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 2024  febbraio 20 Martedì calendario

Il ritorno di J.K. Rowling

Robin si sedette sull’orlo del letto matrimoniale della camera degli Herbert. La stanza, dove dominavano varie sfumature di azzurro, era molto ordinata, a parte due cassetti aperti alla base dell’armadio. Robin conosceva gli Herbert da abbastanza tempo per sapere che era stato Nick a lasciarli così: era uno dei crucci personali di sua moglie che lui si dimenticasse sempre i cassetti aperti e non chiudesse mai le ante dell’armadio. In quel momento l’avvocata Ilsa era seduta su una sedia a dondolo in un angolo della camera e aveva attaccato al petto il bambino, che succhiava avidamente il latte. Provenendo da una famiglia di campagna, Robin non si turbò a sentire i rumori quasi animaleschi che faceva il piccolo. Strike li avrebbe trovati piuttosto sconvenienti.«Allattare ti fa venire una sete tremenda», si giustificò Ilsa, che aveva appena bevuto quasi tutta l’acqua. Dopo avere allungato a Robin il bicchiere vuoto, aggiunse: «Credo che mia madre sia ubriaca».«Lo so», disse Robin. «Non ho mai visto nessuna donna più contenta di essere diventata nonna».«Vero», sospirò Ilsa. «Maledetta Bijou, però».«Maledetta chi?».«La donna in rosa dal vocione rauco! L’avrai notata, no? Ha le tette che in pratica le escono dal vestito. La detesto», concluse Ilsa con veemenza. «Vuole essere al centro dell’attenzione tutto il tempo. Era presente nella stanza quando ho invitato altre due persone dello studio legale, così ha pensato che invitassi anche lei e a me non è venuta in mente nessuna scusa per dirle di no».«Si chiama Bijou?», chiese incredula Robin. «Come nome di battesimo?».«Come nome di rompipalle mangia-uomini. In realtà si chiama Belinda». Imitando il vocione sensuale, Ilsa aggiunse: «Ma tutti mi chiamano Bijou».«Come mai?».«Perché è lei a dire a tutti di farlo» rispose irritata Ilsa, e Robin si mise a ridere.«Ha una relazione con un Patrocinante della Corona sposato, e mi auguro con tutto il cuore di non dovermelo vedere in tribunale uno di questi giorni, perché lei ci ha raccontato troppe cose su quello che fanno a letto. Ha detto papale papale che sta cercando di farsi mettere incinta da lui per indurlo a lasciare la moglie. Ma forse sono troppo acida nei suoi confronti... be’, sì, sono acida. In questo momento non ho certo bisogno di avere intorno donne che portano la 42». Fissò il suo vestito blu e aggiunse: «Guarda qui, io adesso ho la 46. Non sono mai stata così grassa in vita mia».«Hai appena partorito e sei assolutamente splendida» ribattè con forza Robin. «Lo dicono tutti».«Sai, è per questo che mi sei simpatica, Robin» disse Ilsa, fremendo un poco quando il bambino le succhiò il capezzolo con eccessivo entusiasmo. «Come vanno le cose con Ryan?».«Bene».«Cosa sono, sette mesi che siete insieme?».«Otto» precisò Robin.«Uhm» fece Ilsa, sorridendo al suo bambino.«Perché uhm?».«A Corm la cosa non va proprio giù. Che faccia ha fatto quando tu e Ryan davanti alla chiesa vi siete tenuti per mano! E mi sono accorta che ha perso un quintale».«Ha dovuto per forza, perché l’anno scorso la gamba gli ha dato grossi problemi» spiegò Robin.«Se lo dici tu. Ryan non beve per niente?».«No, te l’ho detto. Era un alcolista, ma da due anni è astemio».«Ah. Mi sembra una brava persona. E vuole dei figli» aggiunse Ilsa, lanciando un’occhiata all’amica. «Me l’ha confidato lui, poco fa».«Non ci metteremo certo in cerca di figli, visto che ci conosciamo da appena otto mesi, Ilsa».«Corm non ha mai voluto figli».Robin fece finta di non sentire. Sapeva benissimo che da tanti anni Ilsa e Nick speravano che lei e Strike diventassero l’uno per l’altra qualcosa di più che ottimi amici e soci nell’agenzia investigativa.«Hai visto Charlotte sul Mail?» domandò Ilsa quando le fu chiaro che Robin non intendeva parlare degli istinti paterni – presenti o assenti – di Strike. «Con quel tizio, Dormer?»«Sì» disse Robin.«Mi verrebbe da dire “poveraccio”, ma ha l’aria di uno abbastanza tosto da tenerla a bada... Beninteso, anche Corm la teneva a bada, ma questo non le ha impedito di rovinargli la vita più che ha potuto».Charlotte Campbell era l’ex fidanzata a cui Strike era stato legato, sebbene in maniera intermittente, per sedici anni. Separatasi da poco dal marito, ultimamente compariva molto spesso nelle rubriche di gossip assieme al suo nuovo boyfriend, Landon Dormer, un miliardario americano del settore alberghiero con mascelle prominenti e tre matrimoni alle spalle. L’unica cosa che aveva pensato Robin, vedendo le ultime foto della coppia scattate dai paparazzi, era che Charlotte, benché più bella che mai nel suo succinto abito rosso, aveva gli occhi stranamente inespressivi, quasi vitrei. Qualcuno bussò alla porta della camera da letto e un attimo dopo entrò Nick, il marito di Ilsa.