ItaliaOggi, 14 febbraio 2024
Delle mucche robot in Germania
Il ministro all’agricoltura tedesco, il verde Cem Özdemir, vorrebbe una nuova tassa sulla carne, per rendere meno crudele l’allevamento del bestiame. Ogni tedesco pagherebbe 20 euro all’anno, ma trasformare le stalle costerebbe 3,5 miliardi di euro. E il governo continua a perdere simpatie: fra tanti problemi, dobbiamo pensare ai vitelli e alle mucche?
Alcune mucche vivono felici, molte altre meno. A Beverstedt, vicino Bremerhaven, pascolano libere, coccolate come vecchie amiche dall’allevatore Jürgen Rademacher. A Groß Kreuz, nel Brandeburgo, presso Potsdam, a una trentina di chilometri da Berlino, sono collegate a computer, osservate da videocamere, quasi come macchine da latte. L’intelligenza artificiale invade anche le stalle.
Rademacher, 63 anni, gestisce l’azienda di famiglia giunta alla terza generazione. Le mucche non sono più redditizie, il latte rende poco, aumentano vegetariani e vegani, preferiscono il latte vegetale, d’avena o di soia. Vent’anni fa aveva 90 manzi, ogni anno doveva macellarne un terzo, e 200 mucche, ogni tre giorni produceva seimila litri di latte, oggi poco più di 200 e mantiene 26 mucche. Vecchie, ma non le manda al macello. Per lui sono come animali domestici, cani o gatti. Ognuna ha un nome, Sally è quasi cieca, Cleo ha 19 anni, non producono latte e non sono più prolifiche. «I soldi non mi interessano», assicura a Der Spiegel. Ha 83 ettari, una distesa di prati non sfruttati dall’agricoltura intensiva.
Una mucca costa tra fieno, veterinari, riscaldamento, almeno 1.800 euro all’anno. Rademacher ha aperto un sito Instagram, e un gruppo di appassionati assicura un contributo. Ogni mucca ha 16 padrini, che pagano la retta, e possono venire alla fattoria quando vogliono per accarezzare l’animale adottato. Sono convinti che la mucca li riconosca, e li saluti al loro arrivo.
A Groß Kreuz, le mucche non hanno un nome, basta un numero. La stalla è gestita dal Leibnitz Institut per la bioeconomia, che conduce una ricerca sulla intelligenza artificiale applicata a agricoltura e allevamento. Un progetto su cui hanno investito oltre un milione di euro. Nella stalla del futuro vivono 59 mucche, che non vanno mai a passeggio per i prati, come quelle di Jürgen. Non possono perché sono collegate a cavi e sensori.
La mucca 230 ha una specie di fondina applicata a un orecchio, ogni volta che respira si accende una spia verde, che viene registrata da un computer. Si controlla se respira con affanno, se è sotto stress, se ha troppo caldo, e il grado di umidità nella stalla. È una ricerca ecologica, se l’animale è a suo agio, emette meno CO2 e inquina meno. Produce più latte e salva il clima.
Il direttore dell’esperimento, il professor May, paragona le mucche ad atleti di cui bisogna migliorare le prestazioni. Nessuno le accarezza o si preoccupa come Jürgen che siano felici. I tecnici si occupano solo del loro stato di salute, valutato dai computer.
Tre mucche al giorno vengono scelte a turno per venir controllate minuto per minuto da una videocamera che registra ogni movimento.
Le mucche di Potsdam hanno tutte tra 7-8 anni, l’età media per essere redditizie. Producono dai 45mila ai 50mila litri di latte l’anno. Gli animali anziani vengono eliminati, ma a Potsdam si desidera prolungarne la vita attiva. Alle mucche viene fatto ingoiare un cilindro di plastica e metallo, 3,5 centimetri di diametro, che trasmette dati al computer, se l’animale ha sete, se ha brucato abbastanza, la temperatura e così via. «Non è vero che si voglia migliorare la salute delle mucche», ha criticato Gerald Weheder, direttore dell’Agrapolitik Bioland, «si vuole solo aumentare la produzione».
L’esperimento nella stalla del Brandeburgo potrebbe interessare anche la medicina per gli umani. Già adesso le mutue progettano di applicare l’intelligenza artificiale: al paziente basterà porre via Internet le sue domande a un computer che farà la diagnosi e gli spedirà la ricetta via email.
E se ingoiamo una capsula o mettiamo sotto pelle un sensore come un pacemaker, i dati verranno inviati all’istante a un medico o a un computer, che potrà controllare se abbiamo preso le pillole all’ora giusta, e se il caso di ricoverarci all’ospedale.