il Giornale, 19 febbraio 2024
La passione degli italiani per i farmaci. Sette su dieci assumono almeno 3 compresse al giorno
Liberaci dal male e così sia. Non è più una preghiera rivolta al Padre Nostro ma a Big Pharma quella che rivolgiamo ogni giorno alle pillole che ingoiamo nella speranza di lenire i dolori fisici e dell’anima, di esorcizzare il male sempre in agguato, di evaporare la paura ed impedire di essere assaliti dall’unica cosa in grado di fermarci: la malattia.
Dopo il Covid-19 siamo diventati un popolo triste, impaurito dalle infezioni e dai contagi, trasformati in pazienti con la gastrite, il reflusso gastroesofageo, l’ipertensione, l’insonnia, il colesterolo alto, la disfunzione erettile e la depressione, e i nostri armadietti in bagno, zeppi di medicinali, sono lo specchio della nostra coscienza e salute fisica, un libro aperto che descrive la nostra identità, i nostri timori e le nostre ansie, e su ogni ripiano le confezioni di farmaci ben allineate di sonniferi, ansiolitici, virilizzanti, euforizzanti e calmanti riflettono lo stress chimico e mentale a cui ci sottoponiamo quotidianamente per combattere e sedare il male oscuro, ovvero il timore di ammalarci.
Gli italiani comprano sempre più farmaci, molecole di ogni tipo, una corsa che non rallenta, ma che registra un aumento delle vendite di oltre il 20% all’anno con una spesa che ha superato la cifra di 8,5 miliardi solo lo scorso anno e solo il 55,5% dei nostri connazionali entra in farmacia per l’acquisto. La settimana scorsa i Carabinieri del Nas, operativi contro il crimine farmaceutico, hanno oscurato 79 siti web illegali che nell’ultimo mese hanno venduto, senza alcuna prescrizione medica, oltre 310mila confezioni di medicinali di ogni genere, in diverse forme e con varie indicazioni terapeutiche, principalmente riconducibili ai dopanti, agli anabolizzanti, ai precursori della droga ed agli integratori, spesso contraffatti o privi del principio attivo, per un valore commerciale di oltre 9 milioni di euro, un fenomeno in crescita, quello dell’acquisto on-line, favorito dall’anonimato della rete e dalle opportunità di speculazione mascherate da occasioni economiche.
I farmaci più venduti, lo «zoccolo duro» dei medicinali più dispensati nelle nostre farmacie, sono quelli considerati più sicuri e di comprovata efficacia, sui quali svetta la Tachipirina, l’antipiretico per eccellenza, seguito dall’Oki, l’antinfiammatorio, e dal Deltacortene, che sono poi le molecole più utilizzate durante la scorsa pandemia che continuano a restare sul podio, senza dimenticare la Cardioaspirina, lo Zitromax e altri antibiotici a largo spettro, oltre ai classici antiipertensivi e i diuretici per l’insufficienza cardiaca cronica. Negli ultimi anni però si è registrato il picco di vendite dei prodotti anti-acido dello stomaco e quelli per combattere il reflusso gastroesofageo, in grande aumento soprattutto tra gli obesi, i quali però hanno scoperto un nuovo elisir che acquistano e consumano a dismisura, l’Ozempic, una efficace molecola (Semaglutide) ideata e prodotta per i pazienti diabetici, nei quali riduce i livelli di glicemia, rallenta le complicanze vascolari e neurologiche e facilita
il calo poderale, ma che va a ruba tra chi diabetico non è e vuole perdere i chili di troppo, ignorando però che mettere a dura prova e senza ragione un pancreas sano, e sollecitare a produrre i suoi preziosi ormoni senza una precisa indicazione medica o clinica, potrebbe avere a lungo termine su quell’organo conseguenze ben più pesanti di quelle del peso corporeo, come si sta registrando negli ultimi mesi.
Dai tempi del Covid-19 inoltre, continua, spesso senza ragione clinica, l’acquisto e il consumo del colecalciferolo, la Vitamina D3, ma anche dell’omeprazolo per le patologie gastriche e degli omega polienoici, fondamentali per ridurre i grassi del sangue come trattamento adiuvante nella prevenzione delle malattie cardiovascolari, a dimostrazione di come nella popolazione sia ormai consolidata l’importanza di prevenire malattie e complicanze, una intenzione però ancora affidata più alle pillole che al cambiamento di stile di vita o alimentare al quale non è sempre facile rinunciare.
Per non parlare dei farmaci contro la disfunzione erettile, in cui l’Italia è il secondo Paese al mondo per consumo dopo la Gran Bretagna, le cui vendite hanno superato lo scorso anno i 213 milioni di euro per 42 milioni di dosi, collocandoli tra i farmaci più venduti in fascia C (ossia non rimborsati dal SSN) nelle farmacie, e dalle indagini dell’Oms risulta che solo l’1% di questi prodotti acquistati online o da mercati paralleli contiene il principio attivo, poiché tali preparati contro l’impotenza sono in assoluto i più contraffatti e falsificati, utilizzati nel 70% dagli ultra 60enni, ma in larga diffusione anche tra i giovani, che ne fanno uso per la famosa ansia da prestazione, mescolandoli però con sostanze dopanti, spesso antagoniste, che ne vanificano l’effetto promesso, non senza conseguenze.
I farmaci sono la più grande risorsa e una benedizione per la nostra salute, e sempre più spesso salvano le nostre vite liberandoci dalle malattie più gravi, ma non dobbiamo abusarne né sottovalutarne gli effetti, o peggio assumerli a caso quando non necessario. Il quadro stilato dall’Aifa infatti, nel suo resoconto annuale, descrive un popolo dipendente dai medicinali a tutte le età e in tutte le condizioni psico-fisiche, 7 italiani su 10 assumono almeno 3 compresse al giorno, iniziamo dalla colazione a prendere vitamine, integratori, energizzanti e stimolanti, prima di coricarci ingoiamo sonniferi, ansiolitici, antidepressivi e calmanti, mescolandoli con tutte le pillole per le effettive patologie in atto, dai problemi cardiovascolari, a quelli gastroenterici o respiratori, sempre nella speranza illusoria di restare sani e performanti pur con una virilità dopata, di evitare il cancro, esorcizzare la morte e restare giovani ed attivi, in una continua battaglia a colpi di pillole contro la malattia più diffusa, quella della fatica di vivere