la Repubblica, 21 febbraio 2024
La lezione della Storia
Anticipazione di Storia dell’Italia contemporanea di Umberto Gentiloni
La Repubblica italiana ha quasi ottant’anni mentre la guerra fredda si è conclusa, almeno nei suoi aspetti più evidenti, da oltre tre decenni. Il passato non si misura con automatismo o con strumenti certi, la distanza dagli eventi contribuisce a sedimentare piste di ricerca, domande socializzabili, percorsi di studio. (…) L’Italia del lungo dopoguerra che abbiamo alle spalle ha vissuto stagioni diverse, segnate da continuità e progresso, talvolta colpite da fratture violente. Una tensione continua che ha legato le sorti di una comunità nazionale a un contesto più ampio, definito nel corso del tempo dalle grandi trasformazioni di processi storici andati ben al di là dei confini della penisola. Il contesto nazionale si è costantemente immerso in una rete di vincoli, relazioni, interdipendenze. Una costruzione continua fatta di compatibilità, limiti, aspirazioni e interessi. E così progressivamente sono cadute le chiavi di lettura che avevano raccolto fortune diffuse e interpretazioni prevalenti: quella di un paese a sovranità limitata, gestito o diretto da altri posizionati a centinaia di chilometri di distanza, a Washington o a Mosca, a Bruxelles o a Pechino. E su un altro versante si è contestualmente esaurito il racconto dell’Italia contemporanea come traiettoria autonoma e originale, diversa da tutto e da tutti, incomparabile e per molti versi persino incomprensibile con gli strumenti dell’analisi storica. (…) Tale snodo appare ancor più significativo e rilevante se si analizzano le vicende italiane nel prisma dei mutamenti del contesto internazionale negli ultimi trent’anni (…). L’architettura del sistema internazionale si è modificata progressivamente, la nuova globalizzazione ha spazzato via ogni residuo di certezza rassicurante: iniziata a cavallo tra il XX e XXI secolo ha promosso e radicato forti cambiamenti sia negli assetti interni ai singoli Paesi che nel complesso degli equilibri geo-politici mondiali. (…) Inserite in tale quadro appaiono più chiare alcune delle ragioni dell’attuale crisi e riorganizzazionedell’assetto politico eistituzionale italiano. (…) Gli elementi di frammentazione del quadro politico, in parte riconducibili alle forme di sostegno al bipolarismo fragile e imperfetto tra il 1994 e il 2013 non riescono a essere ricomposti nella XVII legislatura, come dimostrano i risultati delle elezioni del 2018. Con una schiacciante maggioranza relativa dei Cinque stelle prende forma una legislatura incerta, segnata, sotto il profilo parlamentare, da cambiamenti spesso repentini di alleanze. Un Paese smarrito in cerca di vie d’uscita o di salvifiche soluzioni a portata di mano sembra infatuarsi di leader dai tratti più o meno marcatamente populistici o antisistema.La crisi delle forme della rappresentanza politica spinge tutti i protagonisti verso nuove sperimentazioni in una legislatura movimentata e incerta: cambiano i governi, le alleanze, il perimetro tra conflitto e cooperazione. (…) L’ultimo pronunciamento elettorale (25 settembre 2022) sembra aver indicato una direzione di marcia precisa (…). Un blocco composito e plurale con una leadership inedita, una donna per la prima volta nella storia d’Italia alla guida di una coalizione di forze e partiti. (…) Si apre così una fase nuova segnata da una destra vincente che punta a consolidare il quadro di un paese attraversato da una lunga dialettica tra maggioranze e opposizioni variabili. Difficile fare previsioni sugli esiti, la strada di una stabilizzazione consensuale appare ancora lontana, il perimetro della Repubblica diventa un terreno conteso e incerto: Quali eredità del passato? Quali messaggi per le nuove generazioni? Cosa può significare rifondare un patto di convivenza tra italiane e italiani? La cornice della Costituzione del 1948 rimane la bussola di riferimento (nonostante le tante nuove repubbliche proclamate e morte nello spazio breve di pochi anni) il punto di partenza di ogni progetto di riforma o di cambiamento della forma istituzionale o dei rapporti tra i poteri dello Stato. L’antifascismo del lungo dopoguerra ha rappresentato una cornice condivisa, un’ancora per tracciare percorsi e ipotesi di sviluppo. Ma l’antico quadro di certezze appare progressivamente sgretolato, tutto appare in discussione in una sorta di nuovo inizio dai contorni e dagli esisti ancora incerti.A poche settimane dalle elezioni i lavori del nuovo Parlamento si aprono con un intenso discorso. Tocca a Liliana Segre inaugurare da presidente provvisoria del Senato della Repubblica la XIX Legislatura. Senatrice a vita nominata dal Presidente Mattarella il 19 gennaio 1998; deportata da Milano il 30 gennaio 1944 e sopravvissuta ad Auschwitz. Le sue parole del 13 ottobre 2022, pronunciate nell’aula del Senato della Repubblica, sono il sigillo più forte a un tornante complesso della storia dell’Italia contemporanea, una sorta di monito per le sfide del tempo che verrà. (…) Uno sguardo fiducioso, un richiamo al destino comune che avvicina istituzioni e cittadini nell’esercizio delle libertà fondamentali. (…) Nel cuore del Mediterraneo, nella capacità di misurarsi con crisi o stabilizzazioni, venti di guerra o accordi condivisi si gioca il destino di un paese (e forse del vecchio continente) la sua capacità di rinnovare identità e missione di una comunità nazionale. Se prevarranno gli agenti delle paure, la chiusura identitaria di nuovi muri o porti non accessibili tutto rischia di essere più complicato e incerto. Se gli assi di riferimento della politica estera e della sicurezza nazionale verranno modificati in modo significativo per favorire altri interlocutori mettendo così in causa i legami con l’Europa, la Nato, il quadro degli organismi internazionali di riferimento lo strappo con il passato rischierebbe di essere lacerante e carico di conseguenze.Tutto è ancora in gioco, previsioni di scenari inediti e dirompenti si sovrappongono alla possibile conservazione di consuetudini e rapporti di forza. Nelle difficili compatibilità del nostro tempo la storia della Repubblica può essere un’indicazione non banale, un consapevole richiamo a un itinerario comune che tra alti e bassi, tra passi avanti e battute d’arresto può aiutare a tracciare nuove rotte senza traumi, abiure o salti nel vuoto.