il Giornale, 20 febbraio 2024
I sacchetti non riciclabili finiscono nell’immondizia
Ultime dalla California, aumenta vertiginosamente la quantità di plastica gettata nei cestini o raccolta nelle discariche. Clamoroso autogol degli ambientalisti che avevano sollecitato la svolta ecologica. I sacchetti di plastica più pesante, rispetto ai monouso usa e getta, hanno avuto la stessa fine, non più riciclati ma buttati dopo il ritorno a casa e conseguente trasloco della spesa nei frigoriferi o dispense.
Non è dato sapere se oltre l’aumento della quantità di plastica sia dovuta soltanto ai sacchetti e non alle altre confezioni, tutte rigorosamente in plastica, dal prosciutto al formaggio, dal detersivo alle pile più o meno ricaricabili, dalle forbici ai rasoi e lamette per la barba, una montagna di contenitori che porta all’esaurimento dei cassonetti. Se ne è occupato il New York Times come se fosse uno scoop epocale, in verità, tra la California e le Hawaii, da anni si muove la Great Pacific Garbage Patch che non è una imbarcazione ma un’isola di plastica, la più estesa al mondo. Gli abitanti dell’isola sono bottiglie di plastica, micro-plastiche, immondizie varie tutte della stessa materia sintetica sulla quale, colpo di scena,
si riproducono molluschi e crostacei, comprese ostriche e cozze a denominazione di origine per nulla controllata. Ammetto un certo stupore nell’apprendere che i californiani, ma anche il resto della popolazione statunitense, faccia uso e abuso di borse di plastica, perché nella cinematografia hollywoodiana si registrano soltanto sacchetti di carta beige, gonfi di improbabili panini di vario tipo e buste che nascondono bevande proibite. Anche in Italia l’uso dei sacchetti di plastica, riciclabili, è regolamentato, con alcune variazioni, aboliti gli enormi sacchi neri, molte ditte o supermercati fanno pagare dodici centesimi il sacchetto biocompostabile ma ho ricordi sgradevoli di contenitori leggeri, trasparenti, fragilissimi, che odoravano di brodo di pollo, immediatamente eliminati per non contaminare l’ambiente casalingo o l’ufficio. Comunque sempre meglio delle cozze californiane.