la Repubblica, 18 febbraio 2024
Nel decreto Calderone su sicurezza e lotta al nero spunta un altro condono
ROMA – C’è pure un condono di fatto sui contributi previdenziali evasi dalle imprese nel pacchetto che la ministra del Lavoro Marina Calderone vuole portare a giorni in Consiglio dei ministri per rispondere all’emergenza delle mille morti sul lavoro all’anno, dell’insicurezza nei cantieri, delle ispezioni col contagocce.
Le norme che Repubblica ha potuto visionare in forma di bozza – già in preparazione da una decina di giorni e solo accelerate dalla tragedia di Firenze – fanno parte di un pacchetto sul contrasto al lavoro sommerso, attuativo del Piano confezionato dal governo Draghi nel 2022, come riforma Pnrr. Vengono riprese alcune delle disposizioni lì previste di buon senso. Altre però allentano le maglie in modo del tutto stonato rispetto all’enormità dei fatti di cronaca. Chissà se su queste basi si potrà instaurare il dialogo proposto dalla segretaria del Pd Elly Schlein a Meloni per una battaglia comune anche sulla sicurezza sul lavoro: «Non basta più il cordoglio, servono misure urgenti».
Il governo per ora parte dall’idea di combattere il lavoro sommerso, perché spingere l’emersione dal nero dei lavoratori, specie nei cantieri, aiuta la sicurezza sul lavoro. Ma come si combatte? Per la ministra Calderone siglando una pace dei controlli oltre che una pace contributiva con le aziende. Quelle controllate e in regola vengono inserite in una “lista di conformità” e per 18 mesi non sono più ispezionate, anche se in passato hanno commesso gravi violazioni in materia di sicurezza e salute. Anche se hanno funzioni diverse lungo la filiera del cantiere controllato: in uno fanno i ponteggi, nell’altro il calcestruzzo.
A sorprendere sono poi tre articoli previdenziali. Qui la filosofia è quella adottata dal viceministro dell’Economia Maurizio Leo nella riforma fiscale. Sanzioni abbassate, persino dimezzate se paghi subito o in comode rate. Sia per l’evasione dei contributi che per l’omissione (ti sei scordato di pagare). Il ministero lo chiama «mitigazione del regime sanzionatorio» per «incentivare il processo di regolarizzazionedel contribuente e l’emersione di basi imponibili».
In Italia si evadono contributi per 12 miliardi all’anno. Nel 2022 l’Inps ne ha accertati 823 milioni e riscossi per 631 milioni. Il problema dunque c’è. Si legge nella relazione illustrativa del provvedimento per spiegare la seconda novità, l’idea di un «adempimento spontaneo degli obblighi contributivi» sulla falsariga di quanto fatto da Leo per il Fisco: «La proposta mira a colmare una lacuna». Ecco dunque un nuovo «regime sanzionatorio agevolato» che serve da «stimolo alla regolarizzazione» anche se «non spontanea, ma indotta», si ammette. L’Inps usa i dati in suo possesso e avverte il contribuente che qualcosa non va. Questo si mette in ordine e paga solo la sanzione civile, pari al tasso ufficiale di riferimento del 4,5%. La terza norma previdenziale è la più curiosa. Si implementa la lotta al sommerso dell’Inps facendola al computer, con i dati noti. Ma il sommerso è ignoto. Lì servono ispettori sul posto.
Non mancano altre incongruenze. Il piano anti sommerso del governo Draghi puntava a reintrodurre il penale per la «somministrazione fraudolenta di lavoratori». Niente penale. Si alza solo l’ammenda da 20 a 30 euro «per ciascun lavoratore coinvolto e ciascun giorno di somministrazione». E ancora: alle aziende che violano le norme sul lavoro e anche sulla sicurezza e salute vengono negati bonus e benefici normativi. Ma se queste aziende «regolarizzano», i bonus tornano.
Si riconosce così un beneficio pagato con i soldi della fiscalità generale anche quando le violazioni accertate riguardano la sicurezza sul lavoro. E le imprese sanano solo perché scoperte. Alla faccia di quelle corrette. Concorrenza sleale. E anche letale.