16 gennaio 2024
Tags : Jim Carrey
Biografia di Jim Carrey
Jim Carrey, nato a Toronto (Canada) il 17 gennaio 1962 (62 anni). Attore. «Nessuno dovrebbe attraversare la vita senza una squadra di psicologi».
Vita «Ha voluto fare l’attore perché “cercavo amore e attenzione, pensavo alla fama”. Ha cominciato da ragazzino recitando davanti allo specchio. “A 15 anni debuttai in un cabaret, indossavo un vestito giallo di poliestere, fu un’idea di mia madre. Il pubblico mi prese di mira, nessuno a causa dei fischi capì una parola del mio monologo. Ma presto la gente cominciò a sbellicarsi alle mie battute. Facevo le imitazioni di James Dean e Henry Fonda continuando a sbarcare il lunario in mille lavoretti, operaio, corniciaio…”. Quali sono state le molle familiari? “Mio padre morì troppo presto per applaudirmi. Accadde tre settimane dopo The Mask, il blockbuster fantasy del 1994”. Infilò nella sua bara un assegno di 10 mila dollari, “come un riscatto dai suoi fallimenti. Papà suonava il sax per hobby, era simpatico, rideva sempre, ma a casa i problemi economici c’erano e si capiva che mentiva. Per un periodo abbiamo vissuto in un furgone”» (a Valerio Cappelli) • «Mio padre era un intrattenitore incontenibile, peggio di me, divertente e creativo. Mi ha sempre incoraggiato a fare cose pazze e divertenti» • Teneva sempre le pantofole pronte in fondo al letto quando andava a dormire. Così era pronto a scattare in piedi nel caso i genitori avessero avuto bisogno di qualche sua scenetta per tirarsi su di morale nel cuore della notte. «Quando era ancora un ragazzo, la sua famiglia fu investita da una crisi economica profonda, perse tutto e i Carrey per un periodo andarono a vivere in un caravan, furono costretti ad accettare i lavori più disparati. Jim lasciò la scuola e trovò un lavoro come addetto alle pulizie. Nacque così la sua rabbia. Jim ce l’aveva con tutti. Si salvavano la famiglia e l’amore per la commedia. “La vita era davvero dura in quel periodo e per cercare di renderla più semplice mi ero fissato un magnifico obbiettivo da perseguire. Diventare una star, conoscere altre celebrità, essere un attore ricercato. Ricordo che mi ero dato cinque anni di tempo per riuscirci. Ne avevo sedici”» (ad Andrea Carugati) • «Aveva nel dna l’arte di far ridere. Lo faceva con i compagni di scuola, e a 15 anni già aveva il suo spettacolo allo Yuk Yuk’s, il più famoso “comedy club” di Toronto. Prima di approdare, appena diciannovenne al Mitzy Shore’s Comedy Store di Los Angeles, il locale dove sarebbe ritornato da star, dopo il successo di Ace Ventura e The mask (entrambi del 1994, il suo anno d’oro), a festeggiare il ventennale del locale completamente nudo, con un calzino bianco che gli copriva le parti intime» (Silvia Bizio) • «Fin da giovane volevo distruggere Hollywood, non volevo farne parte. Volevo essere onesto con me stesso e con gli altri. E l’onestà è sovversiva» (a Valerio Cappelli) • «Si sente un incompreso, un artista apprezzato soprattutto per ragioni sbagliate. Al suo nome si associano subito titoli come Scemo & + scemo e Ace Ventura. Un attore dotato di un senso comico molto fisico fatto di contorsioni pirotecniche, di smorfie, di rutti e di flatulenze. Una maschera dalla quale l’attore canadese ha cercato per anni di liberarsi con successo in The Truman Show e perdendo per strada una buona parte del suo pubblico in film come The Cable Guy e Man on the Moon. Poi ti fa un Una settimana da Dio, torna insomma alle commedie pure che lo hanno reso celebre, e i suoi fans tornano alla grande. Ma a Carrey tutto questo sta un po’ stretto, non vuole venire percepito semplicemente come un mimo che fa ridere con scene e battute un po’ grossolane. [...] “Non ho mai ragionato in questi termini, quando mi butto in un nuovo progetto non mi metto a pensare a quale particolare segmento di pubblico fare appello. [...] Desidero amore, desidero pizze nel mezzo della notte e di correre una 10 miglia a 90 anni. [...] cerco di vivere sul momento apprezzando