la Repubblica, 26 febbraio 2024
Seimila euro a testa ci costa caro avere un’Europa ancora poco unita
Circa 3000 miliardi l’anno fino al 2032 con un risparmio di 6700 euro l’anno per ogni cittadino europeo. Ecco il costo della “non Europa”; ecco il risparmio pro capite che si realizzerebbe se l’Unione fosse pienamente unita in settori nevralgici della società: dalla transizione ecologica ai trasporti, dalla difesa al lavoro. Una cifra gigantesca che vale il 18 per cento dell’intero Pil dell’Unione. È il risultato di uno studio del Servizio di ricerca del Parlamento europeo, sotto la responsabilità di Lauro Panella. Sabato Mario Draghi, illustrando i primi risultati del suo Rapporto sulla competitività, ha fatto riferimento alla necessità di spendere 500 miliardi l’anno solo per l’ambiente e la digitalizzazione. Risorse che sarebbero già disponibili se ci fosse “più Unione”.«La società europea – si legge nel report dell’Eurocamera – si trova ad affrontare sfide quali i cambiamenti climatici, i conflitti geopolitici, l’erosione dei principi democratici e le disuguaglianze sociali. E ci attendono altre possibili crisi: economica e sanitaria. Tali sfide possono essere affrontate al meglio con una risposta comune da parte degli Stati membri, piuttosto che con un’azione non coordinata, frammentata o isolata». Il Parlamento allora punta l’attenzione su dieci settori in grado di garantire risparmi considerevoli.Si spenderebbero 664 miliardi in meno ogni anno e ogni cittadino si ritroverebbe in tasca 1400 euro in più. Bisognerebbe intervenire però sulla semplificazione amministrativa e sull’armonizzazione delle regole.Transizione verde. Il risparmio ammonterebbe a 440 miliardi annui e a 980 euro per europeo. Questo avverrebbe se si incoraggiassero energia pulita, fonti rinnovabili e decarbonizzazione. Simili scelte creerebbero 2 milioni di posti di lavori. A patto di prevedere aiuti per gruppi sociali e aree geografiche “vulnerabili”. Nel 2022 – è l’esempio citato – oltre 41 milioni di europei non potevano riscaldare la loro casa. Una cifra cresciuta di sette milioni in 4 anni.Trasformazione digitale. 384 miliardi di spesa in meno e 860 euro pro capite. «Per realizzare un’ambiziosa transizione digitale – si avverte – l’Ue e i suoi Stati membri devonoinvestire 75 miliardi di euro all’anno». Gli Stati Uniti e la Cina guidano il mondo con l’80% degli investimenti annuali nell’intelligenza artificiale, nelle tecnologie blockchain, nella cybersicurezza. Un esempio: nel 2022 oltre il 40% delle Pmi ha subito attacchi informatici. Circa il 60% di queste fallisce entro sei mesi, con un costo medio di 30 mila euro.Lavoro e coesione sociale. 334 miliardi in meno e 750 per ogni cittadino. «Le future azioni della politica di coesione – sottolinea lo studio – potrebbero ottimizzare l’assegnazione dei fondi affrontando le disparità tra aree urbane e rurali».Unione monetaria. 321 miliardi di risparmio e 720 euro per ogni cittadino. Il Parlamento europeo sottolinea «la mancanza di una capacità di bilancio Ue sufficientemente centralizzata». La spesa per interessi sul debito (il rapporto debito-Pil medio è del 90 per cento in Europa) ammonta a 290 miliardi. La disparità tra Stati membri è un fattore di difficoltà. «Rendere permanenti NextGenerationEu e Sure e integrarli nel bilancio comunitario è una delle soluzioni possibili».Parità di genere. 285 miliardi in meno nei bilanci pubblici e 630 euro in più a ogni cittadino. Le donne ricevono una retribuzione mediamente inferiore di oltre il 12% rispetto agli uomini. Una maggiore azione unitaria potrebbe ridurre il divario retributivo di genere dell’11%.Salute. 208 miliardi di risparmio e 460 euro per ogni europeo. Il Parlamento suggerisce una politica sanitaria comune dell’Ue, basata sui protocolli intrapresi durante la pandemia. L’Europa funga or a da mediatore in materia di prezzi e rimborsi.Difesa. 170 miliardi in meno e 380 euro in più per cittadino. La spesa militare totale degli Stati membri dell’Ue nel 2022 ha raggiunto circa 240 miliardi di euro, quasi come la Cina, il secondo Paese che spende di più a livello globale dopo gli Stati Uniti. «L’efficienza di questa spesa è però bassa». Un esempio: nell’Ue ci sono 17 diversi carri armati, 29 tipi di fregate e 20 aerei da combattimento. In Usa sono rispettivamente 1, 4 e 6. «Un ruolo più incisivo nella difesa – potrebbe offrire un notevole valore aggiunto sfruttando le economie di scala. Sarebbe rilevante il risparmio delle risorse».Giustizia. 154 miliardi, 340 a testa. L’esempio si basa sulla corruzione. Circa un europeo su 3 ha riferito di aver dovuto pagare una tangente. Se venissero aumentati i finanziamenti per Eurojust, Europol e Procura europea, questa percentuale si ridurrebbe sensibilmente.Economia dello spazio. 78 miliardi e 180 euro. Il riferimento è lo spazio. «L’Ue – si sottolinea – fatica a cogliere i benefici dell’esplorazione spaziale». Gli investimenti degli Stati membri in questo ammontano a circa 6,5 miliardi di euro all’anno. Quelli americani a 22 miliardi e quelli cinesi a 12. Secondo l’Eurocamera, investendo congiuntamente, «potrebbero esserci benefici per 58 miliardi nel 2030 e 671 mila posti di lavoro aggiuntivi».