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 2024  febbraio 13 Martedì calendario

DOPO LE PAROLE DI IOVINO CHE HA DETTO DI AVER AVUTO UNA “FREQUENTAZIONE INTIMA” CON LEI, ILARY VA AL CONTRATTACCO CON NUOVE ACCUSE A TOTTI SULLA SUA PASSIONE PER IL GIOCO D’AZZARDO: DAL CONTO SEGRETO A SINGAPORE AI REDDITI NASCOSTI AL GIUDICE – LA BLASI (MEJO DELL’ISPETTORE DERRICK) DICE DI AVER SCOPERTO BONIFICI ALL’ESTERO PER 612MILA EURO - SECONDO I LEGALI DELLA EX BALLERINA IL PUPONE DILAPIDEREBBE NEI CASINO’ SEI VOLTE LA CIFRA DESTINATA AI FIGLI. E I PAGAMENTI ARRIVEREBBERO PURE IN RITARDO – NEL 2023, IN 20 GIORNI, TOTTI AVREBBE SPESO AL GIOCO PIU’ DI 500MILA EURO. 19 PAGAMENTI EFFETTUATI TRA AGOSTO 2020 E OTTOBRE 2022 PORTANO IL CONTO COMPLESSIVO A 3,3 MILIONI...

La guerra delle corna, come la chiama il sito Dagospia, tra Francesco Totti e Ilary Blasi procede a calci negli stinchi. Nei giorni scorsi il personal trainer Cristiano Iovino è uscito allo scoperto con un’intervista assai poco cavalleresca in cui, tra detto e non detto, ha rivelato di aver avuto rapporti intimi con l’ex moglie del campione.

È notizia di ieri che il giudice lo abbia ammesso come testimone. Ilary è pronta a rispondere con una lista delle presunte amanti dell’ex compagno in preparazione in queste ore. Affari loro, direte voi. In realtà nella causa civile avviata per stabilire l’entità dell’assegno di mantenimento che lui deve versare per i figli affidati alla madre scoprire chi abbia tradito per primo è questione essenziale per decidere di chi sia la colpa della separazione (non consensuale), un verdetto che avrà conseguenze dal punto di vista economico.

Nelle scorse settimane il Pupone aveva chiesto il dimezzamento della quota mensile (12.500 euro, oltre a 40 mila euro all’anno per le rette scolastiche), stabilita da una sentenza provvisoria del tribunale e versata alla conduttrice per i tre figli, Christian, Chanel e Isabel. Nel frattempo la Blasi ha realizzato un libro (Che stupida) e una docu-serie (Unica) sulla tribolata storia con Totti.Ma forse i punti migliori glieli stanno garantendo i legali con una difesa assai puntuta.

Come dimostra la memoria depositata presso il Tribunale civile di Roma dagli avvocati Alessandro Simeone e Pompilia Rossi con cui si chiede di stabilire l’esatta consistenza del patrimonio posseduto dall’ex calciatore per poter determinare in modo attendibile la consistenza dell’assegno da corrispondere per l’adeguato mantenimento degli eredi.

Nel documento il capitolo che più colpisce è quello che riguarda la passione per il gioco d’azzardo dell’ex capitano della Roma, un vizietto a cui un anno fa La Verità aveva dedicato alcune puntate. Molti liquidano la faccenda come semplice gossip, trattandosi di un personaggio dalle grandi disponibilità economiche per il quale, il tavolo verde, è un passatempo che non mette in discussione le finanze famigliari. La Blasi e i suoi legali sembrano di tutt’altro avviso.

«Con profonda amarezza, e molta preoccupazione, la signora Blasi ha appreso che il marito, il padre dei suoi figli, in media "brucia" al casinò, importi pari a 6,5 volte quello che destina», per effetto dell’ordinanza del Tribunale, «ai figli e ciò nonostante non vuole provvedere alle spese di guardiania (necessaria a proteggere i suoi figli) che avrebbero un costo annuo di neppure un quindicesimo circa delle sue puntate al casinò e, da ultimo neppure alla manutenzione straordinaria dell’impianto idrico della casa familiare» si legge nella memoria.

La prima dichiarazione di Totti, con allegati dati bancari, aveva indotto a ritenere che le sue si fossero, nel corso degli anni, ridotte, motivo per cui la Blasi aveva ridimensionato le proprie richieste. Ma, adesso, per i suoi legali, l’analisi degli estratti conto depositati successivamente su ordine del giudice «fornisce una diversa, e invero drammatica, chiave di lettura» di quell’«impoverimento»: «Risulta infatti che, nel periodo dal settembre 2020 al settembre 2023 l’ex azzurro ha sperperato al gioco, mediante svariati bonifici, la maggior parte dei quali a favore del Casinò di Montecarlo, l’impressionante somma complessiva di tre milioni trecentovettiquattromila euro» denunciano gli avvocati.

Che aggiungono: «Ha sperperato denari che avrebbe dovuto destinare alla famiglia (non fosse altro che come patrimonio futuro da destinare ai suoi figli) per un milione di euro all’anno al gioco; solo in 20 giorni nel 2023 ha giocato 551.000 euro». Cifra saldata con due bonifici da 256.000 e 295.000 euro a maggio e giugno. Ma i difensori elencano anche altri 19 pagamenti effettuati tra agosto 2020 e ottobre 2022 che portano il conto complessivo a 3.324.000 euro.

