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 2024  febbraio 10 Sabato calendario

L’aspirante Lamborghini

Un imprenditore del lusso, erede di uno dei brand più iconici del made in Italy, una figlia diventata ancora più nota come cantante e personaggio pop. E poi una altra donna, sostenuta dalla madre, che rivendica di essere anche lei la figlia del primo e quindi sorella della seconda. Una battaglia che travalica le aule giudiziarie ed esplode su giornali e tv, con stuoli di avvocati e investigatori privati. E adesso spunta pure una cannuccia misteriosa che potrebbe contenere delle tracce decisive.
Sembra davvero la trama di un intricato feuilleton, con tanto di colpo di scena arrivato alla fine dell’ultima puntata. Lunedì 29 gennaio, udienza davanti al Tribunale di Bologna, processo per diffamazione aggravata promosso da Tonino Lamborghini (figlio di Ferruccio, l’uomo che nel 1963 fondò la casa automobilistica e «sfidò» Enzo Ferrari). Sul banco degli imputati Flavia Borzone (insieme alla madre Rosalba Colosimo) che ha ripetuto su giornali e tv di essere la figlia naturale e non riconosciuta proprio di Tonino. E quindi, se fosse vero, anche «sorella» di Elettra Lamborghini.
La giudice respinge la richiesta della difesa delle donne di una perizia per stabilire se Lamborghini sia davvero il padre «in quanto non necessaria ai fini della decisione». Ma quando ormai l’udienza sta per concludersi, il collegio formato da Sergio Culiersi, Gian Maria Romanello e Carlo Zauli, avvocati romagnoli, tirano fuori il colpo di teatro: quel test l’avrebbero già in mano. Investigatori privati incaricati per l’indagine difensiva avrebbero recuperato una cannuccia lasciata da Elettra Lamborghini, non si ancora dove e quando, che è stata analizzata da un genetista dell’Università di Ferrara. «L’esito è inconfutabile: Elettra Lamborghini è sorella unilaterale di Flavia» spiegano.
Flavia Borzone è un’estetista napoletana, figlia di Rosalba Colosimo, cantante lirica e docente al Conservatorio di Napoli, e che porta il cognome di Amedeo Borzone, pittore, ex marito della madre, ma che il Tribunale di Napoli l’anno scorso, sulla base di un test biologico, ha disconosciuto come suo vero padre. Procedimento promosso da Flavia e dalla madre e nel quale Tonino Lamborghini si è costituito in giudizio e ha poi promosso appello.
A Bologna
La richiesta al giudice: ammettere agli atti
il confronto
tra i profili genetici
Non solo, già nel 2019 Lamborghini aveva presentato due denunce per diffamazione contro mamma e figlia. Il giudice civile gli ha dato ragione in primo grado, condannando le donne a risarcirlo con 60 mila euro. Il processo penale è invece quello in corso a Bologna, quello della cannuccia e del test che gli avvocati delle due donne promettono di presentare nella prossima udienza.
Una prova a cui si oppone decisamente Tonino Lamborghini in quanto «fondata su un campione carpito subdolamente a mia figlia legittima» ed «eseguita illecitamente». Anche se riconosce che con «la signora Colosimo», la madre di Flavia, ha avuto una «breve e occasionale relazione» e che poi «le nostre vite sono proseguite su binari separati per quasi 30 anni senza nessun contatto».
Il suo legale, l’avvocato Mauro Bernardini, osserva che, «anche se la cannuccia è stata abbandonata» e poi recuperata dagli investigatori privati, «incorpora pur sempre un dato sensibile e importante della persona, qual è appunto il Dna, dato che non si ha alcun diritto di acquisire senza l’espresso consenso della persona stessa». E confida che la giudice decida, seguendo il suo precedente orientamento, di non acquisire il nuovo test.
La madre della donna
È una cantante lirica che ha avuto una relazione con l’uomo, che ha confermato
Ribattono gli avvocati delle due donne che tutto è stato fatto in modo regolare. Anzi, «il dottore Lamborghini ammette di fatto la paternità, non contestando il risultato bensì la modalità di acquisizione». E aggiungono che, secondo loro, il giudice avrebbe già «disposto esplicitamente l’acquisizione della consulenza genetica».
Il feuilleton continua. Il 6 maggio la prossima puntata.