Corriere della Sera, 10 febbraio 2024
Tra color che son sospesi
Dai, non si può sospendere uno studente per dodici giorni solo perché ha criticato la sua scuola. Verrebbe da appellarsi al ministro competente, se non fosse che quello dell’Istruzione ha appena proclamato in Parlamento la propria incompetenza, appellandosi all’autonomia scolastica, espressione talmente vaga che sembra fatta apposta per fungere all’occorrenza da sapone neutro con cui lavarsi le mani. Damiano Cassanelli, questo il nome del reprobo, è il rappresentante d’istituto che in un’intervista alla «Gazzetta di Modena» si è lamentato del fatto che il suo liceo abbia abolito le gite all’estero, pur essendo un linguistico, e che l’ultimo giorno dello scorso anno scolastico siano stati perquisiti gli zaini degli studenti: mica siamo terroristi, ha detto. La preside non ha gradito i toni, e posso capirla, e ha sospeso Damiano: e qui non la capisco più. Un conto è punire chi compie atti di violenza contro le persone e le cose (in questo senso condivido la circolare ministeriale che obbliga i devastatori di aule a risarcire di tasca loro). Un’altra è intervenire sulla libertà di manifestazione del dissenso, sia pure espresso in forme urticanti.