quello che ho. Tutto qui”» (Lorenzo Soria) • «Come accade con buon ogni comico che si rispetti, ha molto poco in comune con i suoi personaggi. Jim Carrey l’uomo è invece un tipo diviso e tormentato, il figlio di un maniaco depressivo diventato un comico non per scelta ma come forma di difesa per la sua stessa sopravvivenza, uno che ancora adesso soffre di lunghi periodi di paralizzante depressione. “Jim si porta dentro molto dolore", commenta Martin Landau, che nel film The Majestic era stato suo padre, “molto di più che scemo e più scemo". Uno, soprattutto, che non vorrebbe più essere percepito come quello che fa ridere con la sua straordinaria fisicità ma come un attore drammatico ed è anche per questo che, nell’arco degli ultimi anni, ha cercato di lasciarsi indietro i personaggi e il tipo di cinema che lo hanno reso famoso. Una carriera parallela, insomma, che con l’eccezione di The Truman Show ha avuto però scarso successo. The Majestic, in particolare, con quel suo tentativo di affrontare temi come il maccartisimo e la questione dei diritti civili nell’era del dopo 11 settembre, si era rivelato un vero disastro, con un incasso totale di venti milioni di dollari che non è bastato neppure a coprire il suo compenso personale» (La Stampa) • Ha sofferto per anni di depressione: «Sono sempre stato onesto al riguardo. Ora non è più la mia compagna costante come è stata in passato, per tanto tempo. Ora quando piove, piove. La differenza è che la pioggia non resta abbastanza da permettere di immergermi e annegare, come invece accadeva prima. Ho imparato a tirare fuori quello che avevo dentro. Per anni curavo la mia depressione con gli psicofarmaci e per un po’ è andata bene, poi un giorno ho capito che stavo solo rimandando il momento della resa dei conti. Prima o poi avrei pagato un prezzo. I medicinali mi facevano sentire bene, ma non mi permettevano di guardarmi dentro, di capire la ragione della mia rabbia. Ero profondamente arrabbiato e frustrato e se tu non dai voce a questi sentimenti, se li reprimi o li sopisci con le medicine, un giorno scoppi. Ha presente quei poveracci che entrano in una scuola armati fino ai denti e sparano a tutti? È perché hanno represso la loro rabbia e sono scoppiati. Credo che la cosa più importante sia insegnare alla gente ad esprimersi. Insegnare che un uomo può piangere senza che venga considerato un debole. Devi piangere, altrimenti ti ammali» (ad Andrea Carugati) • Dipinge, scolpisce e disegna vignette satiriche. Fece discutere in Italia una vignetta con protagonisti i cadaveri di Benito Mussolini e Claretta Petacci appesi a testa in giù. «Per me è tutta la stessa cosa. Quando interpreti un film che cosa fai? Scolpisci un personaggio. Se entri a casa mia e vedi tutti i miei quadri appesi ai muri è la stessa cosa, è come se il mio cervello fosse esploso su quei muri. Quanto ai fumetti politici, siamo in guerra: una guerra contro l’intelligenza di questo Paese. Dunque ho sentito il bisogno di trasformare alchemicamente questa confusione, di trovare un modo per esprimere le mie opinioni. Niente di più. So che a volte ha effetto e altre no, ma non posso accettare di tacere in un momento come questo. Dobbiamo urlare e far sapere che non ce ne staremo buoni, che siamo stanchi di dare ascolto a bugiardi, a disgustosi bugiardi. Ne ho abbastanza, sono pronto ad andare in guerra» • «Per molto tempo l’attore, tra i più amati e pagati di Hollywood, non si è visto quasi più. Ogni tanto appariva a qualche evento con un enorme barbone. O esibiva i suoi quadri, chiarendo che la pittura era la sua nuova forma di espressione creativa. Insomma, agli occhi di molti Carrey era diventato un altro comico travolto dai suoi demoni e dal lato oscuro. “Ho in effetti attraversato un periodo in cui non volevo più essere in questo business. Non vuoi centrare la tua vita intorno alla fama, al successo, a chi è popolare e a chi è in cima alla stratosfera. Ero arrabbiato con me stesso perché mi dicevo: questo è Truman