politiche e in una notte, all’improvviso, il nome della semi-sconosciuta Fascina è imposto nella lista di quelli da far eleggere a tutti i costi. Per scelta personale e indiscutibile di Berlusconi, finisce iscritta nella sua Campania per un seggio alla Camera, spodestando Nunzia De Girolamo. A chi chiede: «Ma questa chi è?» (dicono che l’unico con cui sin lì ha scambiato qualche parola fosse Elio Vito), la risposta è una sola, minima, che chiude ogni discorso: «Un’amica di Galliani». Anche se l’amministratore delegato del Milan, in privato, giura di non aver nemmeno capito bene chi sia questa Marta. Anzi, pardon: l’onorevole Marta Antonia Fascina [ibid.] • «Ho scoperto che il mio seggio sicuro è stato utilizzato per far trovare l’amore a Berlusconi» [Nunzia De Girolamo a Myrta Merlino, su La7] • Quando le si aprono le porte del Parlamento, nulla cambia nella vita di Marta. Ha una Smart e una vecchia Audi, le stesse di oggi. Nessuna casa, nessuna società. La base resta Milano: le apparizioni in Aula a Roma sono fugaci, non superano il 30 per cento. Non interviene mai ai lavori, presenta due soli disegni di legge (sulla responsabilità civile dei magistrati e sulla riduzione dei parlamentari), la sola cosa per cui si nota sono gli sporadici interventi sul quotidiano di famiglia, Il Giornale: «Tutti sapevano che se Silvio voleva lanciare un messaggio, arrivava una dichiarazione di Fascina». Il ruolo di Marta, d’altronde, è quello: prendersi cura di Silvio. Con una dedizione che l’ex premier con il passare del tempo apprezza sempre più: «È stata un dono di Dio», dirà di lei [ibid.] • Nelle perfidie dei colleghi parlamentari, la “muta” è diventata così “la badante”. Francesca Pascale, che perde quota nell’inner circle del Cavaliere tanto da aver lasciato Arcore, si è trasferita nella vicina Villa Maria. Definisce Fascina come «una collaboratrice di Licia Ronzulli», ma tutti, compreso lei, sanno cosa sta accadendo: Marta l’ha scaricata e ha fatto fronte comune con Ronzulli, la nuova zarina di Forza Italia. Una situazione che sta bene anche alla famiglia Berlusconi, Marina in primis: Francesca è sempre più ingombrante, un problema per Silvio e dunque per tutti. Meglio l’apparentemente introversa Fascina che, nelle sue apparizioni in Parlamento, sfoggia nuovi look: i capelli lisci e tirati come una Madonna, il colorito bianco di trucco, un tatuaggio sulla mano, “Sb”, Silvio Berlusconi, il cui volto campeggia sulla cover del suo telefono. Bisogna attendere poco per vedere, su Diva e Donna, lo scoop: «Fascina è la nuova fidanzata di Berlusconi» [ibid.] • La scalata è cominciata e, ad accelerarla, è a sorpresa la pandemia. Berlusconi è costretto a limitare le relazioni sociali. E Marta diventa sua custode, circostanza che tranquillizza Marina e gli altri quattro figli del Cavaliere [ibid.] • Durante il Covid si eclissa con Silvio in Costa Azzurra. A fine pandemia riappare qualche volta a San Siro, d’estate in Sardegna, a Natale di fianco all’albero. Avendo altro a cui pensare nei quattro anni della sua prima legislatura ha presentato due smilze proposte di legge, purtroppo senza relatore, tre emendamenti, una interrogazione, tasso record di assenteismo al 72 per cento. Per questo le sue rare apparizioni suscitano l’entusiasmo dei peones: “Arriva Marta!”, “Ecco Marta!”, che ringrazia spalancando gli occhi, come fanno i timidi [Corrias, Fatto] • Quando riprendono i lavori parlamentari, la Fascina è a Montecitorio. Un collega la presenta ad alcuni giornalisti. Una si avvicina per presentarsi e lei: «Mi scuserà, ma non posso stringere le mani di nessuno» [DFL, cit.] • Il 9 gennaio del 2022, per i suoi 33 anni, riceve un diamante a forma di cuore che le arreda l’anulare sinistro e che le signorine cuorinfranti di Forza Italia stimano di 12 carati [Corrias, cit.] • Ad Arcore, la sera, vicina al paralume, confidano rilegga i romanzi delle sorelle Brontë. Nella sua libreria stanno vicini Anna Karenina con Le Affinità Elettive, Orgoglio e pregiudizio con la Certosa di Parma e poi le poesie di Giacomo Leopardi da Recanati [Caruso, cit.] • Marta guarda senza guardare. Parla senza parlare. Si sposa senza sposarsi [Pino Corrias, cit.] • L’idillio culmina nella fantasmagorica cerimonia delle “non nozze”: arriva il 21 marzo 2022, dopo una promessa particolare. «Se