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 2024  febbraio 24 Sabato calendario

Il boom dei corsi di sopravvivenza Così l’America si prepara al peggio

Il settantenne Johnny Green aveva quattro anni quando suo padre, che per vivere cacciava con le trappole nei boschi, lo portò con sé per la prima volta. I tempi sono cambiati. Quando il figlio di Johnny alle elementari si iscrisse ai Boy Scout, scoprì che la pistola.22 con cui sparava agli scoiattoli e alle rane era vietata, come lo era il coltello che portava con sé da quando si tolse il pannolino. Ma adesso queste abilità, messe da parte per mezzo secolo nella ricerca del progresso e della «convenienza», sono tornate di moda, con una crescita di iscrizioni a corsi di sopravvivenza in tutti gli Stati Uniti. Quando chiedi «perché», i partecipanti e gli istruttori ti rispondono: «Per essere preparati». È un fenomeno legato all’ansia e all’incertezza per il futuro che si respira in America.
Johnny è uno degli insegnanti della Woodsrunner School diretta da Joshua Barnes nei boschi della South Carolina. Le lezioni riguardano: sopravvivenza (le prime 48-72 ore), bushcraft (trovare l’acqua e depurarla, catturare animali, costruire rifugi) e homesteading (coltivazione e conservazione del cibo). La maggior parte dei partecipanti ha meno di 16 o più di 35 anni, dice Barnes: tra gli over 35 c’è un aumento di persone preoccupate per motivi politici, dalle crisi all’estero al confine con il Messico. Anche Darby Lindler, istruttore in un’altra scuola, la «Trail Blazer Survival School & Adventures», ha visto i clienti cambiare: da escursionisti e cacciatori a coppie dei sobborghi e tantissimi ragazzini istruiti a casa anziché a scuola. «Molti vanno in campeggio, a caccia o a pesca e vogliono saper gestire gli incidenti, mentre altri vogliono imparare ad essere autosufficienti se qualcosa più in generale va storto. Per 20-30 anni la vita in America è stata relativamente comoda, ma gli ultimi 4-5 sono stati difficili: con il Covid, l’inflazione, e la gente vede le notizie internazionali e sa che, se succedesse qui, non saprebbe come affrontare certe situazioni».
In questo mondo dei «preppers», che hanno anche canali YouTube e TikTok per mostrare le tecniche di sopravvivenza, ci sono molti veterani di guerra, che come Lindler hanno vissuto il caos del crollo delle strutture sociali in Iraq e in Afghanistan e vogliono essere autosufficienti, nel caso in cui qualcosa del genere accada in America. «Nella natura trovo Dio, guido escursioni sulle montagne per una chiesa evangelica, quindi voglio essere preparato – ci dice Ross Reynoldson, veterano di guerra che ha partecipato al corso di Joshua – ma anche il clima politico influisce. C’è il timore che Biden voglia portare via le armi, molti hanno dubbi sulla legittimità della sua elezione, come d’altronde con Bush vs Gore lo pensavano i democratici. Metà del Paese crede che l’altra metà voglia distruggere la democrazia... Dopo il voto, ci saranno mesi tumultuosi».
L’istruttore
«Vogliono gestire gli incidenti, imparare a essere autosufficienti se qualcosa va storto»
«Anche i social contribuiscono: quando la gente legge che Zuckerberg e Musk costruiscono bunker, si chiede: cosa sta succedendo?», spiega Lindsay Hibbard, mamma single di due adolescenti che co-gestisce un gruppo social di ventimila «preppers». «Ci prepariamo a ogni tipo di possibilità. In questo momento la mia priorità sono i disastri: c’è la minaccia che la rete elettrica venga attaccata dalla Cina. La gente pensa che basti avere un’arma e conservare il cibo, ma impariamo anche molta ingegneria». Lindsay, che per lavoro realizza cappelli per cantanti country ma sa anche pilotare un aereo, ha formato con Barnes e altri un gruppo più riservato di poche centinaia di preppers «controllati e approvati». Alcuni li chiamano M.A.G., Mutual Assistance Group. «Ci sono preppers che vogliono difendere solo se stessi e la loro famiglia e dicono: se vieni nella mia proprietà ti sparo – continua Lindsay —. Ma il modo migliore per sopravvivere non è da soli: è conoscere persone con abilità diverse. E poi alcuni sono un po’ lunatici: noi non ci stiamo preparando per gli zombie o gli alieni, per quanto se accadesse saremmo in grado di gestirli (ride). E ci sono quelli che dicono: lui è l’anello debole, quindi probabilmente lo mangeremo. Possono stare nel gruppo più grande, ma noi abbiamo quello più piccolo».
Lindsay ha a casa cibo sufficiente per alcuni anni. Quando con «Biden la situazione al confine è precipitata», ha aumentato le riserve. «Ma cerco di non preoccuparmi troppo». «C’è gente che guarda i notiziari piena di ansia—conferma Ross —, non parlano d’altro al lavoro e in chiesa. Io non voglio vivere così».
La maggior parte delle persone con cui abbiamo parlato è conservatrice, Johnny è l’unico che vota democratico dal 2020, dopo essere stato repubblicano per una vita. «Non potevo più votare per Trump dopo quel che ha fatto per 4 anni». Lindsay e gli altri lo prendono in giro, ma c’è una fiducia profonda tra queste persone. Per loro, imparare e condividere queste tecniche è un modo per esercitare un controllo sulla propria vita, quando sentono che troppe cose sono fuori controllo.