il Fatto Quotidiano, 17 febbraio 2024
Visibilia, secondo il Tribunale comanda sempre Santanchè
Uscita formalmente dalla porta con le dimissioni, Daniela Santanchè resta però sempre saldamente centrale in Visibilia, il disastrato gruppo quotato editoriale e pubblicitario da lei fondato. La senatrice di Fratelli d’Italia, oggi ministro del Turismo del governo Meloni, lo governa ancora di fatto attraverso Visibilia Concessionaria Srl. La stessa società per la quale il 5 ottobre scorso la Procura di Milano ha ritirato l’istanza di liquidazione giudiziale (il “vecchio” fallimento). Lo attesta la relazione ispettiva decisa dal Tribunale di Milano: Concessionaria è il motore di Visibilia Editore, società quotata della quale Santanchè è stata presidente fino al gennaio 2022 che, con il disimpegno del socio di maggioranza Sif Italia, ormai è ridotta a una scatola vuota senza dipendenti. Per la Editore, di cui è amministratore unico Francesco Maggioni, la Concessionaria gestisce contabilità, amministrazione, sede, telefoni, internet, elettronica. Per la gemella Visibilia Editrice gestisce tesoreria, pagamenti ai creditori e rapporti con le banche. In una parola, tutto. Ma chi decide in Concessionaria? L’amministratore unico è Paolo Giuseppe Concordia, manager di lungo corso di Visibilia che, proprio insieme a Maggioni, appare nelle registrazioni sulla vicenda dei dipendenti messi in Cassa integrazione Covid a zero ore mentre in realtà erano in servizio. Ma il padrone è sempre lei, Daniela Santanchè. Nonostante le dimissioni sventolate anche a luglio nella sua autodifesa in Senato, la ministra detiene sì direttamente appena lo 0,006% del capitale della Concessionaria, ma Immobiliare Dani ne controlla il 74,99%, con l’altro 25% della Alevi di Paola Ferrari De Benedetti. E Immobiliare Dani è posseduta al 95% proprio da Santanchè, con il restante 5% in mano al figlio Lorenzo Mazzaro che ne è anche amministratore unico.
Gli intrecci azionari e gestori che dimostrano il ruolo centrale della Concessionaria in ciò che resta del gruppo emergono dalla relazione ispettiva consegnata il 31 gennaio al Tribunale di Milano dal perito Daniela Ortelli. Dopo le denunce dei soci di minoranza capitanati da Giuseppe Zeno e il suicidio di Luca Reale Ruffino, l’imprenditore di Sif Italia nuovo azionista di controllo di Visibilia succeduto alla Santanchè che si è tolto la vita ad agosto, i magistrati hanno chiesto al perito di chiarire, tra l’altro, l’adeguatezza degli assetti organizzativi, contabili e amministrativi di ciò che resta del gruppo.
Secondo quanto dichiarato a Ortelli da Maggioni, subentrato come amministratore unico di Visibilia Editrice a Ruffino, Concessionaria gestisce per Editore le attività contabili, amministrative, di servizio. Scrive Ortelli: “Per quanto riguarda i pagamenti effettuati dalla Concessionaria direttamente ai creditori della Editrice, l’elenco lo fa Paolo Concordia – amministratore unico della Concessionaria, ndr – e lo scadenziario lo rivede con Maggioni”. I pagamenti con le banche “sono effettuati fisicamente da Concordia, con il quale vengono visti prima della loro esecuzione”. Ortelli aggiunge che “Concessionaria, invece di pagare il proprio creditore Editrice, pagava i creditori di quest’ultima con una sorta di delega non formalizzata” e che per Editrice “vi è la totale abdicazione della funzione amministrativa, compresa la gestione della tesoreria a favore di Concessionaria, società che mentre fino al 17 ottobre 2022 era una parte correlata ora è il cliente principale a favore del quale, nel 2023, Editrice ha emesso fatture per il 55,58% del fatturato (2,21 milioni su 3,97)”. “Per queste ragioni si può ritenere che gli assetti organizzativi, contabili e amministrativi siano inadeguati”, conclude il perito.
In una memoria depositata in Tribunale a Milano dal loro avvocato, i soci di minoranza capitanati da Zeno sostengono così che da “oltre un anno e mezzo” Visibilia Editore continua a operare “in totale continuità con la precedente governance” e “continua a gravitare verosimilmente nell’orbita del vecchio gruppo gestorio” visto che “tutta la gestione contabile e amministrativa è nelle mani della Concessionaria e, quindi, sotto il controllo del precedente gruppo, facente capo a Santanchè”. Ora il Tribunale dovrà pronunciarsi, visto che nei sei mesi dopo il suicidio di Ruffino la sua società Sif Italia, che ha tentato il salvataggio di Visibilia, ha perso metà della capitalizzazione di Borsa, 18 milioni, al punto che gli eredi hanno deciso il disimpegno totale. Visibilia dunque rischia grosso. Contattati, né Santanchè né i manager di Visibilia hanno risposto al Fatto.