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 2024  febbraio 18 Domenica calendario

Altavilla Milicia,

PALERMO Quando sono arrivati i carabinieri dormiva nel suo letto. Nella stanza accanto c’erano i cadaveri dei fratelli. Fino a poche ore prima, insieme al padre Giovanni Barreca e ai suoi complici, Sabrina Fina e Massimo Carandente, aveva preso parte a un folle esorcismo per liberare la madre e il fratello minore dai demoni. Un rito violento fatto di sevizie e percosse, culminato nello sterminio della sua famiglia. «A un certo punto ho capito che non volevo continuare, non mi piaceva ma non ho fatto nulla per salvarli», avrebbe detto ai magistrati dei minori ai quali, giorni fa, ha confessato di aver partecipato al massacro. Accanto a sé, nella sua stanzetta, sarebbero stati trovati i telefonini delle vittime: forse glieli avevano consegnati i tre carnefici per evitare che chiedessero aiuto.
Una personalità impenetrabile quella della adolescente, ora in carcere per concorso in omicidio e soppressione di cadavere, che gli psicologi e gli educatori dell’istituto di pena tenteranno di comprendere. Lucida, calma, avrebbe inviato messaggi alle amiche durante l’esorcismo. E mentre i medici legali ieri sono stati impegnati negli accertamenti sulle ossa della madre della ragazzina, Antonella Salamone, bruciata e sotterrata poco distante dalla villetta di Altavilla Milicia in cui la famiglia viveva, e sull’autopsia sui corpi dei figli Kevin ed Emanuel, emergono nuovi particolari sulla mattanza. La coppia di complici, conosciuta sui social tra un gruppo di fanatici che si facevano chiamare «Servitori di dio», dagli inizi di gennaio avrebbe frequentato i Barreca su richiesta del capofamiglia, convinto che la moglie fosse posseduta (come il bimbo più piccolo, molto legato alla donna). Dalle preghiere a un certo punto si sarebbe passati a pratiche violente nella convinzione che solo attraverso il dolore si sarebbe riusciti ad arrivare alla liberazione. A quel punto la Salamone si sarebbe opposta e sarebbe stata uccisa.
L’autopsia dirà come e quando con esattezza. Poi sarebbe toccato al figlio minore e infine a Kevin. I due sarebbero stati seviziati, soffocati e incaprettati. Ai folli riti ha partecipato la 17enne. «Ho capito che stavano esagerando», ha detto agli inquirenti, forse solo un modo per scacciare i sensi di colpa. Barreca e la coppia, conosciuta per prima dalla Salamone, non frequentavano una chiesa, ma coltivavano una sorta di culto privato. «Credo in dio e nei demoni», ha detto la 17enne sopravvissuta. Che ha chiesto intanto di rivedere il padre.
Ieri, la notizia che gli avvocati dei due complici hanno rinunciato al mandato difensivo. «Per motivi di organizzazione del lavoro», hanno fatto sapere. Ma le cause, in realtà, potrebbero essere legate all‘efferatezza dei delitti.