la Repubblica, 12 febbraio 2024
Moratti, la famiglia senza eredi
MILANO – Un altro pezzo dell’Italia industriale del Dopoguerra esce dall’Italia. Almeno dal punto di vista proprietario, visto che il gruppo acquirente della Saras della famiglia Moratti è olandese ed opera a livello internazionale. Decisione sofferta ma inevitabile, sembra di capire dalle parole del presidente Massimo Moratti: «Dopo 62 anni dalla sua fondazione avvenuta ad opera di mio padre, con i miei nipoti Angelo e Gabriele ed i miei figli Angelomario e Giovanni, ho ritenuto che la miglior garanzia per il futuro successo della raffineria di Sarroch fosse l’aggregazione con un primario operatore industriale del settore energetico globale, quale è Vitol, dotato di risorse relazionali, finanziarie e manageriali necessarie per competere nell’attuale contesto di mercato internazionale».Senza una linea di successione interna alla famiglia per la gestione dell’azienda, e con un business, quello della raffinazione sempre più stretto e dipendente dalle variabili geopolitiche mondiali che ne comprimono i margini, la soluzione più logica è risultata quella della cessione. Nella consapevolezza che in mano ai compratori olandesi gli stabilimenti di Cagliari potranno far fronte agli importanti investimenti del futuro, anche se le fonti energetiche fossili dovrebbero aver imboccato il sentiero del declino.Finisce così un sogno imprenditoriale italiano nato all’inizio degli anni ‘30 dal giovanissimo Angelo Moratti, 23 enne di Somma Lombardo che prima fonda la società di commercio di oli combustibili Petrocargom, caratterizzata da moderni sistemi di raffinazione e stoccaggio. E poi la SMT (Società Minerali del Trasimeno), acquisendo e riqualificando una miniera dilignite a Pietrafitta. Ma è nel primo dopoguerra che, dopo un viaggio in Texas, Angelo matura l’idea di una raffineria petrolifera: è il 1948 quando fonda la Rasiom ad Augusta, Siracusa, un polo industriale nato da un vecchio stabilimento texano, trasportato via nave in Sicilia.L’esperienza di Rasiom, rilevata da Esso nel 1961, darà ad Angelo Moratti l’idea di creare una grande e innovativa raffineria che vede la luce nel 1962 a Sarroch, a due passi da Cagliari. Grazie anche ai fondi della Cassa del Mezzogiorno e alla vicinanza con la Sir dei Rovelli, azienda chimica anch’essa dislocata in Sardegna che aveva bisogno di tanto carburante per funzionare. Moratti riesce a imporsi sul mercato per il suo prodotto di qualità e per la grande capacità di raffinazione. Con una produzione annuale di circa 15 milioni di tonnellate e il 20,4% della lavorazione complessiva nazionale, diventa la terza realtà italiana di settore.Mai entrato nel salotto buono della finanza, quello di Cuccia e degli Agnelli, nonostante molti corteggiamenti, il nome dei Moratti si è legato indissolubilmente allo sport e in particolare al calcio con le imprese dell’Inter. Angelo comprò la squadra nel 1955 e ne rimase presidente fino al 1968, inanellando insieme all’allenatore Helenio Herrera tre vittorie in campionato, 2 coppe dei campioni e 2 coppe intercontinentali. Un testimone importante che negli anni ‘90 è stato raccolto dal figlio Massimo che con un grande impegno di risorse finanziarie, oltre 700 milioni, e il supporto dello sponsor Pirelli dell’amico fraterno Marco Tronchetti Provera, è riuscito a riportare la squadra ai vertici d’Europa con la famosa conquista della Coppa dei Campioni del 2010 insieme a campionato e Coppa Italia. In questo lungo periodo l’azienda è stata gestita dal fratello Gian Marco, consigliere d’amministrazione dall’età di 27 anni e presidente dalla scomparsa del padre nel 1981. Il forte impegno nel sociale di Gian Marco è testimoniato dal sostegno alla Comunità di San Patrignano fin dalla sua nascita, e al suo fondatore Vincenzo Muccioli con donazioni totali per oltre 250 milioni. Petrolio, calcio, impegno nel sociale, e da metà degli anni ‘90 anche politica, da quando la seconda moglie di Gian Marco, Letizia Brichetto, prima diventa presidente della Rai con il primo governo Berlusconi, poi ministro dell’Istruzione nel secondo governo Berlusconi e quindi sindaco di Milano dal 2006 al 2011 quando viene sconfitta da Giuliano Pisapia.Una vena mai sopita tanto che ancor oggi Letizia sta lavorando dietro le quinte per prendere in mano Forza Italia e farne il partito degli imprenditori del nord. Una nuova missione ora che la decisione di vendere la Saras è stata presa da Massimo e dai figli. Ora tocca agli olandesi cercare un nuovo futuro per la raffinazione italiana.