Corriere della Sera, 17 febbraio 2024
Ultime sul caso Elkann-Agnelli, in cerca di soldi e quadri
TORINO La regola è sempre quella: follow the money, seguite i soldi. Che è poi una delle strade indicate nel decreto di perquisizione firmato dalla Procura di Torino: «l’esatta individuazione del patrimonio di Marella Caracciolo», tra «le vicende societarie della “Dicembre s.s.” (la cassaforte degli Agnelli, ndr)» e «la disponibilità di beni/redditi/società offshore».
Tanto, ma non tutto, era emerso nel luglio 2023, quando la «P Fiduciaria» era stata oggetto di una verifica antiriciclaggio da parte del nucleo speciale di polizia valutaria della guardia di finanza: dal controllo, erano saltati fuori i contatti con società anonime riconducibili a John Elkann – con sede in Liechtenstein – oltre a documenti contabili sulla presenza di fondi per poco più di mezzo miliardo di euro. Un pezzo degli oltre 800 milioni – seguendo le tracce indicate nell’esposto depositato ai magistrati da Margherita Agnelli – derivanti dall’eredità dell’Avvocato e depositati in alcune società collocate in paradisi fiscali, «di cui Marella Caracciolo risulta titolare effettiva». Gli altri (milioni) – per l’ipotesi investigativa – sarebbero andati nella disponibilità degli altri fratelli, Lapo e Ginevra (estranei all’indagine).
Durante le perquisizioni della scorsa settimana – fatte dai militari del nucleo di polizia economico finanziaria – sono stati trovati anche alcuni quadri, un grande classico: e adesso, il procuratore aggiunto Marco Gianoglio e i pubblici ministeri Mario Bendoni e Giulia Marchetti potrebbero disporre una consulenza per capirne l’esatto valore. In fondo, anche questi sarebbero beni del «patrimonio».
È citato nel decreto pure l’altro quesito che orienta l’inchiesta: «L’accertamento della fittizietà della residenza estera (in Svizzera) di Marella Caracciolo». Presupposto per ogni (altra) eventuale contestazione dei magistrati, visto che l’atto sembra circoscrivere le verifiche al 2018 e ai prime due mesi del 2019, fino alla morte della moglie dell’Avvocato, il 23 febbraio. Un periodo – secondo l’ipotesi di accusa – nel quale la donna avrebbe trascorso più di 183 giorni l’anno a Villa Frescot, sulle colline torinesi, e non in Svizzera, ingannando il Fisco.
Ma con il passare del tempo, appare però chiaro che la Procura punti a trasformare quei giorni in mille e più: cioè, a far risalire la residenza italiana molto più indietro nel tempo. Un viaggio a ritroso che potrebbe portare gli investigatori fino al 2015/2016, termine dettato di fatto dal calcolo della prescrizione del reato attualmente contestato a John Elkann, allo storico commercialista di famiglia Gianluca Ferrero, e al notaio svizzero Urs Robert von Gruenigen. Ovvero, «dichiarazione infedele» in concorso. Da qui, la necessità di andare ben oltre le testimonianze del personale che avrebbe lavorato per Marella, i cui ricordi spesso non sarebbero sufficientemente lucidi per cristallizzare date e circostanze. Sempre più imperativo quindi, recuperare anche le cartelle cliniche sull’andamento della salute di Donna Marella: alcune già prodotte dalla figlia Margherita, altre recuperate nelle perquisizioni. Altre ancora potrebbero essere rintracciate nelle strutture a cui Marella si sarebbe rivolta con il peggiorare del Parkinson.