La difesa della Blasi rinfaccia all’ex campione del mondo anche di non aver indicato, nell’autocertificazione iniziale, tutte le «carte di credito e tutti i conti correnti a lui intestati o cointestati o sui quali possa comunque operare». Ci sarebbero mancanze pure nella documentazione depositata successivamente su ordine del giudice. Per i difensori ci troveremmo di fronte a un’«omissione gravissima» e, per questo, i legali chiedono al giudice di valutare «attentamente» il comportamento di Totti in vista di un’eventuale trasmissione degli atti in Procura per falsa attestazione «sotto forma di omissione».

Dopo il deposito di settembre, la Blasi avrebbe scoperto l’esistenza di un conto Unicredit. Su di esso «emergono denari in entrata (sottaciuti al presidente del Tribunale) per 1.382.619,10 euro di cui 854.000 imputabili a reddito lordo, nonché 740.860 spesi al gioco; dallo stesso conto corrente, mai indicato prima, si sono poi "volatilizzati" verso banche statunitensi (la Belco, ndr) e di Singapore, 612.285 euro in data 21 giugno 2023 (500 mila dollari negli Usa e 148 mila euro in Estremo Oriente, ndr)».

Dunque per Simeone e Rossi, l’ex numero 10 giallorosso avrebbe «omesso il deposito di un conto corrente acceso presso Unicredit, di un conto corrente statunitense e, presumibilmente di un altro conto corrente in Singapore» si legge nell’atto. Totti avrebbe dichiarato solo in parte pure i redditi percepiti a titolo di diritti di immagine (il 40 per cento dei suoi compensi da testimonial), destinati alla società Number Ten, interamente posseduta dall’ex giocatore. Quest’ultima, nel 2021 e nel 2022, avrebbe ricevuto 2.356.000 euro e ne avrebbe versati all’ex capitano della Roma 313.000.





(…)

Ma le contestazioni non riguardano solo i soldi. La memoria dà come accertati («dedotti» in gergo giuridico) due fatti: che il Pupone «non permette a Isabel, nonostante l’impegno preso» in aula «di frequentare le lezioni di pattinaggio nei giovedì di sua competenza» e che avrebbe «lasciato, in almeno due occasioni, Isabel (di soli 7 anni) da sola in casa (o in hotel) per recarsi ad alcuni appuntamenti mondani». Con riferimento «specifico all’esercizio della genitorialità», la Blasi ha evidenziato anche un episodio relativo al week end dell’Immacolata trascorso da Totti a New York con Isabel, la compagna Noemi Bocchi e «i di lei figli».

Nell’occasione, l’ex giallorosso non avrebbe «mai comunicato alla madre né gli orari precisi dei prelievi e riaccompagnamenti di Isabel […], né l’itinerario dei voli, né il nome dell’hotel di New York». Non basta: non avrebbe «portato con sé la figlia maggiore Chanel, senza neppure preoccuparsi della sua organizzazione per il fine settimana (la ragazza è andata poi in vacanza con la madre)». La difesa della Blasi, un po’ perfidamente, offre al giudice la possibile causa di questa decisione: «Chanel, lo si ricorda per inciso, aveva supportato la madre in occasione dell’uscita di “Unica”, mediante la pubblicazione del post “Orgogliosa della mamma che sei”». Totti è anche accusato di essere «cronicamente in ritardo nel pagamento dell’assegno».

Nella memoria è specificata la non opposizione della Blasi alle indagini di polizia tributaria richieste dalla controparte, che, però, «dovranno essere estese a tutte le società del signor Totti» (ne vengono indicate una decina, comprese due immobiliari). La showgirl si è detta, invece, contraria alle investigazioni su due società a lei riferibili che non produrrebbero utili e su l’allargamento dei controlli ai suoi genitori («un pensionato e una dipendente pubblica!»). Tali approfondimenti, infatti, sono considerati estranei all’oggetto del procedimento.

Infine, c’è una riflessione sul risalto mediatico dato alla vicenda. Gli avvocati ricordano rianche che «le sentenze si basano su fatti, provati o non contestati, e non su tentativi di ricostruire agiograficamente la storia presente e passata» e rispedisce al mittente le doglianze per la realizzazione di Unica («Le sentenze si basano su quanto provato in giudizio e non su altro»).

Ma soprattutto rammenta che ad avviare la presunta gogna mediatica non sarebbe stata Ilary: «Se il signor Totti, sin dai primi atti difensivi, avesse evitato di gettare fango sulla moglie, madre dei suoi figli, dipinta come "poco di buono" o dedita a inesistenti sottrazioni, ne avrebbe giovato l’intero clima familiare e, probabilmente, l’attenzione della stampa (alimentata non dalla signora Blasi che non aveva mai rilasciato alcuna dichiarazione sino a che non vi è stata obbligata a seguito di una campagna diffamatoria durata un anno e mezzo) sarebbe stata meno invasiva».