La Stampa, 14 febbraio 2024
Il Salone è pronto
Il Salone è servito. Dal 9 al 13 maggio si prepara al Lingotto di Torino la nuova edizione della «più grande manifestazione culturale italiana», come ieri è stata definita durante la presentazione al Teatro Regio dal sindaco Stefano Lo Russo. È stato lui, insieme ai rappresentanti delle principali istituzioni, a introdurre «l’esordio della direttrice editoriale Annalena Benini, che eredita numeri importanti. Città e Regione collaborano da anni per il successo di questa manifestazione e la speranza è di creare qualcosa di ancora più rilevante. Dal punto di vista economico, ma anche culturale. E cultura vuol dire civiltà, democrazia, stato di diritto e libertà di espressione. Il messaggio che deve passare è che il Salone resta aperto alle diverse culture, senza paura di confronti».
Dichiarazione programmatica che riecheggia le polemiche con la destra, ma che l’assessore regionale alla Cultura Vittoria Poggio appiana: «Speriamo in un Salone dal pluralismo rispettoso, come ha detto il sindaco, perché dai libri ha origine la libertà di pensiero. C’è grande collaborazione, noi piemontesi abbiamo la dote della qualità, che non è solo una parola di cinque lettere (spaesamento algebrico nel pubblico, ndr). Qualcuno ha cercato di portarci via il Salone, ma non c’è riuscito». E poi senza volerlo anticipa il tema della prossima edizione, La vita immaginaria, che spetterebbe a Benini annunciare.
Ed ecco finalmente la direttrice editoriale, che ringrazia ironicamente «tutte le istituzioni per non avermi fatto nessuna pressione sui numeri» e prega «di simulare sorpresa sul tema che avevo molta voglia di raccontare, perché è arrivato quasi subito e nasce dal libro di Natalia Ginzburg del 1974. Un saggio per me importante, perché racconta come l’immaginazione predica la vita reale. Il nostro desiderio è di omaggiare la vita immaginaria dentro cui sta tutto: l’arte, il cinema, la parola scritta e anche le speranze. È il presente che il Salone intende raccontare al meglio con attenzione alla qualità e diversità delle voci. Quando penso a Ginzburg penso che il suo sia il tono giusto: precisione, malinconia, senso della realtà e grande fiducia nella vita creativa, come ce l’ho io».
Benini racconta il manifesto di Sara Colaone (una donna colorata da cui nascono nuove idee), la lingua tedesca ospite, il ventennale del Salone Off, i tanti progetti per le scuole affidati alla colonna Maria Giulia Brizio, il progetto di un concerto inaugurale con Radio 3, ricorda Ernesto Ferrero e omaggia i fondatori Guido Accornero e Angelo Pezzana «per la luminosità e il pizzico di follia con cui anche io mi sento di continuare il loro lavoro». La scrittrice americana Elizabeth Strout terrà la lezione inaugurale, «le ho scritto una lettera anche un po’ patetica e ha accettato con gioia – rivela Benini -. Le ho chiesto di parlare di donne e del loro ruolo nel mondo». Spazio poi agli incontri dei curatori delle varie sezioni. Melania Mazzucco incontrerà la scrittrice francese Alexandra Lapierre. Francesco Piccolo inviterà il regista Paolo Sorrentino. «Tutti dicono di sì nonostante impegni, snobismi e grandezze», commenta Benini. Teresa Cremisi, presidente di Adelphi, dialogherà con l’editore francese Antoine Gallimard. Francesco Costa intervisterà l’ex direttrice del New York Times Jill Abramson, autrice tra l’altro di Mercanti di verità (Sellerio) sul mondo dei media. Luciana Littizzetto duetterà con Gianni Morandi su Marcello Marchesi, di cui La nave di Teseo ripubblicherà l’opera. Erin Doom si confronterà con il fenomeno editoriale argentino Mercedes Ron sullo scrivere per i ragazzi. Alessandro Piperno converserà con il collega Domenico Starnone. Aspettando il Salone a marzo alla Pinacoteca Agnelli ci sarà la psicoanalista iraniana Gohar Homayounpourcon. Tra i grandi ospiti stranieri anche il Nobel Abdulrazak Gurnah, David Nicholls e Jeff Kinney. —