Corriere della Sera, 18 febbraio 2024
Lady elezioni in corsa a 80 anni. Poli Bortone rivuole Lecce
La Puglia è una piazza difficile per il centrodestra alle Comunali di primavera: con un ventennio ininterrotto di governo regionale affidato al centrosinistra e pressoché tutti i Comuni capoluogo guidati dal centrosinistra (fa eccezione Brindisi) la partita è in salita, bisogna trovare un cavallo vincente. A Lecce devono aver pensato: «Chi meglio della candidata che ha sconfitto il padre dell’attuale sindaco chiudendogli la strada del secondo mandato?». Era il 1998 e quella candidata era Adriana Poli Bortone. Che ci riproverà a giugno, a quasi 81 anni, contrapponendosi all’uscente Carlo Salvemini, figlio dell’ex sindaco Stefano. «Non mi sono proposta io, ho accolto un invito», replica Poli Bortone appena infastidita dal riferimento alla carriera di lungo corso. «Evidentemente la classe dirigente della destra cercava una persona esperta. Chi fa politica con passione non si tira indietro. Ma se venisse individuato qualcuno altrettanto esperto, nulla quaestio». A un ritiro della candidatura, però, nella sua città, credono in pochi. Poli Bortone – il secondo cognome è del marito avvocato, portato insieme al proprio da molte donne della sua generazione – ha una solida storia di elezioni, rielezioni e di candidature, anche non fortunate. La vita politica inizia nel Movimento sociale, poi Alleanza nazionale, che la elegge per cinque volte in Parlamento. È vicepresidente della Camera e ministra nel primo governo Berlusconi. Lascia Roma per diventare sindaca di Lecce. Incarico che mantiene, con notevole consenso, per due mandati. Negli stessi anni è al Parlamento europeo. Nel 2008 torna a Roma, eletta al Senato. Il travaglio della destra lascia tracce anche nella sua vita politica: da An aderisce al Pdl ma del progetto unitario soffre la convivenza con la Lega, sbatte la porta e lancia un progetto meridionalista, alleato con Udc e con Miccichè. Fallisce la rielezione nel 2013 e aderisce a Fratelli d’Italia. Sempre molto autonoma, grazie ai decenni di relazioni intessute a Roma, entra in contrasto con i vertici pugliesi del centrodestra. Col suo massimo esponente, Raffaele Fitto, oggi meloniano di ferro, il rapporto è più che conflittuale. Nel 2015 si candida alla presidenza della Regione con Forza Italia e Lega ma contro il suo partito, che la espelle. Alle Comunali del 2019 ci riprova con la Fiamma e arriva terza. A questo giro, invece, sarebbero tutti d’accordo, FdI, FI e Lega, a Lecce e a Roma. Anche se qualche antico avversario soffia: «L’Adriana ha fretta, ma non è ancora ufficiale». La speranza di chi vuole ribaltare il pronostico (e di Poli Bortone) è che la storia si ripeta. Quella del 1998, però.