sopravvivo, ti sposo», le ha detto il Cavaliere in una stanza del San Raffaele due mesi prima, nei giorni di uno dei tanti ricoveri, resosi necessario proprio durante le votazioni per il Quirinale • Lei, vestita in abito bianco di pizzo francese con strascico di Antonio Riva, è stata accompagnata fino all’altare dal padre, che le ha scoperto il volto dal velo, le ha baciato la fronte e l’ha lasciata con il suo uomo. Lui, in abito blu Armani, ha raccontato come è nata la loro storia tre anni fa, chiudendo così: «Il mio per te, Marta, è un amore grande. È qualcosa che non ho mai provato prima, e ora per me tu sei indispensabile, irrinunciabile. Mi sei stata vicina in momenti duri, mi hai aiutato. Tu mi completi, non potrei vivere senza di te, riempi la mia vita». Vittoria, la figlia di Licia Ronzulli, ha portato le fedi. Al momento dello scambio degli anelli, i due «quasi-sposi» hanno pronunciato queste parole: «Questo anello, segno del mio amore e della mia fedeltà, ci unirà eternamente». Al che, Paolo Berlusconi ha gridato: «Viva gli sposi». Gli invitati erano 60 [Landi e Di Caro, CdS] • I figli dell’ex Cavaliere c’erano tutti, tranne Piersilvio, che ha detto di voler evitare luoghi affollati per paura del Covid. Al momento del pranzo, quando tutti gli ospiti si sono accomodati su un grande tavolo, Marina si è seduta accanto al padre, Barbara a fianco di Marta. Il pranzo è stato servito nel salone delle feste della villa. Ci sono stati le bomboniere azzurre, i confetti, i tovaglioli con ricamato il nome di ciascun invitato, la torta bianca a tre piani, i regali arrivati (quadri, statue, vino) […] il ghiaccio si è sciolto presto, e a contribuire sicuramente la benevolenza dei figli che hanno incontrato i familiari di Fascina, e alla fine canticchiato con il padre che ha voluto come ospite musicale d’onore l’amico Gigi D’Alessio. Poi sono stati il Cavaliere e Confalonieri ad esibirsi nei loro pezzi forti: le canzoni francesi e in finale O mia bela Madunina [ibid.] • È una festa a metà, perché i figli per ragioni di eredità si oppongono a un matrimonio vero e proprio. A Villa Gernetto ci sono tutti, vecchi e nuovi amici. E la corte berlusconiana, fra una foto di famiglia con Dell’Utri, Confalonieri e Letta, vede per la prima volta anche Orazio Fascina. In quei giorni, a far da tessitrice dell’unione, è Licia Ronzulli che non può neppure immaginare che sarebbe diventata anche lei vittima di Marta. Accade dopo le elezioni politiche di ottobre, che segnano il ritorno di Berlusconi al Senato [DFL, cit.] • Per la prima volta, nelle trattative per le liste, Marta si fa sentire. Chiede spazio per alcuni esponenti forzisti a lei vicini: il suo compagno di scuola, Tullio Ferrante, che diverrà parlamentare e sottosegretario, e il gruppo dei “bergamaschi”, Alessandro Sorte di Treviglio e Stefano Benigni di Alzano Lombardo. Nel partito i due, Sorte e Benigni, godono di scarsa stima: li chiamano «gli avventurieri». È però l’inizio di un tentativo di scalata dall’interno [ibid.] • In compenso ha dimostrato un presenzialismo d’acciaio durante l’ultimo ricovero di Silvio, 45 giorni filati senza mai uscire dal San Raffaele: “Come avrà fatto per la ricrescita dei capelli?” si sono chieste le solite colleghe benevolenti. Ha chiamato il parrucchiere? Forse. Di sicuro ha convocato il padre e la madre, che in realtà sono separati da venticinque anni. Circostanza ben misteriosa che a molti ha fatto drizzare le antenne. Anche perché, dalla guarigione in poi, i comunicati ufficiali di casa Arcore non parlano più di compagna, ma di moglie. Si sono sposati davvero e questa volta in segreto? Persino il Confa, interrogato, è caduto dalle nuvole e quasi dalle scale: “Non ne so niente” [Corrias, cit.] • È il 10 giugno, in calendario c’è un pranzo ad Arcore fra Berlusconi e i ministri. Nel menu le nomine dei responsabili territoriali di Forza Italia, divisi per aree geografiche. Il nome per il Nord è quello di Sorte, per il Sud c’è Ferrante. Il ricovero di Berlusconi, tuttavia, interrompe l’ascesa. Il Cavaliere muore la mattina del 12 giugno [DFL, cit.] • Posso chiederle com’è il suo rapporto con Marta Fascina? «Con Marta ho un ottimo rapporto. È una bella persona, ed è stata una compagna molto importante per mio padre. Gli è stata vicina nei momenti più