la Repubblica, 18 febbraio 2024
Non è obbligatorio essere democratici
Sono scarso in dietrologia, ma sarei curioso di capire perché la Lega, con un dispaccio Ansa di mezza riga, annuncia che manderà una sua delegazione alla manifestazione romana in memoria di Navalny. Colpo di mano dei “moderati” contro il Salvini? Mossa del Salvini per darsi una patina di rispettabilità democratica? Visti i precedenti, non sarebbe più onesto rivendicare la simpatia per l’autocrate, l’equidistanza (eufemismo) sul conflitto con l’Ucraina, l’indifferenza di fronte alla repressione dell’opposizione e della libertà di stampa in quel grande e infelice Paese, il cui regime avvelena e uccide i nemici interni come nelle corti medievali?
Non è mica obbligatorio, essere democratici. Il Salvini e i suoi sottoposti (in prima fila il Crippa) danno la netta impressione di fingersi tali solo per convenienza o per ipocrisia, o peggio perché non hanno la forza morale, politica e culturale di sostenere a viso aperto: la democrazia non ci piace, l’Europa non ci piace, l’Occidente è decadente e vizioso, meglio la vigorosa figura di un Capo che rimette le cose a posto, alzando la croce della Tradizione contro la deriva morale.
Più schietto del Salvini è il prete Cirillo, che dice a chiare lettere che chi entra in Europa sarà obbligato a celebrare il gay-pride, e lancia il suo anatema senza fare finta di essere tollerante, o addirittura democratico.
Bravo Calenda che, su questo punto, non arretra di un passo, e rinfaccia al Salvini nient’altro che le sue idee politiche professate lungo gli anni. Nella manifestazione in morte di Navalny, la presenza della delegazione leghista sarà una specie di curiosità esotica. Gli allibratori pagheranno quotazioni altissime per chi scommette sulla presenza del Salvini in persona.