ItaliaOggi, 21 febbraio 2024
Periscopio
Cominciò già con gli antichi Egizi. Il suo punto di arrivo fino a ieri è stato il nazismo. Prima gli Ebrei sono stati odiati per la religione, poi per la razza, infine per la nazione. Fiamma Nirenstein, 7 ottobre 2024. Israele brucia, Giubilei Regnani 2024.
Sono sempre stato convinto del fatto che si possa sintetizzare il conflitto israelo-palestinese, dall’inizio del Novecento a oggi, in una sola riga: conflitto, pausa, conflitto, pausa, conflitto, pausa, conflitto, pausa. La differenza più importante tra le due parti è ciò che hanno fatto durante le pause. Israele ha costruito una società e un’economia impressionanti, anche se imperfette. Hamas ha impiegato quasi tutte le sue risorse per costruire dei tunnel da cui lanciare i suoi attacchi. Thomas L. Friedman, Linkiesta.
[Parigi]. France insoumise di Jean-Luc Mélenchon e il partito ecologista Europe Écologie les Verts (…) hanno inviato una lettera al Comitato olimpico internazionale chiedendo che gli atleti israeliani partecipino ai Giochi olimpici di Parigi senza bandiera, per punire «i crimini di guerra» che Israele avrebbe commesso a Gaza dallo scorso 7 ottobre in avanti. il Foglio.
Dopo la conquista della Crimea, la guerra contro l’Ucraina, e adesso dopo l’assassinio di Navalny, il disegno di Putin è diventato evidente (anche se non a tutti, inspiegabilmente). Il suo disegno nascosto è infatti, fin dal 1999, quello di riconquistare con la forza i paesi che facevano parte del Comecon. Solo un uomo formato dal Kgb poteva simulare, per vent’anni, d’avere in testa il progetto di collaborare con l’Occidente fino a lasciar capire d’essere interessato a entrare nella Nato e nella Ue. (…) Un vero, gelido e straordinario mistificatore. Diritto & rovescio (ItaliaOggi).
Una parte della cittadinanza europea è consapevole della destabilizzazione del mondo che i poteri rappresentati da un presidente con precaria salute mentale [Putin? No, Zelensky, o Biden, non è chiaro] stanno perseguendo. Elena Basile 1, il Fattosky quotidiano.
Ivan Sechin, figlio di Igor, alleato di Putin e AD di Rosneft, compagnia petrolifera rssa, è morto a 35 anni per un «coagulo di sangue staccato», la stessa causa che, secondo i servizi carcerari russi, ha provocato la morte di Alexei Navalny. Ansa.
L’elicotterista russo Maxim Kuzminov, che disertò consegnandosi alle forze ucraine col suo velivolo e che lunedì è stato trovato morto in Spagna, era «un traditore e criminale diventato un cadavere morale già al momento in cui pianificava il suo terribile delitto». Lo ha affermato il capo dell’intelligence esterna russa, Serghei Naryshkin, citato dalla Tass. Ansa.
Ihar Lednik, giornalista e membro del Partito socialdemocratico bielorusso, è morto all’età di 63 anni in una colonia correzionale dove stava scontando una pena detentiva di tre anni con l’accusa d’aver insultato il sovrano autoritario del paese, Alyaksandr Lukashenko. La causa della morte non è nota. rferl.org (Radio Free Europa).
Il progetto indipendente DeepState ha pubblicato un video che mostra soldati ucraini presi prigionieri che vengono uccisi da militari russi vicino a Robotyny, nella regione di Zaporizhzhia. «Secondo le unità vicine, il 18 febbraio i russi hanno catturato parte d’una postazione ucraina, dove si trovavano tre soldati della terza brigata Spartan. Il nemico ha catturato e fucilato i nostri soldati», si legge nel commento al video. Nei giorni scorsi Kiev aveva denunciato esecuzioni di prigionieri di guerra ucraini disarmati anche a Vesele e Avdiivka. repubblica.it
La piattaforma X di Elon Musk ha sospeso per un’ora l’account di Yulia Navalnaya a causa di non meglio specificate «violazioni delle regole» della community. «Sospendiamo gli account che violano le Regole di X», si leggeva sul profilo della vedova di Alexei Navalny. Poco meno di un’ora dopo [accampando «un errore»] l’account è tornato visibile. Prima che l’account fosse sospeso, gli utenti avevano segnalato che i post di Navalnaya erano accessibili tramite collegamento diretto ma non venivano visualizzati quando altri account lo citavano o gli rispondevano.il Foglio.
Si tratti davvero d’un errore oppure no poco importa. Un imprenditore con un patrimonio personale d’oltre cento miliardi, padrone d’un social a cui sono iscritte circa 400 milioni di persone e su cui si fa vita pubblica, può decidere secondo i suoi codici fumosi e insindacabili chi abbia diritto di parola e chi no, per la forza delle sue proprietà ben al di sopra della forza delle leggi e della forza delle costituzioni. Ci siamo asserviti a dei Putin digitali. Mattia Feltri, La Stampa.
Dopo l’uccisione di Navalny e nel secondo anniversario dell’inizio della guerra in Ucraina, l’agenzia di sicurezza interna russa (Fsb) fa sapere d’aver arrestato a Ekaterinburg una trentatreenne con doppia cittadinanza russa e americana, con l’accusa d’alto tradimento per aver raccolto fondi per Kiev. Viviana Mazza, La Stampa.
Gli stessi che si commuovono per la morte del dissidente e per la sua «bionda e fremente» moglie (cui, per carità, anche noi esprimiamo la nostra solidarietà) non hanno mai pronunciato una parola a favore di Assange e di Stella Morris, «consorte bruna», che da anni chiede clemenza per il marito, un giornalista che ha avuto il coraggio di svelare i crimini di guerra Usa. Elena Basile 2, il Fattosky quotidiano.
Anche al netto della campagna putiniana per creare una falsa equivalenza tra lui e Navalny, la popolarità del fondatore di Wikileaks è un fenomeno mondiale. Ma l’Italia ne è un laboratorio d’avanguardia. Linkiesta.
Ogni affermazione politica [di Matteo Salvini] fatica a reggere la prova birreria. È riuscito a ribattere a Yulia Navalnaya, secondo la quale il marito è stato ucciso da Putin col veleno, appellandosi a risultanze legali, quando [e se] arriveranno. Soltanto allora, dice lui, si potrà parlare. (…) È davvero complicato, se non si è dotati d’un eroico sprezzo della vergogna, trasformare in politica ogni questione giudiziaria e in giudiziaria ogni questione politica, e con argomentazioni meno che ginnasiali. HuffPost.
Bufera sul vicepremier [che] assolve Putin su Navalny. Lo zar: «L’Italia mi è vicina». Repubblica.
Salvini, hai rotto le balle. Carlo Calenda.
Quando un politico porta avanti un discorso, io faccio dieci passi indietro. Roberto Gervaso