La Stampa, 26 febbraio 2024
Le sette sorelle padrone del mondo
Mentre Nvidia giovedì pubblicava i suoi conti da record, sui social ha cominciato a girare un olio su tela del Guercino. Atlante che sorregge la volta celeste. La correlazione, come ci ha abituati linguaggio di Internet, è affidata a poche parole scritte sul dipinto. Sotto la titanica tensione dei muscoli di Atlante, “Nvidia”. Sotto il verde smeraldo della volta celeste, “L’intera economia globale”. Un meme. Nella semantica dei social, un’immagine che in modo semplice riesce a sintetizzare messaggi complessi. Un’immagine particolarmente efficace in questo caso. Perché Nvidia è l’azienda che in questi giorni sta spingendo il mercato azionario a nuovi livelli record. Il motivo è semplice. Nvidia produce schede grafiche e processori. E i suoi chip, sono gli strumenti che rendono possibile le meraviglie dell’Intelligenza artificiale.
Se l’Ai promette di fare una rivoluzione, Nvidia produce i fucili e le baionette dei rivoluzionari. Le vendite record registrate dall’azienda nell’ultimo trimestre (221 miliardi) e la capitalizzazione record raggiunta subito dopo (2.000 miliardi, quadruplicata in un anno) hanno innescato un boom del mercato azionario spinto dai colossi tecnologici. Nuovi record sono stati segnati da Meta, Google (Alphabet), Amazon, Apple. E Microsoft, regina della nuova corsa all’oro del mercato digitale con investimenti miliardari in OpenAi, l’azienda che poco più di un anno fa ha dato il calcio di inizio alla partita delle macchine intelligenti. Tutte ‘trilion company’, società che valgono più di mille miliardi.
Oggi sette aziende tecnologiche (le citate finora, più Tesla) hanno una capitalizzazione complessiva di 14.000 miliardi. Secondo i dati del Fondo monetario internazionale, più della metà del prodotto interno lordo degli Stati Uniti (25.000 miliardi); quasi quanto quello dell’Europa (17.000); sette volte quello dell’Italia (2.100). Il loro dominio sul mercato azionario è incontrastato.
Oggi tra le 10 aziende più capitalizzate al mondo, 9 sono aziende tecnologiche Usa. Il loro peso sull’S&P 500 (l’indice azionario più importante Usa) è tale che una loro crescita porta in rialzo tutto il valore dell’indice, mascherando turbolenze e crolli di altri titoli. E il divario continua a crescere, tra fasi di crescita impetuosa e crolli vertiginosi. Dal 2000 ad oggi se ne contano almeno quattro: Dotcom, subprime, pre e post pandemia Covid. Ma nel lungo periodo il valore di queste società è sempre cresciuto. Spinto da nuove promesse. Nuove corse all’oro. E l’Ai non ha l’aria di essere una promessa vuota. Promette oro vero.
Gli analisti concordano che sarà una leva senza precedenti per l’economia globale, portandolo a crescere di svariate migliaia di miliardi. Pari a circa il 3%. Numeri difficili da immaginare, ma che inducono gli investitori a fare la loro puntata. Spinti anche dagli infiniti ambiti in cui l’Ai potrà essere applicata: salute, prevenzione, lavoro, analisi e gestione delle crisi climatiche. Tutto. Al momento, promesse. Pochi, a parte Nvidia, hanno cominciato a macinare sul serio utili grazie all’Ai. E anche l’impatto sulla società, sulla vita delle persone, al momento è più uno scenario possibile che qualcosa di concreto. Poco importa. I portafogli delle grandi società di investimento fanno incetta di titoli.
In Silicon Valley si acclama già la “next big thing”, la prossima grande innovazione capace di cambiare tutto, rivoluzionare paradigmi, promettere praterie fertili e mercati vergini. Allo spirito pioneristico dei tecno entusiasti di San Francisco, la prospettiva che sia in arrivo una nuova rivoluzione serve. Riaccende i motori. Gli entusiasmi. Riaccende le fantasie.
Venerdì Jeff Bezos, fondatore di Amazon, insieme a Nvidia, Microsoft e OpenAi ha investito in una startup che lavora a robot umanoidi. Si chiama FigureAi. Fa robot dai movimenti delicati come pochi altri. Capaci di fare caffè e preparare tisane. Ha raccolto 675 milioni dai colossi del tech. La stessa industria dei chip fa gola. Sam Altman, capo di OpenAi, con Microsoft sta progettando una fabbrica di chip con la leva del fondo sovrano degli Emirati Arabi. Aziende che progettano il futuro. Create dalle intuizioni delle aziende che già dominano il presente. Capaci di raccogliere miliardi, far schizzare valutazioni, creare nuovi campioni mondiali.
La volta celeste si ingrandisce. Sempre più carica, sempre più pesante sulle spalle di Atlante. Il titano – condannato a sorreggerla – per ora regge. L’incognita è quando comincerà ad accusare la fatica.