ItaliaOggi, 21 febbraio 2024
Biblioteche tedesche infinite
A che servono le biblioteche, private e pubbliche? Prendono spazio, sarebbero poco ecologiche, per la carta si abbattono milioni di alberi. Scannerizzati, migliaia di libri, di enciclopedie, starebbero in una decina di cd, basta un clic per consultarli e trovare la pagina desiderata.
Mia moglie e io non sappiamo più dove sistemare i nostri libri, in quattro lingue, e che magari non riapriremo mai più. Hanno invaso l’appartamento, abbiamo scaffali anche in cantina. Però li conserviamo. Non di rado capita che in un volume trovi la notizia invano cercata su Wikipedia.
Per quanto sia ottimista, non rivedrò il Pergamon Museum di Berlino che chiude, per ristrutturazione, almeno fino al 2027, quando verrà riaperta un’ala. I lavori costeranno un miliardo e mezzo di euro, ma probabilmente non basteranno né il tempo né i milioni. Il museo riaprirà completamente, se andrà bene, nel 2037. Se sarò vivo, non avrò, temo, la forza di andarci.
Non si poteva evitare, eseguendo di volta in volta i lavori necessari? Verrà ristrutturata anche la biblioteca nazionale di Lipsia, resterà chiusa per sei anni, ma era previsto, avviene per la quinta volta nella sua storia, in media ogni 30 anni dalla fondazione nel 1913, alla vigilia della Grande Guerra.
Ogni anno vengono pubblicati 70mila libri in Germania e la Deutsche Nationalbibliothek (Dnb) li conserva tutti, non importa se l’autore sia un premio Nobel, o un dilettante sconosciuto.
Chiedere quali siano importanti, e quali possano finire al macero, è una domanda sbagliata, ha spiegato il direttore Johannes Neuer, 48 anni. I volumi sono l’eredità culturale della nazione, e verranno conservati per sempre. Ricordate Il cielo sopra Berlino (1987), il film di Wim Wenders? Gli angeli vanno nella Staatsbibliothek, la Stabi, ad ascoltare i pensieri delle centinaia di esseri umani intenti a leggere i libri, che scorrono e si mischiano come un fiume in piena.
Una biblioteca è anche un punto d’incontro, restare isolati a casa innanzi al computer per leggere un testo online è comodo, ma si perdono incontri, scambi di idee. Un testo scannerizzato può essere manipolato. Di recente, mia moglie cercava un saggio, lo ha trovato online, ma lei voleva leggere la prefazione che invece era stata tagliata. Perché? Il volume completo lo ha ritrovato nella biblioteca di Viterbo.
Anche la carta non è una garanzia. Anni fa, andai all’emeroteca di Torino, per consultare l’annata 1962, della Gazzetta del Popolo. Un servizio perfetto, mi registrai per telefono e al mio arrivo trovai i dodici pesanti volumi uno per mese su un tavolo, ma le pagine che riguardavano i fatti di Piazza Statuto, la rivolta degli operai della Fiat, dal 7 al 9 luglio, erano state strappate. Vandalismo? Ma sulla carta la cicatrice rimane.
La Germania, a causa della divisione, ha due sedi della Biblioteca nazionale, a Lipsia, e dal 1946 a Francoforte. Si conservano anche i libri tedeschi tradotti all’estero, e i libri sulla Germania (perfino i miei).
Ogni giorno arrivano 15mila nuove pubblicazioni, anche in forma analogica, non solo libri, riviste, articoli di giornale. Chiunque pubblichi in Germania un volume in almeno 25 copie, deve mandarne per legge due alla Nationalbibliothek.
Credo che l’obbligo esista anche in Italia, ma non viene osservato. Il primo titolo custodito, il numero uno del 1913, è Gute Mütter, le buone madri, commedia in tre atti di Rudolf Holzer, autore viennese oggi dimenticato, ma non importa, a pochi scaffali di distanza si trovano le opere complete di Arthur Schnitzler, in due volumi.
Dopo l’ampliamento, la biblioteca a Lipsia conterrà 213 chilometri di scaffali con 35 milioni di titoli. Insieme con la sede di Francoforte i titoli superano i 46 milioni, e di questi solo 12,3 milioni sono digitali.
Ogni anno arrivano un milione e 600mila titoli. Il digitale avanza, ma non si rinuncia alla carta. È già previsto e si organizza il prossimo ampliamento nel 2035.
La Nationalbibliothek al contrario della Stabi di Berlino, non concede i libri in prestito, né invia online le copie digitali. Le opere, compresi gli ebook, si consultano solo in presenza. Molti criticano questo limite, probabilmente in futuro verrà abolito. Si guadagna tempo, e si perde una traduzione.