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 2024  febbraio 25 Domenica calendario

Voto in South Carolina, trionfa ancora il tycoon. Ma Haley non molla


charleston (south carolina) «Mi piace perché non molla, anche se tutti le dicono di farlo», spiega Julia, 13 anni, con l’apparecchio ai denti e la mamma accanto. L’ultimo comizio di Nikki Haley in South Carolina – sullo sfondo della portaerei ormeggiata a Charleston e nota come «The Fighting Lady» – era anche il primo comizio nella vita di Julia. E sua madre non è nemmeno repubblicana: è una dei tanti democratici che, potendo votare nelle primarie dell’uno o dell’altro partito per via delle regole in vigore in questo Stato, hanno scelto di partecipare a quelle repubblicane dato che la nomination di Biden era scontata. Sylvia Jefferies, nipote di un governatore democratico dello Stato negli anni Quaranta, che ha votato due volte per Trump, ci diceva che è passata con Nikki perché è una «mamma del Sud in un mondo di uomini» e da governatrice di questo Stato ha portato la disoccupazione dall’11 al 4%. Votare per Haley era per loro una forma di resistenza contro Trump e contro il senso di impotenza che accompagna queste elezioni, indipendentemente dal risultato.
I sondaggi pre-voto mostravano che la distanza di Haley da Trump si era ridotta da oltre 30 a circa 23 punti, comunque insormontabili anche agli occhi dei suoi fan. Infatti il tycoon ha poi vinto. Al comizio venivano distribuiti boa di piume e gli uomini si prestavano a indossare collanine fucsia, ma nel resto dello Stato Trump ha un vantaggio schiacciante e l’ex governatrice repubblicana viene bollata come un’agente di Biden. Eppure lei dichiara: «Rifiuto di mollare. La South Carolina vota sabato, e domenica sarò ancora in corsa per la presidenza».
A Washington, intanto, al Cpac (la conferenza dei conservatori) Trump dando per scontato di batterla in South Carolina – come già in Iowa, New Hampshire e Nevada —, parlava delle elezioni di novembre. «Sei licenziato Biden, togliti dai piedi», ha detto, prendendo in giro l’attuale presidente e imitando il suo modo di camminare. Trump ha citato Putin che in una recente intervista ha detto di preferire Biden alla Casa Bianca. «Sono d’accordo con lui. Io ho bloccato il gasdotto Nord Stream. Biden l’ha approvato e ha fermato il nostro gasdotto Keystone». Anche le aperture alla comunità afroamericana puntano a strappare a Biden una percentuale di questo elettorato tipicamente democratico: ad un gala alla Black Conservative Federation in South Carolina, l’ex presidente ha detto che gli afroamericani simpatizzano con lui perché i processi mostrano che come loro viene «discriminato». Il pubblico ha riso alle sue battute: «Le luci sono così forti che vedo poca gente in fondo. Vedo i neri, ma non i bianchi… vedete quanta strada ho fatto?».
Al Cpac diversi politici – uomini e donne – sfilavano ieri per i provini da vice di Trump. Quando ci avviciniamo a Haley e osserviamo che in Italia c’è già una donna premier, lei replica: «Sarebbe ora anche qui». Per Helen, scienziata ed elettrice democratica che si è trasferita qui dal New England e che parteciperà per la prima volta nella sua vita alle primarie repubblicane per votare per l’ex governatrice, non è una questione femminista. Haley è una improbabile paladina dei diritti delle donne: ha dichiarato che gli embrioni congelati sono «esseri umani», dopo il verdetto della Corte suprema dell’Alabama, per poi dover «recuperare» sottolineando il suo appoggio alla fecondazione in vitro (Trump l’ha fatto prima di lei). Il marito di Helen l’ha avvertita che il suo potrebbe essere un voto per la futura vice di Trump. «Ma anche se fosse vero, non mi dispiacerebbe: può portare un po’ di moderazione».
Perché Nikki Haley continua a correre? Ha i soldi per farlo: solo a gennaio ha raccolto 16,5 miliardi di dollari, il che fa infuriare Trump che ha minacciato di «bandire in modo permanente» quei donatori repubblicani. Ma molti pensano che la stessa Haley guardi oltre le primarie, molto oltre: al 2028.