20 gennaio 2024
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Biografia di Geena Davis (Virginia Elizabeth D.)
Geena Davis (Virginia Elizabeth D.), nata a Wareham (Massachusetts, Stati Uniti) il 21 gennaio 1956 (68 anni). Attrice. Attivista. «Brava e intrepida» (Tullio Kezich) • «[...] ex modella della biancheria sexy e di massa di Victoria Secrets» (Giovanna Grassi). Scoperta da Sydney Pollack, cui piacquero le sue foto su una rivista di intimo e decise di offrirle una piccola parte in Tootsie (con Dustin Hoffman, 1982). Nel 1989 vinse l’Oscar per la miglior attrice non protagonista per la parte dell’addestratrice di cani in Turista per caso (Lawrence Kasdan, 1988) • «[...] quando divenne la Thelma di Thelma e Louise, con quella parte della moglie repressa che scopre una nuova vita di avventura e di illegalità on the road, la Davis, assieme con la compagna Susan Sarandon, divenne protagonista di un fenomeno culturale. Doveva essere anche l’inzio di una fulminante carriera, ma dopo Thelma, per lei, le cose non sono andate come sperava» (Sta 9/7/2002) • Tra gli altri suoi film: La mosca (David Cronenberg, 1986), Spiritello porcello (Tim Burton, 1988), Ragazze vincenti (Penny Marshall, 1992), Spy (Renny Harlin, 1996), Stuart Little – Un topolino in gamba (Rob Minkoff, 1999). Vista anche nella serie Una donna alla Casa Bianca (ABC, 2005-2006), che le valse un Golden Globe. Poi, in tredici puntate di Grey’s Anatomy (ABC, 2014-2018) e nella serie L’Esorcista (Fox, 2016) • «Apparsa sempre più di rado sullo schermo. Da qualche anno si dedica soprattutto al suo Institute on Gender in Media, che si batte per l’eguaglianza di genere al cinema e in tivù» (Grazia Turi, Vanity 13/9/2021) • Lei è alta un metro e ottantatré: le ha creato problemi a Hollywood, dove la star maschile deve essere sempre più alta? «No. Anche perché ci sono un sacco di trucchi per fare sembrare gli attori maschi più alti di quanto siano».
Titoli di testa «So che passerò alla storia come quello che ha fatto raggiungere per la prima volta l’orgasmo a Geena Davis in Thelma & Louise» (Brad Pitt).
Vita Nata sei minuti dopo la mezzanotte • Figlia di William e Lucille Davis. Gente perbene. Lei, insegnante. Lui, ingegnere civile e diacono nella chiesa di Wareham, Massachussets. Anche la piccola Geena, la domenica, serve la messa: è assistente organista. «Sono cresciuta in una famiglia in cui si rischiava di morire di gentilezza. I miei avrebbero lasciato che venisse imboccata l’autostrada contromano piuttosto che criticare l’autista e io ero come loro» • Un fratello maggiore, Danforth (n. 1953). Nel 1958 avrebbe dovuto arrivare un altro fratellino, Joel, ma nacque già morto • Il suo modello femminile chi è stato? «Mia zia Gloria. Ero ragazzina e lei aveva una vita eccitante, viaggiava, andava in vacanza in Portogallo. Mi ha portata a teatro per la prima volta e ha stimolato la mia curiosità per le cose e per il mondo» (Turi) • «Avevo forse tre anni quando ho deciso che un giorno avrei fatto l’attrice. Avevo le idee chiare, ma non so perché. Ho fatto il college, sono diventata adulta ma non sapevo come entrare in quel mondo. Era il periodo in cui Christie Brinkley e Lauren Hutton debuttavano sul grande schermo, così ho pensato che fare la modella avrebbe potuto aiutarmi. E ho scelto quella strada» • All’inizio, i classici lavoretti. La cameriera. L’indossatrice. La fotomodella. «A un certo punto i miei agenti mi consigliarono di lavorare per qualche tempo in Europa e mi mandarono a Milano per qualche mese. Che periodo triste! Non sono mai riuscita a trovare un lavoro in quella città: Milano per me rappresenta un fallimento totale» • Poi, un colpo di fortuna. «Per il ruolo in Tootsie hanno chiamato la mia agenzia