brutti. E fino all’ultimo» [Marina Berlusconi a Bruno Vespa, Giornale] • Ai funerali di B. Marta Fascina è la più vicina al feretro. Piange in silenzio, con il padre Orazio che le posa spesso le mani sulle spalle per confortarla [Marco Imarisio, CdS]• «La Fascina sembra recitare un copione. La testa stabilmente inclinata a sinistra. Lo sguardo costantemente perso nel vuoto. Mai un gesto in più o in meno. La ricerca di una sublimazione affettata. Troppo marcata per non apparire forzata. Quasi a rappresentarsi come un dipinto. Una paralisi estatica innaturale» [Claudio Tito, Rep] • Marta Fascina sembra Marlene Dietrich in Testimone d’accusa, sembra sul punto di dire: “Non svengo mai perché non sono sicura di cadere con grazia, e non annuso i sali perché mi gonfiano gli occhi”. E poi c’è la bara. Tutti applaudono la bara, applaudono il corpo morto di un uomo che pensavamo non sarebbe mai morto» [Neumann Dayan, Sta] • È l’unica che è rimasta al Tempio crematorio per tutta la durata dell’operazione. Il fratello di Berlusconi, Paolo, e il figlio minore Luigi avevano lasciato il Tempio dopo l’inizio della cremazione [Gerevini, CdS] • Da allora non uscirà da Arcore per cinque mesi: «Continuerò a svolgere il mandato parlamentare che mi hanno conferito i cittadini. La mia assenza è stata motivata da una sofferenza indescrivibile» [a Bruno Vespa] • Quali sono i suoi ultimi ricordi con Berlusconi? Era consapevole di essere arrivato alla fine? «Non si è mai pronti alla morte. Non lo era lui, come dimostra anche il fatto di aver lavorato fino agli ultimi istanti della sua vita. Preparava la sua candidatura per le Europee, in tutte le circoscrizioni; sentiva e riceveva dirigenti di partito, alleati, amici di una vita; esponeva le sue argomentazioni sulla drammaticità dei focolai di guerra sparsi nel mondo. In più verificava quotidianamente l’andamento delle aziende e si occupava di politica estera, la sua grande passione. La notte prima di andarsene mi ha detto “ti amo” e mi ha ribadito quanto fossimo indispensabili l’uno per l’altra; mentre nell’ultimo istante, il più terribile, quello che ho stampato nella mente e nel cuore, mi ha stretto forte la mano». Che cosa la conforta? Un film, un libro, una canzone? «Soprattutto nei momenti di sconforto, ascolto le tante canzoni d’amore che il mio Silvio era solito dedicarmi ed intonare. Tra le tante cose, è stato anche un abile compositore di canzoni, ne ha scritte ben 130. Ma al di là della musica, ciò che mi fa compagnia è il ricordo di ogni istante trascorso insieme» [a Tommaso Labate, CdS] • Fascina è tornata in parlamento il 7 novembre. Mancava da fine marzo quando B. s’era ammalato. «Stretta in un tailleur scuro a esprimere il suo lutto, con i capelli biondissimi raccolti in uno chignon, Marta Fascina ha fatto il suo ritorno in Parlamento. La compagna di Silvio Berlusconi è entrata poco dopo le 16,30 a Montecitorio in sordina, dribblando le domande dei giornalisti. Si è seduta nel banco dal quale mancava da fine marzo, dalla vigilia del primo ricovero dell’ex premier scomparso a giugno […]. Alcuni colleghi forzisti sono andati a salutarla. A chi le chiede come sta risponde: “Va ancora così, ma dovevo venire” […]. Il resto dell’aula rimane impassibile, dagli altri partiti nessuno si muove. Fascina, beneficiaria di un’eredità da 100 milioni, è in aula per la fiducia al decreto Caivano. Si alza per andare a votare senza mai lasciare il telefono» [Lauria, Rep] • «La cover dello smartphone con il voto del Cav e il solitario al dito, un grande diamante a forma di cuore, anello regalato dal leader azzurro alla sua compagna per le nozze simboliche a Villa Gernetto, nel marzo del 2022 […]. Dopo la scomparsa del Cav, il 12 giugno scorso, l’ex villa Zeffirelli è rimasta chiusa: ha riaperto i battenti, raccontano, solo per ospitare Pier Silvio Berlusconi e oggi la Fascina» [Sta] • Secondo Dago, prima delle festività natalizie, si sarebbe sottoposta a un intervento di liposcultura all’addome • A Natale un messaggio per B. «Ti amo immensamente • A capodanno: «Amore mio, l’augurio più bello, più sentito, più vero, più sincero resterà solo e sempre il tuo! Tu sei e resterai sempre l’unico eterno Presidente».
Amori Di amori oltre B. non ce n’è traccia.
Titoli di coda «A lei, sorprendere o svanire» [Romagnoli, Rep].