«Tutti convengono che prima di tagliarla dobbiamo fotografare la torta di battesimo» disse alla moglie.«Be’, dovrete concedermi un altro po’ di tempo, perché il bambino ha poppato solo da una parte», replicò infastidita lei.«Tra le altre notizie, c’è che la tua amica Bijou sta cercando di accalappiare Corm» aggiunse Nick, sorridendo.«Non è la mia cazzo di amica e sarà meglio che tu lo avverta che è una pazza scatenata» ribatté Ilsa. «Ahi!», aggiunse seccata, guardando torva il bambino.Giù, nella cucina affollata, Strike era ancora in piedi accanto alla torta di battesimo, mentre Bijou Watkins, il cui nome il detective aveva chiesto di ripetere perché all’inizio pensava di avere capito male, lo stava sommergendo con una valanga di pettegolezzi riguardanti il proprio lavoro, interrotti spesso da risatine. Rideva delle sue stesse battute e parlava a voce altissima: Strike era sicuro che in cucina non ci fosse nessuno che non la sentisse.«... con Harkness, conosce il Patrocinante della Corona George Harkness?»«Sì» mentì Strike. O Bijou immaginava che i detective privati assistessero di routine alle cause dibattute in tribunale o era una di quelle persone che credono che tutti siano, come loro, interessati ai particolari e ai personaggi inerenti alla loro professione.«... Così mi stavo occupando del caso Winterson. Daniel Winterson, capito? Insider trading».«Sì», annuì Strike, guardandosi intorno, in cucina. Ryan Murphy era scomparso. Si augurò che se ne fosse andato.«... E naturalmente, siccome non potevamo permetterci un altro processo annullato per vizio di forma, George mi ha detto: “Bijou, ho bisogno che ti presenti con il push-up, perché abbiamo il giudice Rawlins..."».Rise di nuovo, mentre una parte degli ospiti di sesso maschile la guardava, alcuni con un sorrisetto sulle labbra. Strike, che non immaginava la conversazione prendesse quella piega, si ritrovò a guardarle il décolleté. Aveva una figura indubbiamente favolosa: vita sottile, gambe lunghe e seno prosperoso.«Sai chi è il giudice Rawlins, no? Piers Rawlins?».«Sì» mentì di nuovo Strike.«Bene. Insomma, è uno a cui le donne piacciono molto, sicché sono entrata in aula così...».Si strinse i seni tra le mani e di nuovo scoppiò in una risata gutturale. Nick, che era appena riapparso in cucina, vide lo sguardo di Strike fisso sul suo décolleté e sorrise.«Insomma in questo modo abbiamo usato tutte le risorse disponibili e quando si è arrivati alla sentenza, George mi ha detto “Va bene, la prossima volta useremo le mutandine, che tu non metterai. E naturalmente ti chinerai spesso a raccogliere la penna"».Per la terza volta, Bijou scoppiò a ridere. Strike, immaginando come la sua socia Robin e la sua collega ed ex poliziotta Midge Greenstreet avrebbero reagito se avesse suggerito loro simili strategie per ottenere informazioni da testimoni o sospetti, sfoderò un sorriso di circostanza.In quel momento, Robin ricomparve in cucina da sola. Strike la seguì con gli occhi mentre si faceva strada nella folla per dire qualcosa a Nick. Non l’aveva quasi mai vista con i capelli biondo-ramati raccolti, e pensò che l’acconciatura le donava. L’abito celeste era molto più castigato di quello di Bijou e pareva nuovo: comprato in onore del padroncino di casa Benjamin Herbert, si chiese Strike, o per piacere a Ryan Murphy? Mentre la guardava, lei si voltò, lo vide e sorrise al di sopra del mare di teste.«Scusa, ma devo parlare a una persona» disse Strike, interrompendo Bijou a metà aneddoto.Prese due dei calici di champagne che erano già stati riempiti e stavano accanto alla torta e, facendosi strada nella confusione di parenti e amici che bevevano e ridevano, raggiunse Robin.«Ciao, vuoi un drink?», chiese. Non avevano avuto occasione di parlare in chiesa, benché si fossero trovati fianco a fianco davanti al fonte battesimale, dove avevano dovuto rinunciare entrambi a Satana.«Grazie», disse Robin, prendendo il calice. «Credevo non ti piacesse lo champagne». —