e chiesto se c’era una modella che sapesse recitare. Sono andata al provino e li ho convinti. Ma avevano bisogno di una ragazza che apparisse in lingerie. Ho mostrato loro le foto che avevo fatto per un catalogo di Victoria’s Secret e mi hanno scritturata» (Turi) • È l’inizio della sua carriera. Pochi anni dopo è la protagonista femminile in La mosca. «Lavorare con un genio come David Cronenberg è stato un privilegio. Per me quello era più di un semplice horror di fantascienza: era una tragica storia d’amore. Tra l’altro, io e Jeff Goldblum all’epoca eravamo una coppia felice». Arriva l’Oscar per Turista per caso. «Prima della premiazione avevo sentito dire in tivù che non avevo nessuna chance di vincere: pensavo solo a godermi lo spettacolo. Quando poi hanno letto il mio nome non potevo crederci: un’esperienza extra-corporea. E infatti del resto della serata mi ricordo poco» • Ma all’inizio degli anni Novanta che diventa famosissima. «Critici americani perplessi; opinione pubblica divisa tra fieri sostenitori e accaniti oppositori della coppia di giovani amiche; spettatori elettrizzati e sconvolti dalla vicenda e dall’immagine inconsueta di due donne forti, indipendenti e determinate; considerevoli incassi al botteghino; copertina su Time; dibattiti, inchieste e analisi psico-sociologiche a non finire. Thelma & Louise, il film di Ridley Scott (Blade Runner, Black Rain, Alien) di cui tutti parlano, road movie al femminile, dove questa volta è la donna ad essere personaggio duro e violento, è diventato in breve tempo un fenomeno culturale. Thelma e Louise sono due magnifiche eroine ribelli. Vivono in una tipica cittadina di provincia americana. La prima, interpretata da Geena Davis, è una casalinga repressa e annoiata, sposata ad un uomo egoista e insensibile. L’altra, impersonata da Susan Sarandon, è una cameriera dal passato burrascoso e insoddisfatta dell’attuale compagno. Insieme decidono di evadere dalla solita routine e di dimenticare almeno per un week-end i loro problemi. Salgono a bordo di una Thunderbird cabriolet del ‘66 e si avventurano per la strada che le porterà ai confini del Messico. Ben presto però, il loro viaggio si trasforma in una brutta avventura. Durante una sosta in un locale notturno, Thelma quasi si ubriaca e un bullo locale, approfittando della situazione, tenta di violentarla. Louise accorre in aiuto dell’amica, spara all’uomo e lo uccide. A questo punto la vacanza diventa una fuga, in un crescendo di violenza le due donne si trovano coinvolte in un vorticoso susseguirsi di tragici avvenimenti» (Alessandro Acutis, Sta 28/8/1991). «Premiata con l’Oscar la neo sceneggiatrice Callie Khouri, il film è una lunga vacanza femminile che cambia colore ma non si esaurisce in un compitino d’amor emminista; allora, però, sembrò tutto scandaloso. Scott si concede la libertà di coniugare al femminile il film action on the road […] con la memoria storica di un genere che ha visto nel corso del tempo gangster e amanti in fughe senza fine, con detour elettrizzanti su panorami magnifici. Susan Sarandon e Geena Davis (erano in lizza anche Goldie Hawn e Meryl Streep) sono le eroine della rivolta che da rurale diventerà metropolitana (Sex and the City), passando dalla pazza gioia alla trasgressione con vendetta, come succede ai maschi cowboy» (Maurizio Porro, CdS 26/8/2016) • «Thelma and Louise ha avuto un effetto importante su molte donne. E questo mi ha fatto riflettere di più sulle mie scelte, ho deciso che da quel momento avrei rappresentato solo personaggi in controllo del loro destino. Mi va bene fare la parte di una giocatrice di baseball, meno bene quella della moglie di un giocatore. Insomma, se la mia vita è una nave, io voglio esserne il capitano».
