la Repubblica, 21 febbraio 2024
Cosa non si fa per lo show Il lungo cambia le regole e dice addio al salto nullo
Tutti più free.Liberare il volo, non sprecare più nessun decollo, via quell’asse di battuta, quella take- off board che uccide i sogni. No more fouls con la take-off zone.Niente più nulli. In modo da andare più lontano, rendere più veloce il viaggio, non perdere tempo. L’anno scorso ai Mondiali di atletica di Budapest su 240 tentativi (lungo e triplo) ci sono stati 77 nulli. Il 32,1%. Uno spreco di energie: salti anche belli, peccato che il piede fosse andato oltre il segno. Via, sciò, eliminato. E poi schiodarsi da certe misure pare fantascienza. Nel lungo il record del mondo maschile dura da 33 anni. Quello delle donne da 36. L’americano Mike Powell nel ’91 arrivò a 8,95 metri, la sovietica Galina ?istjakova (sì c’era ancora l’Urss) a 7,52. Per non parlare del triplista britannico Jonathan Edwards: il suo 18,29 è imbattuto da 29 anni. Che fare? Ammettere ufficialmente la mediocrità degli atleti di oggi e la superiorità di quelli di ieri o cambiare format?
Per dire, con la nuova regola il salto indoor e d’oro di 8,34 metri di Mattia Furlani, primato nazionale, varrebbe più di 8.40. Chi comanda nell’atletica ribadisce la voglia di dare una scossa a specialità che non fanno più molta audience. La cura è uccidere il nullo, liberalizzare l’area che sarà più vasta, dalla quale l’atleta potrà saltare. La nuova misurazione avverrà dal punto esatto del decollo e non più dall’asse. L’inglese Jon Ridgeon, ex ostacolista, chief executive di Wa (World Athletics) ha annunciato che la rivoluzione è vicina, partirà con esperimenti nei meeting minori e se tutto andrà bene potrebbe far la sua apparizione al mondiale 2026 e poi ai Giochi di Los Angeles 2028. «Ogni salto conterà, basta con gli sprechi, cercheremo anche di ridurre il tempo di attesa del risultato a 20-30 secondi». Carl Lewis, uno che se ne intende: 4 ori olimpici nel lungo, dieci anni senza sconfitta, 8,87 nel ’91, terza misura migliore di sempre, ci va giù pesante: «Deve essere uno scherzo d’aprile anticipato. Se togli il nullo perdi l’aspetto tecnico più difficile. E allora perché non allargare i canestri nel basket visto che tanti tiri vanno fuori?». E magari anche le porte del calcio.
Cercare nuovi approcci nello sport è sempre interessante, ma il nullo ha segnato la storia della specialità e dell’atletica. L’americano Jesse Owens a Berlino nel ’36 era a un passo dalla non qualificazione alla finale non lo avesse aiutato il “nemico tedesco” Luz Long mettendogli un fazzoletto bianco come segno. Anche Bob Beamon nel ’68, l’uomo del favoloso 8,90, stava per essere escluso causa una notte di vigilia troppo trasgressiva, per non parlare di Beppe Gentile che ai Giochi del Messico in finale nel triplo (ri)fece il record mondiale, subito superato da altri, per piombare in quattro nulli. C’è anche il nullo millimetrico di Lewis che ai Trials di Indianapolis atterrò a metri 9.14, peccato che sulla plastilina venne rintracciato il segno di un chiodo. Per Claudio Mazzaufo, responsabile azzurro dei salti: «Bisognerebbe soprattutto tutelare la salute degli atleti che su pedane e plastiline scivolose rischiano danni seri alle caviglie, come è capitato alla nostra Dariya Derkach. Con la nuova regola si passa dal più rigido fiscalismo a un liberi tutti forse eccessivo. La tavola di battuta richiede all’atleta precisione tecnica a velocità elevate, capacità ritmica, maestria del gesto. Basterebbe, visto che i salti si misurano a centimetri, prendere il fermo-immagine del piede a terra e avere più tolleranza per i millimetri». Anche per Roberto Pericoli, vice dt azzurro, ex coach del triplista Fabrizio Donato, così diventa un altro sport. «E tra l’altro creerebbe un doppio standard: da giovane sei vincolato all’asse di battuta e alla paura del nullo, da atleta adulto no. In più siamo sicuri che il pubblico capirebbe e parteciperebbe di più non avendo punti di riferimento?». Chissà se il prossimo passo sarà quello di abolire anche l’asticella dell’alto. Crea tensione nel saltatore. E poi ogni volta si perde tempo a rimetterla su. Meglio la telemetria. Libera pure quella