Il Messaggero, 7 febbraio 2024
Italiani, popolo di avventurieri senza frontiere
IL FENOMENO
Un filo rosso lega Marco Polo, leggendario esploratore di cui ricorrono i settecento anni dalla morte, a Samantha Cristoforetti, prima italiana nello Spazio. Il desiderio di superare i propri limiti, di conoscere il proprio mondo. Ma se fino a pochi secoli fa viaggiare in luoghi remoti era appannaggio di pochi, oggi basta fare una ricerca online per prenotare un biglietto. In Viaggiatori straordinari (ed. Neri Pozza) Marco Valle rende omaggio a quei personaggi più eccentrici, più intraprendenti, curiosi, o soltanto folli che «osarono inoltrarsi, lungo sentieri perigliosi, in lande sconosciute sfidando pericoli e guai d’ogni sorta». Valle, triestino inquieto, è stato caporedattore di Qui Touring e ha diretto altre riviste di viaggi. Nel suo libro, ha preferito concentrarsi su quei viaggiatori, dapprima italici e poi italiani a tutti gli effetti, che dal Settecento in poi hanno percorso le zone più sconosciute dei cinque continenti.
EGITTOMANIA
Si parte da personaggi come Giovanni Battista Belzoni (1778-1823) che in piena égyptomanie lascia Padova per approdare al Cairo, con l’incarico di recuperare a Tebe e portare a Londra il colossale busto di Ramses II. Un’opera titanica, in un’epoca priva delle moderne tecnologie, che Belzoni supera brillantemente, risalendo il Nilo e poi l’Atlantico, fino al Tamigi e al British Museum. Nel 1817 il padovano realizza una serie fortunata di scoperte, di cui sei nella Valle dei Re: il sepolcro di Seti I viene chiamato, da allora, la Tomba Belzoni.
C’è poi un altro eroe poco noto, Giacomo Beltrami (1779-1855), il bergamasco con la passione per la poesia che scoprì le sorgenti del Mississippi, percorrendo a ritroso i quattromila chilometri del fiume maggiore d’America. Scopre anche un lago, a cui dà il nome del suo perduto amore italiano, Giulia. In suo onore è stata intitolata una contea dello Stato del Minnesota. Raccontò il suo viaggio in un libro molto celebrato, La découverte des sources. Ma quando lesse L’ultimo dei mohicani, il capolavoro di James Fenimore Cooper pubblicato nel 1826, accusò invano l’autore di plagio.
E che dire di Giovanni Miani (1810-1872), che passò la vita alla ricerca delle fonti del Nilo? O di Pietro Savorgnan di Brazzà (1852-1905), conte friulano nato per caso a Castel Gandolfo, che conquistò per la Francia un impero all’Equatore. «Senza armi – racconta Valle – senza violenza, nel rispetto degli africani e con gran dispetto degli affaristi di Parigi». La capitale del Congo ancora oggi porta il suo nome: Brazzaville.
LATITUDINE
Molto più noto è invece Luigi Amedeo di Savoia, principe reale e duca degli Abruzzi (1873-1933), che espugnò in Alaska il Monte Sant’Elia, tentò l’ascesa al K2, e raggiunse a bordo della Stella Polare la latitudine più avanzata verso il Polo Nord, prima di comandare la flotta alleata durante la Prima guerra mondiale. Altro personaggio straordinario è Umberto Nobile (1885-1978), personaggio atipico del suo tempo – anche per il vezzo di portare sempre con sé la cagnolina Titina – noto per l’impresa artica a bordo del dirigibile Norge nel 1926 e poi due anni dopo dell’Italia, conclusasi tragicamente. Per salvare i “prigionieri dell’Artico” si fece avanti anche il suo acerrimo rivale, Roald Amundsen.
Chi fece del K2 un’ossessione fu Ardito Desio (1897-2001), che fondò l’Istituto di Geologia e già nel 1952 si recò in India e in Pakistan per tentare la scalata. Impresa coronata da successo due anni dopo, con il raggiungimento della seconda vetta più alta del mondo. Giuseppe Tucci (1894-1984) è stato un altro esploratore di grandissimo spessore: organizzò tra il 1933 e il 1939 tre spedizioni sull’Himalaya, in vita era considerato il più grande tibetologo al mondo. Fondò assieme a Giovanni Gentile l’Istituto italiano per il Medio ed Estremo Oriente.
ORINOCO
Valle racconta anche personaggi come l’alpinista valtellinese, ma di origini siciliane, Alfonso Vinci (1915-1992), che nel 1946 lasciò l’Italia per inoltrarsi, come in Fitzcarraldo di Werner Herzog, tra le foreste amazzoniche dell’Orinoco e le vette andine. In epoca più recente, i luoghi inesplorati diventano sempre più rari e remoti. La presenza italiana nell’Antartide si consolida, con basi permanenti, così come quella dello Spazio, con le missioni della Stazione spaziale internazionale. Da Umberto Guidoni, nel 1996, a AstroSamantha, il passo è breve, e Samantha Cristoforetti nel 2014 e nel 2022 diventa la prima donna europea a comandare l’avamposto dell’umanità in orbita.