Amori È stata sposata quattro volte • La prima, con tale Richard Emmolo, dal 1981 al 1984 • Poi con l’attore Jeff Goldblum, suo compagno in La mosca, sposato nel 1987, lasciato nel 1991 • Quindi con il regista Renny Harlin: nozze pirotecnice con una mongolfiera, invitati in maschera, un favoloso party spiato da giornalisti e operatori tv in elicottero e la sposa che gridava al mondo: «Ho sposato un uomo da favola (era il 1993, divorziarono nel 1998) • Infine, per vent’anni, dal 2001 al 2021, con Reza Jarrahy, chirurgo craniofacciale di origine iraniana, quindici anni più giovane di lei. Al momento del divorzio dichiarano di essere «incompatibili l’uno con l’altro» • È così difficile trovare l’uomo giusto? «No, in realtà è perché amo alla follia le feste nuziali» (Turi).
Figli Tre, tutti dal medico iraniano. La prima, Alizeh (n. 2002), la ebbe a quarantacinque anni. Poi due gemelli, Kian William e Kaiis Steven (n. 2004), quando ne aveva già quarantasette.
Impegno Dopo la nascita della prima figlia, nuova carriera come attivista. «Mi sono accorta ben presto che i programmi per bambini erano pieni di ingiustizie di genere. Nei cartoni di mia figlia l’uomo andava al lavoro e la donna restava a casa. Cominciai a parlarne con più persone possibili nell’ambiente ma tutti mi dicevano che non era vero e mi facevano esempi di protagoniste femminili di film di animazione, così commissionai uno studio sulla figura femminile nei programmi per bambini. I risultati furono imbarazzanti. Nella programmazione per ragazzi noi donne eravamo all’11%» • Fondatrice del Geena Davis Institute on Gender in Media, che produce statistiche sulla rappresentazione femminile nelle opere d’ingegno. Motto: «If she can see it, she can be it», se lo vede può pensare di diventarlo • Ha creato anche un suo festival a Bentonville, in Arkansas, con un cartellone «molto aperto alla diversità». «Scegliamo le opere in concorso con criteri molto severi: devono essere inclusive, devono rispecchiare il mondo, a iniziare dalle donne, ma anche le comunità di colore, Lgbtq+, i disabili, gli anziani… Dopo sette edizioni ci dicono che è il migliore nel suo genere».
Curiosità Porta il 44 di scarpe • QI di 140 • Appassionata di tiro con l’arco, arrivò al punto di essere selezionata nella nazionale olimpica degli Stati Uniti • Parla correntemente lo svedese, perché da ragazza andò a fare uno scambio in Svezia • Non s’innervosisce quasi mai. «Ho acqua ghiacciata nelle vene» • Ha raccontato di aver fatto l’abitudine «al telefono che non squilla» e alla discriminazione nei confronti delle attrici di una certa età • Dice di essere stata semi-molestata da Bill Murray Aveva 34 anni. Durante un provino «ha incontrato Murray nella suite di un hotel e lui l’ha salutata tenendo in mano un dispositivo per massaggi chiamato “The Thumper”, che insisteva per usare su di lei, malgrado il suo energico rifiuto» • Conserva un vestito di Spiritello porcello, un paio di jeans e una giacca di Thelma & Louise e il guanto da baseball di Ragazze vincenti. «Ho sistemato la statuetta dell’Academy su uno scaffale sopra il caminetto, ma durante il terremoto a Los Angeles del 1994 è caduta e si è piegata. Fa ridere perché adesso sembra l’Oscar di Pisa!» • Suo fratello Danforth è ingegnere geotecnico e lavora a Las Vegas • Suo padre è morto nel 2009, sua madre nel 2001. Nel 2022, in omaggio alla sua famiglia perbene, ha dato alle stampe un’autobiografia che s’intitola Morire di gentilezza • Geena, qual è l’eredità che vorresti lasciare alle nuove generazioni? «Beh, il mio scopo, e quello dell’Istituto, è cambiare il modo in cui le donne sono rappresentate sullo schermo e anche dietro lo schermo. Con i miei figli ha funzionato: sono cresciuti, ormai, e li vedo piuttosto svegli sui temi della parità e dell’inclusione» (Serena Dandini, Rep 23/10/2021) • «A parte questo, sono molto ottimista, questa generazione di giovani donne cambierà molte cose, ne sono convinta».
Titoli di coda Che consiglio daresti alle giovani Thelma? «Fammi pensare… Non buttatevi giù nel burrone?» (Dandini)