Show, sei sulla porta e non hai il coraggio di attraversarla e di vedere cosa c’è dall’altra parte. E poi, un giorno ho capito che quella soglia l’avevo già attraversata, che ero fuori dal giro da cinque anni, che me ne ero già andato. L’unica cosa che mi tiene qui è questo avatar fisico che fa questo mestiere per vivere. Ma io sono altrove. Che questo non è chi sono. Chi siamo è una cosa molto più grande. Tutto ciò mi ha permesso di tornare a giocare. Ora sto solo giocando”» (a Lorenzo Soria) • «Non ho paura di invecchiare, però voglio farlo con grazia, comprando un sacco di maglie con il collo alto, o una bella gorgiera come quella che usa il Joker. L’unica cosa di cui ho paura è la luce in verticale sopra la testa. Essere nudo in piena luce dopo una certa età è come la criptonite per Superman, tutto grida rughe! Vecchiaia! Per il resto tutto bene, grazie» (ad Andrea Carugati per i suoi 60 anni) • Nell’aprile 2022, alla rivista Access Hollywood, ha annunciato il suo ritiro dal cinema: «Stavolta sono piuttosto serio. Ho fatto abbastanza. Però dipende. Se gli angeli mi dovessero portare qualche genere di sceneggiatura scritta in inchiostro dorato che mi dicesse di essere particolarmente imprescindibile per il pubblico, potrei proseguire la mia strada, per adesso mi prendo una pausa. Mi piace molto la mia vita tranquilla e mi piace dipingere e amo davvero la mia vita spirituale: ne ho abbastanza. Ho fatto abbastanza. Io sono abbastanza».
Amori Due matrimoni finiti. Il primo, dal 1987 al 1996, con l’attrice Melissa Jaine Womer, da cui ha avuto una figlia, Jane (1987). Seconde nozze con l’attrice Lauren Holly, durate meno di un anno • Ha avuto relazioni con Laurie Holden, January Jones, Anine Bing e Renée Zellweger, sua partner in Io, me & Irene. «Un’altra botta fu quando finì la mia storia con Renée Zellweger (a fine dicembre del 2000, ndr), dovetti rimandare le riprese di un anno prima di essere presentabile alla troupe. Ho passato periodi senza controllo. L’umorismo è stato una medicina. Sono uno di quelli che il lavoro se lo porta a casa» (a Valerio Cappelli) • Dal 2005 all’aprile 2010 è stato fidanzato con l’attrice e modella Jenny McCarthy • Nel 2015 l’ex fidanzata Cathriona White si tolse la vita e lui venne accusato di averla indotta al suicidio, accusa poi ritirata.
Curiosità No vax • Il 14 novembre 2022 il Ministero degli esteri russo lo ha inserito nella lista delle 100 celebrità canadesi a cui è vietato l’ingresso in Russia, come risposta alle sanzioni occidentali introdotte a seguito dell’invasione dell’Ucraina • «Il suo attore comico preferito? “Marlon Brando perché dissacrava con perizia il mestiere d’attore e sopportava i dolori della sua vita di padre e uomo con energia. Dopo di lui, Buster Keaton perché, come me, amava in egual modo il dramma e la commedia”» (a Giovanna Grassi) • Durante le riprese di Ace Ventura: l’acchiappanimali, si fece allestire come camerino un pullman Greyhound pavimentato in marmo di Carrara • Crede ai miracoli fin da bambino, quando pregava per avere una bicicletta da cross che i suoi non potevano permettersi e che un giorno si ritrovò parcheggiata davanti casa. Un suo amichetto l’aveva iscritto alla lotteria di un negozio senza dirglielo e lui aveva vinto • Nel 2003, Quando è comparso sulla copertina di Entertainment Weekly, alla vigilia dell’uscita del film Una settimana da Dio, la stampa americana lo ha accusato di essersi fatto la plastica facciale. Accusa respinta dall’attore.
Frasi «Ormai il pubblico si aspetta che mi metta una mano nel sedere e che mi rovesci come un pullover» • «Ero, e sono, molto invidioso di Harry Potter» • «Ho sempre pensato che ci fosse un significato spirituale dietro alle mie battute. Convivo con tanti spiritelli, vedo la vita come una festa in costume. Finiremo tutti nello stesso posto, se esiste» • «Penso sia normale avere esaurimenti e crisi, questo è il problema che stiamo avendo nella nostra società: tutto viene accompagnato da vergogna e umiliazione».