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 2024  febbraio 17 Sabato calendario

Periscopio

La banda di ladri che da vent’anni saccheggia il paese dice a me e a tutti quelli che non vogliono tacere: «Abbiamo cercato di ucciderti. Ma tu non sei morto. Questo per noi è un affronto, quindi [per il momento] ti mettiamo in galera». Alexei Navalny, 47 anni, ucciso il 16 febbraio 2024 nel Gulag putiniano (da Non tacete!, Garzanti 2022).

Addio ad Alexey Navalny, è morto in carcere sotto tortura il più noto dei dissidenti anti Putin. Era tornato in Russia per combattere nel suo Paese. La Stampa.
Mosca: «Si è sentito male dopo una passeggiata». il Fattosky quotidiano.
La Casa Bianca svela i piani russi: «Vogliono attaccare i satelliti». Repubblica.
Mosca: «Falso». il Fattosky quotidiano.
Putin è convinto che sul fronte nucleare la Nato sia un passo indietro rispetto al suo arsenale e che le democrazie non sarebbero mai disposte a prendere in considerazione l’uso d’armi così mostruose: si sente avvantaggiato e questo provoca una pericolosissima tentazione. Gianluca Di Feo, Repubblica.
Abbiamo tutti visto storie terribili nelle ultime settimane: soldati ucraini senza proiettili d’artiglieria, unità ucraine che razionano le munizioni per difendersi, famiglie ucraine preoccupate che il prossimo attacco russo le faccia precipitare permanentemente nell’oscurità o peggio. Questo disegno di legge bipartisan, che prevede finanziamenti urgenti per l’Ucraina in modo che possa continuare a difendersi, invia un messaggio chiaro agli ucraini, ai nostri partner e ai nostri alleati in tutto il mondo: ci si può fidare dell’America, l’America difende la libertà. Sosteniamo con forza gli alleati. Non ci inchiniamo a nessuno, e tanto meno a Vladimir Putin. Quindi, andiamo avanti con questa legge. Non possiamo fermarci ora. Joe Biden, presidente degli Stati Uniti.

... lo spirito e la cultura della Guerra fredda [sono ritornati] in auge, attraverso la guerra calda combattuta contro la Russia sulla pelle della popolazione ucraina. Domenico Gallo, il Fattosky quotidiano.
In Russia ogni rivolta sembra legittima, persino quella contro la ragione. Astolphe de Custine, Lettere dalla Russia, Adelphi 2015.
Volodymir Zelensky è prossimo a importanti visite in Ue, ha ricevuto nuovi aiuti da paesi lontani e si sta per sbloccare, grazie alla spinta di Joe Biden, anche il nuovo pacchetto di aiuti americani. Il momento difficile, compreso anche il cambio ai vertici delle forze ucraine, è passato. La strategia del logoramento delle democrazie (notate che tra i sostenitori dell’Ucraina non c’è nessun paese autoritario) sembra destinata a vincere solo nei talk show e in certi deliri internettiani. il Foglio. Di cosa parlare stasera a cena.
Sanremo propone e Roma dispone, quindi va bene l’accordo fra Schlein e Meloni. Ma è curioso che nel paese delle canzonette nessuno in parlamento chieda mai tregue umanitarie ai palestinesi. Giuliano Ferrara, il Foglio.

Hamas non è un gruppo terroristico. Per noi, ovviamente, come sapete, è un movimento politico. Martin Griffiths, sottosegretario generale delle Nazioni Unite per gli affari umanitari.
L’Ente delle Nazioni Unite per l’uguaglianza di genere delle donne ha rilasciato una dichiarazione subito dopo [gli stupri del] 7 ottobre equiparando le brutalità di Hamas all’autodifesa d’Israele. Ansa.
Genocidio è la prosecuzione, tramite l’apartheid coloniale imposto dai barbuti con Uzi e filatteri, del dominio giudaico a Hollywood e in Big Pharma. Genocidio è «gli ebrei» che vogliono fare ai palestinesi le stesse cose che i nazisti hanno fatto agli ebrei, come dice una funzionaria dell’Onu dicendo esattamente così, non Israele, non il governo israeliano, ma «gli ebrei». (…) Genocidio è la sopravvissuta al campo di sterminio che rifiuta di dichiararsi appartenente alla schiatta genocidiaria. Genocidio è l’ebreo il cui genocidio non è venuto dal nulla. Genocida è il nome della cosa: l’ebreo. Iuri Maria Prado, Inchiesta.

Due Stati? Non è tempo di regali ai palestinesi. Benjamin Netanyahu.
I discorsi di Trump mi ricordano l’ultimo terribile anno di mio padre quando, colpito da Alzheimer, ebbe attacchi d’incoerenza e aggressività. E noi dovremmo preoccuparci per le condizioni mentali di Biden? Paul Krugmann, La Stampa.
Flop dei trattori. Quattro gatti al Circo Massimo e neanche tutti agricoltori. Dovevano essere ventimila, ne sono arrivati al massimo tremila. E con loro anche i putiniani di Giuliano Castellino, volto noto di Forza Nuova, interdetto dopo la condanna per l’assalto alla Cgil [del 9 ottobre 2021]. HuffPost.
Dio ci scampi [da una] questione israelo-palestinese (…) attaccata alle treccine di Ghali che, gli piaccia o meno, ma gli piace, è riuscito a palesarsi come il nuovo campione della sinistra filo Hamas. Eccone un altro che «prima» faceva certi tweettini di squisito aroma sessista, sulle femmine «troie» e culone, contro i «froci» (…) ma, come dicono sempre i furbi, «era un altro momento», «aveva 20 anni». Nel perdonismo chirurgico di sinistra avere 20 anni equivale al diritto d’essere imbecilli a vita, a destra no, a destra stigmatizzano sine die i deliri di un sottosegretario che da ragazzino si vestiva da nazista a Carnevale. Max Del Papa, ItaliaOggi.

Ma perché la gente si sente in dovere di esprimere sempre la propria opinione? Perché rinuncia al privilegio di stare zitta? Antonina Pistuddi (da Repubblica).
Fedez in tribunale: «Sono nullatente». il Messaggero.
Influencer e partiti italiani, inutili anticaglie. Dal Web.
Roma. De Luca e i sindaci in piazza contro l’Autonomia e poi in corteo fino al ministero: «Fateci salire». Corriere del Mezzogiorno.
De Luca si scaglia contro la polizia. Repubblica.
I partiti più inconsistenti e quelli più rigidamente organizzati sono identici quanto a vaghezza della dottrina. Nessun uomo, per quanto profondamente abbia studiato la politica, sarebbe capace di fornire un’esposizione chiara e precisa della dottrina d’alcun partito – compreso il proprio. (…) Il fine d’un partito politico è cosa vaga e irreale [mentre] l’esistenza del partito è palpabile, evidente, e non esige alcuno sforzo per essere riconosciuta. È inevitabile, pertanto, che in realtà il partito sia esso stesso il suo proprio fine. Simone Weil, Manifesto per la soppressione dei partiti politici, Castelvecchi 2012.
Più che fondare nuovi partiti bisognerebbe affondare quelli vecchi. Roberto Gervaso