Domenicale, 18 febbraio 2024
Vin santo e vino da messa
Vin Santo e vino da messa sono la stessa cosa? A prima vista la risposta potrebbe essere affermativa ma non è così, tutt’altro! Il nome del vino dolce, conosciuto nel mondo, soprattutto dai turisti che affollano il territorio toscano per gustarlo con i «cantuccini», ha una nascita bizzarra: il Concilio di Firenze del 1439, indetto da Papa Eugenio IV per discutere dell’Unione della Chiesa Occidentale con quella Orientale con oltre 700 alti prelati. Tra questi Giovanni Bessarione, vescovo di Nicea, che, dopo aver assaggiato un vino locale, pare abbia esclamato: «questo è il vino di Xantos», riferendosi forse al vino passito di Santorini. I commensali di quel banchetto, confusero il termine Xantos con «santos» pensando che Bessarione avesse scoperto caratteristiche salvifiche della bevanda.
Il Vin Santo, è un passito ottenuto con uve bianche (trebbiano toscano, malvasia), con anche una variante di uve rosse di sangiovese, da cui prende nome «occhio di pernice», il più apprezzato, che fermenta e matura per parecchi anni nei caratelli sigillati ermeticamente. Il vino da messa ha un valore simbolico in quanto rappresenta il «Sangue di Cristo» ed è protagonista spesso nelle sacre scritture, basti pensare all’episodio delle nozze di Cana. Durante la celebrazione della funzione sacra il vino è bianco, prodotto seguendo il disposto dell’articolo 924 del codice di diritto canonico:?«il vino deve essere naturale, del frutto della vite e non alterato. Durante la produzione non va aggiunto nulla all’uva».
Vin Santo e vino da messa non paiono dunque essere la stessa cosa, ma c’è un’eccezione proprio a Firenze, quando il vescovo celebra la messa nel Duomo della città, nel calice viene versato un vino rosso, un Vin Santo Chianti Classico docg della storica azienda agricola Pieve di Campoli dell’ente istituto diocesano per il sostentamento del Clero.
Un’azienda agricola di 50 ettari, situata in un piccolo e suggestivo borgo, che produce olio e ottimi vini con due linee: Pieve di Campoli e Cortine; oltre al Chianti Classico sta valorizzando interessanti vitigni autoctoni, come il canaiolo e il pugnitello. Così è se mi piace!