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 2024  febbraio 21 Mercoledì calendario

Periscopio

I tentativi di riportare la Russia entro i confini del 1991 porteranno (…) a una guerra globale con l’Occidente. Utilizzeremo l’intero arsenale strategico [contro] Kiev, Berlino, Londra, Washington e tutti gli altri bellissimi luoghi storici a lungo [e tuttora] inclusi negli obiettivi della nostra triade [?] nucleare. Dmitrij Medveedev (da Repubblica).

Lividi sul cadavere di Navalny. Botte a telecamere spente. Sorveglianza video disattivata due giorni prima. La Stampa.
Putin ha avvelenato mio marito col Novichok [l’agente nervino già utilizzato quando cercarono d’avvelenarlo nel 2020]. Yulia Navalnaya.
Sono abituato a portare a termine ogni lavoro. Non lascio le cose a metà. Vladimir Putin, dopo il primo avvelenamento di Nicolas Navlany nel dicembre del 2020 (dal Giornale).
Il suo fine era in qualche modo la perfezione, / conosceva ogni virgola dell’umana follia / e aveva per eserciti e flotte una passione; / se rideva stimabili senatori ridevano, / e se piangeva, in strada i bambini morivano. W.H. Auden, Epitaffio per un tiranno (in Un altro tempo, Adelphi 1997).
Zelensky massacra copiosamente [i bambini russi] sparando sui civili a Donetsk e Belgorod, come mostra una documentazione inoppugnabile. Alessandro Orsini, il Fattosky quotidiano.
La libertà è un virus. La Russia cambierà. Aleksej Navalny.
Molti ucraini prendono in giro i «russi buoni», ricordando loro che non sono stati capaci di ribellarsi in massa né all’arresto di Navalny, né alla guerra, preferendo la fuga o il silenzio. Anna Zafesova, La Stampa.
La morte di Navalny ha fatto molta impressione [a una parte della] popolazione russa. (…) Iniziative spontanee per commemorarlo ci sono state in tutto il Paese. La gente porta fiori, fa fotografie e accende candele per onorare la sua memoria. Ma anche in questi luoghi di commemorazione sta intervenendo la polizia che, al momento in cui scrivo, ha già arrestato più di trecento persone (e sono sicura che il numero aumenterà). Vera Politkovskaja, figlia di Anna Politkovskaja, uccisa dai killer di Putin nel 2006 (Repubblica).

Identificati a Milano [per aver portato fiori in memoria di Navalny nel giardino intitolato ad Anna Politkovskaja]: la polizia può farlo grazie a una norma dell’era fascista. HuffPost.
La polizia identifica l’ex Br Alberto Franceschini. Ma la sinistra urla la regime. [Franceschini bisognava identificarlo prima che fondasse le Brigate rosse, non adesso che ne fa una giusta]. Libero.
L’identificazione delle persone è un’operazione che si fa normalmente nei dispositivi di sicurezza per il controllo del territorio. Matteo Piantedosi, ministro dell’interno.
Se per Piantedosi identificare persone che portano un fiore per Navalny è normale, se chiedere documenti e prendere generalità non comprime le libertà personali, allora il problema non sono gli agenti e l’abuso di potere in uno stato di diritto. Il problema è Piantedosi. (da milanotoday.it).
Si avverte una singolare sintonia nel modo in cui destra e 5S hanno pescato le parole per tenersi distanti da Mosca. La frase chiave è: «vogliamo che sia fatta chiarezza». In se stessa, un’espressione ineccepibile. Eppure non suona bene nel suo contesto. Si parla d’un dissidente condannato per reati d’opinione e fatto morire in un carcere della Siberia. Fare chiarezza è una richiesta un po’ troppo asettica. In compenso assomiglia nel tono e nella sostanza alla dichiarazione di Trump, amico di Putin e possibile presidente degli Usa in novembre. Forse la destra italiana si sta già preparando alla svolta di Washington? Sarebbe una manifestazione di cinismo in anticipo sui tempi. Stefano Folli, Repubblica.

A Roma la piazza fischia la Lega: «Amici di Putin, Vergognatevi». La Stampa.
Radicali e Italia Viva chiedono d’intitolare a Navalny la via dove ha sede l’ambasciata russa a Roma. Linkiesta.
Il fondatore di Hamas Zahar, un medico (…) che ha fondato la Palestinian Medical Society e contribuito alla rinascita della Fratellanza musulmana a Gaza, scrive [in un suo libro] che mentre la «famiglia delle nazioni» ha definito i nazisti come criminali di guerra, i nazisti sono in realtà un faro importante per molti nel mondo. (…) Zahar esorta a chiedersi perché sia avvenuto l’Olocausto e a capire coloro che «bruciarono gli ebrei». Lo fecero perché gli ebrei in quei paesi avevano preso il controllo dell’economia e della politica e sfruttavano le risorse di quei popoli a proprio vantaggio. Giulio Meotti, il Foglio.
Nessuno può spiegare come si possa decidere di tagliare le braccia d’una bambina di otto anni e di lasciarla tremare per ore immersa nel suo sangue finché muoia se non spinti da una folle ambizione trascendentale. Nessuno può spiegare come si possa uccidere la madre e il padre di fronte a una bambina di tre anni e poi caricarla su un’auto per rapirla, da sola. Eppure tutto questo è successo. Né si può spiegare come si possa fare strage d’un gruppo di ragazzine sedute tutte insieme in un nascondiglio mentre si tengono le mani l’una con l’altra per farsi coraggio. Eppure anche questo è accaduto. Noi siamo qui a farne per sempre testimonianza, perché il negazionismo, come quello della Shoah, è la forma più classica di riabilitazione dei mostri e lo sfondo, anche odierno, al più agguerrito antisemitismo. Fiamma Nirenstein, 7 ottobre 2023. Israele brucia, Giubilei Regnani 2024.

A nessuno oggi è utile fare la voce grossa con gli ayatollah. (…) Non fanno la voce grossa e neppure la voce timida i governi occidentali, le organizzazioni internazionali, le autorità religiose così tronfie dei loro vacui appelli di pace. Le ragazze iraniane vanno avanti, si fanno arrestare, stuprare, uccidere, ma vanno avanti perché noi non lo sappiamo più ma la vita senza dignità non è vita. Vanno avanti nell’indifferenza del mondo intero. Sepideh Rashno si è presentata in carcere, da sola, senza velo. Mattia Feltri, La Stampa.
Ci vuole un taglio radicale dei balzelli, ma la sinistra è parassitaria e la destra è sociale, cioè la medesima cosa.ItaliaOggi.
[Riguardo all’aldilà] la penso come Pajetta: abbiamo mandato parecchie delegazioni, ma nessuna è mai tornata indietro. Rino Formica (Aldo Cazzullo, Corriere della Sera).
Fra un secolo, sulla mia tomba, leggerete: «Qui giace Roberto Gervaso: scusate il ritardo». Roberto Gervaso