Corriere della Sera, 17 febbraio 2024
Se scompare il sottozero
A Milano la media dei giorni di gelo nel periodo 1961-1990 era di 67: l’anno scorso sono stati 22 e nel 2024 (finora) 15. Secondo Arpa Veneto i giorni di gelo, cioè quelli con temperatura minima inferiore a 0 gradi, dal 1993 mostrano una diminuzione di 8 giorni ogni dieci anni. Nel capoluogo lombardo i giorni freddi, che secondo i meteorologi sono quelli con temperatura massima che non oltrepassa i 3 gradi, negli ultime due stagioni invernali sono stati... zero. Oggi Vivaldi dovrebbe cambiare il titolo della sua opera più famosa. Quello corretto sarebbe Le tre stagioni, perché la quarta, l’inverno, in Italia si vede di rado e per periodi brevi. È uno degli effetti del riscaldamento globale. A cosa è dovuta la scomparsa del gelo e dell’inverno? «Sul Mediterraneo è diventato determinante anche in inverno l’anticiclone africano, che viene così a occupare in modo stabile le nostre regioni», spiega Daniele Cat Berro, della Società meteorologica italiana-Nimbus. «Il risultato è che fa più caldo e nevica sempre di meno. Sui monti manca il 63% di neve, negli Appennini la situazione è critica. Gli ultimi tre inverni sono stati molto secchi in Europa sud-occidentale».
Al di là delle differenze annuali che fanno parte della variabilità naturale, la traiettoria dei giorni di gelo invernali è in netta discesa, calo che si è accentuato negli ultimi dieci anni e che nella stagione invernale 2023-2024 è diventato più evidente. L’inverno è diventato un «lungo autunno», con la parte finale della stagione fagocitata da una primavera sempre più precoce, dentro la quale però sono possibili gelate improvvise. Già uno studio del 2012 segnalava che negli Stati Uniti gli alberi fioriscono 17 giorni prima rispetto al periodo 1850-1900. «Albicocchi, peschi e susini stanno iniziando la fioritura: è un problema perché è prevedibile un ritorno del freddo, con grandi danni per la frutta», avverte Fabrizio Tistarelli, presidente di Fedagripesca Toscana. Copernicus, il servizio europeo sui cambiamenti climatici, ha confermato che il mese di gennaio appena trascorso è stato il più caldo da quando esiste la raccolta dei dati, con temperature record in Spagna e in Francia di Sud-Ovest che hanno sfiorato i 30 gradi. Il 14 gennaio si è toccata con 9,1 gradi la temperatura media globale più bassa dell’anno nell’emisfero settentrionale, solo che è di 1 grado sopra la media 1979-2000, la quale era già più alta rispetto alla media del ventennio precedente.
Un lungo autunno
In montagna manca il 63% di neve, negli Appennini la situazione è davvero critica
Anche nelle regioni centrali il discorso non cambia. Spiega il Consorzio Lamma (Laboratorio di monitoraggio ambientale dalla Regione Toscana), che dicembre e gennaio sono stati eccezionalmente miti con quasi due gradi sopra la media. Se lo stesso andamento si confermerà anche nella seconda metà di febbraio, l’inverno 2023-2024 sarà il più caldo mai registrato in Toscana. Le previsioni però indicano una seconda parte del mese più fredda e l’arrivo di precipitazioni consistenti. «Il caldo fuori stagione favorisce le fioriture anticipate, le mimose sono in anticipo di oltre un mese sull`8 marzo», ha aggiunto Roberto Bianco, direttore di Coldiretti Alessandria.
Non è solo l’agricoltura a soffrire per la mancanza dell’inverno. Lo scorso ottobre il Corriere della Sera titolava: «Le temperature quasi primaverili affossano gli acquisti di moda invernale, fino al 20% in meno». In una lettera inviata dalla Federazione dei negozi di abbigliamento Confesercenti (Fismo) al presidente della Conferenza Stato-Regioni Massimiliano Fedriga, gli esercenti chiedevano lo spostamento dei saldi invernali dalla prima settimana di gennaio alla prima di febbraio. «Le condizioni climatiche anomale condizionando negativamente le collezioni invernali», diceva Benny Campobasso, presidente di Fismo. «Le vendite di capi, calzature e accessori autunno-inverno sono in netto calo». Anche i saldi invernali prima o poi si dovranno forse adeguare alle nuove (tre) stagioni.