il Giornale, 10 febbraio 2024
Il cattivo esempio del Re sul cancro
I ndubbiamente un cattivo esempio, per l’intera comunità scientifica, quello di Re Carlo, il quale, dopo aver rivelato al mondo intero di essere affetto da un cancro, suscitando un’ondata di emozione e inquietudine non solo tra i suoi sudditi, ha aggiunto che, per quanto riguarda le sue cure, si affiderà anche al suo medico personale, il 71enne dottor Michael Dixon, notoriamente accanito sostenitore dell’omeopatia, una pratica considerata dalla medicina tradizionale alla stregua di un placebo.
Il sovrano del Regno Unito ha sempre dichiarato di essere un convinto sostenitore e praticante di queste «cure» che cure non sono, non avendo esse mai ottenuto alcun effetto terapeutico riconosciuto scientificamente. Ma nel momento in cui una importante personalità come Re Carlo rivela di soffrire di una malattia oncologica e si ritira nella sua residenza di campagna nella contea di Norfolk assieme al suo amico medico omeopata per affrontare al meglio la sua patologia, la notizia suona come un sinistro sostegno della monarchia più famosa, e agli occhi di milioni di pazienti, come una sorta di marchio di garanzia di serietà e legittimità a una pratica da decenni mai riconosciuta e molto discussa.
Nel 2022, quando era ancora principe ed erede al trono, Carlo d’ Inghilterra rese noto di aver nominato come capo dello staff medico dei Windsor l’omeopata dottor Dixon, lo stesso che anni prima aveva dichiarato pubblicamente che «i baroni della clinica non dovrebbero dire a quelli fra noi che devono affrontare la sofferenza umana quotidiana quello che dobbiamo fare», e nell’immediatezza della nomina l’ufficio stampa di Buckingham Palace si sentì in dovere di aggiungere al comunicato del futuro sovrano che «il dotto Dixon non crede che l’omeopatia possa curare il cancro», una frase aggiunta forzatamente, forse suggerita dalla comunità scientifica britannica, proprio per non indurre la popolazione a creder in una «medicina complementare» che da secoli ha dimostrato di non garantire benefici.
Il nuovo medico della Casa Reale, esperto di omeopatia, di pratiche olistiche e allopatiche come l’aromaterapia, la riflessologia, ovvero di un approccio non farmacologico alle patologie, è famoso per aver incoraggiato da sempre le «terapie» complementari, sostenendo che le stesse abbiano un intrinseco valore curativo, e per aver addirittura convinto nel 2006 il principe del Galles a dichiarare, in occasione di un convegno dell’Oma a Ginevra, che era tempo che finalmente «la medicina si liberasse di un approccio mentale solo convenzionale», augurandosi che tali trattamenti alternativi potessero «affiancare le terapie tradizionali purché basati su prove di efficacia», cosa che mai è avvenuta da parte della comunità scientifica internazionale.
La nomina del dottor Dixon in una posizione così rilevante nella famiglia reale, di cui ora si prenderà cura, è avvenuta due mesi dopo la morte della Regina Elisabetta II, la quale non avrebbe di certo approvato la scelta antiscientifica, né avrebbe sostenuto la sostanza più famosa prodotta dall’omeopata, ovvero l’Epimedium, in inglese detta «erba della capra eccitata», un rimedio pubblicizzato dallo stesso per curare l’impotenza, o la «cura della luce bianca», un trattamento stravagante che consisteva nel passare le mani lentamente sul corpo nudo dei malati cronici per aiutarli a guarire, un metodo suggerito al sanitario da una guaritrice cristiana conosciuta nella sua clinica, come anche la «terapia del campo di pensiero» (Tft) per curare le fobìe e le malattie mentali, tutte pratiche subito bocciate sonoramente dalla American Psychological Association. L’intento del dottor Dixon è sempre stato quello, con la complicità di Re Carlo, di favorire il finanziamento dalla Sanità pubblica inglese (Nhs) della omeopatia
e delle sue costole, al punto che lo scorso anno, nella residenza di Clarence House, il re ha ospitato un gruppo di sostenitori della medicina alternativa, in un evento organizzato dallo stesso Dixon, con vari personaggi di dubbia fama, tra i quali Tony Pinkus, un medico radiato dall’Ordine del Regno Unito per aver offerto false cure olistiche contro la meningite dei bambini. Nel 2017 Re Carlo è stato nominato patrono della Facoltà di Omeopatia inglese, lo stesso anno in cui nel Regno Unito è stata pubblicamente vietata la prescrizione di rimedi omeopatici all’interno del servizio Sanitario Nazionale, cosa che non lo ha indotto nemmeno oggi, e nelle sue attuali condizioni, a mantenere un atteggiamento più neutrale in proposito, come richiederebbe il suo ruolo e soprattutto il suo stato di salute, piuttosto che prendere le difese da suggerimenti pericolosamente ingannevoli per chi soffre di gravi patologie.
Addirittura, intervenendo a un summit sulla resistenza agli antibiotici alla Royal Society a Londra, l’allora Principe Carlo rivelò con aristocratico orgoglio di aver scelto di curare con l’omeopatia tutti gli animali della sua azienda agricola di Highgrove, nella contea di Gloucestershire, per sostenere la medicina naturale, l’ecostenibilità e l’agricoltura biologica, forse ignorando, sottovalutando o dimenticando che la scoperta degli antibiotici ha fatto scomparire dalla terra centinaia di malattie endemiche letali, guarito e salvato milioni di persone e di animali destinati a perire per le più diffuse infezioni oggi facilmente curabili.
Il sovrano inglese, che ha avuto notizia della sua patologia oncologica durante il ricovero per eliminare tramite endoscopia la sua ipertrofia prostatica benigna, e che non è stato poi operato chirurgicamente per rimuovere il cancro scoperto durante gli esami di rito (il che fa supporre un probabile tumore del sangue) avrà di sicuro, si spera, già iniziato la terapia farmacologica appropriata, quella cioè riconosciuta ufficialmente dalla scienza e applicata da medici oncologi, che da molti anni ormai guarisce ed evita la morte a milioni di pazienti, e che è frutto di una faticosa, costosa e incessante opera di ricerca scientifica di eccellenza a livello internazionale, cosa di cui non gode la cosiddetta medicina alternativa, una pratica senza alcun valore curativo, ma con un effetto psicologico rasserenante ed illusorio sulle persone che temono i principi attivi dei medicinali come fossero veleno, ignorando che quelle stesse sostanze sono davvero velenose, ma per gli agenti patogeni che vengono regolarmente uccisi e le cellule maligne sterminate.
Il palazzo reale ha reso noto che non pubblicherà regolari aggiornamenti sulla salute del sovrano e sulle cure che riceverà, rispettando la privacy dell’illustre paziente, e noi medici ci auguriamo anche che non venga nemmeno divulgata la diagnosi istologica e di organo dell’origine del suo cancro, per non condizionare le migliaia di malati affetti dalla identica patologia, per non insinuare in loro il dubbio di ricorrere o aggiungere alle terapie oncologiche quelle alternative consigliate e seguite da una personalità influente come Re Carlo, una icona che potrebbe essere presa ad esempio, anche perché quei metodi alternativi omeopatici, olistici, inutili, e assolutamente non benefici, non avrebbero alcun effetto curativo, di speranza di miglioramento o di guarigione in chi si trova nella condizione fisica e mentale di estrema sofferenza. Perché sarebbe, appunto, solo un cattivo esempio.