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 2024  febbraio 24 Sabato calendario

Storie d’amore e drammi storici: il trionfo delle serie turche


Su Canale 5 stanno trionfando le serie turche: da «Mr Wrong» a «Love Is In The Air», da «My Home My Destiny» a «Terra Amara». Ormai la serialità turca si è ritagliata uno spazio importante nell’industria dell’intrattenimento globale, è seconda solo agli Stati Uniti per esportazione di serie. Propone storie d’amore, drammi storici e azioni avvincenti, secondo la consolidata tradizione delle soap opera e, prima ancora, delle telenovelas. Le serie turche si chiamano «dizi», l’abbreviazione di «televizyon dizileri», traslitterazione dal turco di «serie televisive». Cosa si cela dietro questo successo?
C’è chi parla di storie coinvolgenti e universali, secondo la grande scuola del feuilleton: melodramma, amori, intrighi, tradimenti. C’è chi sottolinea l’alta professionalità delle produzioni (è vero). C’è chi esalta l’abilità degli attori (questione di gusti). C’è infine chi mette in evidenza il ruolo del governo turco nella produzione e promozione di queste serie, come se si trattasse di una massiccia operazione propagandistica di soft power.
La spietatezza di cui il presidente Erdogan dà prova con ogni genere di oppositori è l’altra faccia dello spericolato talento col quale volteggia sulla politica internazionale: il successo delle sue serie equivale al fatto che la Turchia (membro della Nato) è la grande beneficiaria dell’aggressione russa contro l’Ucraina. Il politologo turco Cengiz Aktar, che insegna scienze politiche all’università di Atene, sostiene che «le relazioni esterne restano fortemente soggette agli umori del presidente, agli interessi economici degli uomini forti del regime, a un’eccessiva fiducia nelle proprie capacità d’influenza, al sentimento antioccidentale e all’atavico antisemitismo dell’islam salafita». Erdogan ha messo al bando i «valori occidentali», ha coltivato l’estremismo nazionalista e anticurdo, ha «liberato» la Turchia dalla laicità, eppure sta conquistando l’immaginario globale con le sue serie.
Qualcosa non funziona: Hollywood era considerata dal mondo comunista la fabbrica degli inganni, ma finora la serialità turca gode di buona stampa. È la stessa operazione che i sovrani delle monarchie del Golfo fanno con lo sport?