La Lettura, 25 febbraio 2024
Dio c’è, lo dice la scienza
Arrivare a Dio non per fede, ma attraverso la ragione. È una sfida filosofica che accompagna l’uomo da millenni, e che nell’era dello strapotere della scienza torna paradossalmente in primo piano, secondo Michel-Yves Bolloré e Olivier Bonnassies, autori del bestseller francese Dio. La scienza, le prove. L’alba di una rivoluzione che arriva ora in Italia per Sonda. «La Lettura» ha incontrato gli autori in un ufficio parigino, felici di parlare non tanto del loro Dio, quello cattolico, ma delle scoperte scientifiche che a loro avviso dimostrano l’esistenza di una causa intelligente originaria (come poi le religioni sviluppino questo punto di partenza, è un altro discorso). È una corrente che esiste da sempre nel mondo scientifico e accademico. «Ma mancava un’opera che mettesse in fila, in modo coerente e organico, un’ipotesi sempre più convalidata dal progresso della conoscenza. Pensavamo servisse un anno di lavoro, ce ne sono voluti tre, con l’aiuto di 30 esperti, ma siamo felici del risultato», dice Michel-Yves Bolloré. Tra i motivi iniziali dell’interesse mediatico francese, anche il cognome di uno dei due autori: «Vincent Bolloré (il patron del gruppo Vivendi, con interessi in Italia da Telecom a Mediaset, ndr) è mio fratello minore – dice Michel-Yves, ingegnere e a sua volta imprenditore —. Abbiamo lavorato assieme dal 1975 al 1990, poi le nostre strade professionali si sono separate ma i nostri rapporti personali restano buoni. Quanto a Olivier Bonnassies, ci siamo conosciuti per alcuni progetti imprenditoriali e abbiamo scoperto l’interesse comune per le questioni scientifiche legate all’esistenza di Dio. Così è nata l’idea del libro».
All’inizio del volume c’è uno schema interessante, una curva che mostra l’inversione della tendenza nei secoli: dalle scoperte scientifiche che, una dopo l’altra, sembravano aiutare l’uomo ad affrancarsi da Dio, a quelle più recenti che invece renderebbero la sua esistenza più probabile.
OLIVIER BONASSIES — La scienza ha cambiato campo. Ma è un processo lento. Max Planck, il fondatore della meccanica quantistica, diceva che nella scienza una teoria nuova non si impone mai, piuttosto sono i suoi avversari che finiscono per morire. Comunque, Albert Einstein diceva che ogni persona seriamente implicata nella scienza finirà per scoprire che uno spirito intelligente, più grande di quello umano, si manifesta nelle leggi dell’universo.
MICHEL-YVES BOLLORÉ — La questione di Dio è passionale, la sua esistenza può implicare una limitazione della propria libertà, per questo è così difficile affrontarla in modo ragionevole. Per quattro secoli le scoperte scientifiche sono state interpretate come un progresso verso la liberazione di quel che dicono la chiesa, i Vangeli, le religioni.
Dove si colloca, storicamente, l’inversione della tendenza?
MICHEL-YVES BOLLORÉ — All’inizio del XX secolo, intorno agli anni Venti. Fino ad allora, il senso della storia sembrava andare verso il materialismo e lo scientismo, verso la negazione di Dio. Da Copernico a Freud passando per Galileo, Laplace, Darwin. Poi le cose sono cambiate, ma sono processi lenti. Nel nostro libro c’è un capitolo sul Big Bang, nel quale parliamo delle persecuzioni alle quali sono stati soggetti gli scienziati in Urss e in Germania, perché il Big Bang, l’idea di un inizio dell’universo, metteva in crisi l’impostazione materialista.
OLIVIER BONASSIES — A un certo punto, una serie di scoperte concordano nel concludere due cose: per prima cosa che c’è un inizio del tempo, dello spazio e della materia, e che questi tre elementi sono legati, come Einstein ha dimostrato; e poi, secondo punto estremamente importante, che l’universo è retto da regolazioni assolutamente incredibili, precisissime. Basterebbe cambiare un’inezia e tutto crollerebbe. Le scoperte che vanno in questo senso si accumulano, e mettono gli atei in seria difficoltà».
È l’idea dell’orologiaio, giusto? Se l’universo è un orologio dai meccanismi infinitamente sofisticati e concatenati, ci vuole un orologiaio che l’abbia progettato...
MICHEL-YVES BOLLORÉ — È così. Il nostro non è un libro né di religione né di fede, ma di scienza. Credo che abbia avuto successo perché raccogliamo gli argomenti che suggeriscono l’esistenza di un Dio creatore, e li forniamo a chi si pone questo genere di domande. Poi ognuno potrà fare quello che vuole della risposta, l’adesione o meno a una religione non ci riguarda.
Qual è l’argomento a vostro avviso più importante?
MICHEL-YVES BOLLORÉ — Oltre alla complessità del vivente, la termodinamica e la morte termica dell’universo. Carnot, Boltzmann, Kelvin capiscono che l’universo è come un fuoco che viene acceso e poi si spegne. Ci vuole qualcuno che l’abbia acceso.
OLIVIER BONASSIES — Esiste un consenso quasi generale sulla morte termica che attende l’universo, conseguenza dell’applicazione del secondo principio della termodinamica a un sistema che si espande per un tempo indefinito. L’universo non è eterno, ha un inizio e una fine, ed è scientificamente ragionevole pensare che l’inizio dipenda da una causa originaria che possiamo chiamare Dio. Poi, insisto sulla regolazione dell’universo, che si regge sulla precisione fantastica di almeno una trentina di costanti. Quelli che parlano di caso, di coincidenza, non sono convincenti. Se lei organizza una lotteria su scala mondiale e poi va a intervistare il vincitore, quello vi dirà che ha avuto molta fortuna. Se il giorno dopo lei organizza un’altra lotteria ed è la stessa persona a vincere, dirà che ha davvero molta fortuna. Alla terza lotteria vinta dalla stessa persona, arriva la polizia a dire che non è possibile, non si può avere sempre fortuna. È come se noi avessimo sempre un’incredibile fortuna, tutti i giorni. È statisticamente impossibile».
La Chiesa non ha mai visto di buon occhio i tentativi di dimostrare l’esistenza di Dio attraverso la ragione e la scienza.
MICHEL-YVES BOLLORÉ — Per molte ragioni, una delle quali è che secondo la Chiesa Dio non ha bisogno di prove. È un atteggiamento intellettuale influenzato dal protestantesimo, che è fideista. Poi c’è la convinzione diffusa che sia impossibile dimostrare l’esistenza di Dio attraverso la ragione, ma non è vero.
OLIVIER BONASSIES — Ci sono però fasi diverse. Il 22 novembre 1951 Pio XII dice che scienza, filosofia e rivelazione collaborano armoniosamente alla conoscenza del Dio unico creatore, sono tutt’e tre strumenti di verità e raggi di uno stesso sole. È il nocciolo del nostro libro».