la Repubblica, 6 febbraio 2024
Così l’IA riporta in vita i papiri di Ercolano
Scrive dell’effetto della musica su chi ascolta, dei piaceri del gusto e della vista. Torna a parlarci dopo oltre duemila anni l’autore del testo di uno dei papiri di Ercolano, e lo fa grazie all’intelligenza artificiale. E grazie a tre giovani ricercatori che hanno vinto un premio da 700 mila dollari per essere riusciti a leggere ampi brani di un rotolo carbonizzato, conservato a Parigi, dove arrivò in dono a Napoleone Bonaparte per volontà del re Ferdinando IV di Borbone. Così mondo classico e modernità spinta si incontrano, per rivelarci domande e aspirazioni dell’uomo di ogni tempo.
Si chiama Vesuvius Challenge la competizione lanciata da Nat Friedman, uno dei protagonisti della Silicon Valley, ex Ceo di GitHub: Friedman ha promosso la sfida insieme a Daniel Gross e al professore Brent Seales dell’Università del Kentucky, l’inventore dello svolgimento virtuale. Friedman ha raccolto con 32 sponsor oltre un milione di dollari, a cominciare dai 450 mila messi a disposizione da Alex Gerko, fondatore di Xtx Markets. La challenge è stata lanciata a marzo del 2023 e ha visto una stretta collaborazione con l’EduceLab dell’Università del Kentucky. Aveva un obiettivo preciso: riuscire a leggere i papiri carbonizzati e ancora chiusi, senza aprirli (e, quindi, senza correre il rischio di distruggerli), tra quelli ritrovati tra 1752 e 1754 durante lo scavo della villa di Ercolano.
Alcuni rotoli sono stati aperti con varie tecniche e letti in passato, anche se la loro condizione è spesso di estrema frammentarietà. Il metodo più adoperato per lo svolgimento meccanico fu ideato da padre Piaggio che nel 1754 inventò la macchina che da lui prese il nome: srotolò numerosi esemplari, consentendo così di leggere e di individuare opere del filosofo epicureo Filodemo di Gadara, ma anche del fondatore della Scuola del Giardino, Epicuro, e di altri filosofi ellenistici. Ma quella tecnica venne poi abbandonata.
Fino alla scoperta resa nota in queste ore: l’argomento generale del testo rivelato, che ha restituito le ultime 15 colonne del rotolo, è il piacere, il quale, propriamente inteso, è il bene per eccellenza all’interno della filosofia epicurea. In due frammenti, tratti da due colonne consecutive del rotolo, l’autore si chiede se e come la disponibilità di beni, come il cibo, possa influenzare il piacere che essi generano. Le cose disponibili in quantità esigue danno più piacere rispetto a quelle disponibili in abbondanza? Il nostro autore pensa di no: «Come anche nel caso del cibo, non crediamo che i beni meno disponibili siano in assoluto più piacevoli di quelli abbondanti».
Nella sezione conclusiva del testo il nostro autore (potrebbe trattarsi di Filodemo di Gadara) si scaglia contro i suoi avversari, i quali«non hanno nulla da dire sul piacere, né in generale né in particolare, quando si tratta di una questione di definizione».
Questo è quanto al momento è stato reso noto dall’équipe di papirologi, che ha effettuato una trascrizione preliminare di tutte le 15 colonne di testo per un totale di oltre 2.000 caratteri greci.
Tre giovani tra i 22 e i 27 anni sono riusciti a scovare molto di più. Ecosì il Vesuvius Challenge Grand Prize da 700 mila dollari è stato assegnato al team composto dall’egiziano Youssef Nader, dallo statunitense Luke Farritor e dallo svizzero Julian Schilliger.
Il papiro svolto virtualmente si trova presso l’Institut de France a Parigi, ma sono stati scansionati anche due piccoli rotoli della Biblioteca Nazionale di Napoli. L’attività è stata supportata da un team papirologico costituito dagli italiani Gianluca Del Mastro (Università della Campania “Luigi Vanvitelli”) e Federica Nicolardi (Università di Napoli Federico II) e da Daniel Delattre (Cnrs), Robert L. Fowler (The Herculaneum Society), Richard Janko (University of Michigan) e Tobias Reinhardt (University of Oxford).
Ma cosa sono i papiri di Ercolano e perché sono così importanti? Furono carbonizzati a seguito dell’eruzione. Federica Nicolardi è una delle più attente studiose. «Oltre ai numerosissimi rotoli aperti, esito delle diverse tecniche di apertura, si conservano ancora almeno 600 tra rotoli e frammenti di rotoli chiusi a Napoli – spiega – per i quali ora si apre una possibilità straordinaria». Con il metodo messo a punto dalla Vesuvius Challenge ora sarà possibile provare a leggere, con ottime possibilità di riuscita, tutti i rotoli carbonizzati ancora chiusi conservati per la maggior parte presso la Biblioteca Nazionale di Napoli “Vittorio Emanuele III”. Una svolta che potrebbe ampliare di molto la conoscenza della filosofia e della cultura classica, facendo riemergere da un oblio durato duemila anni testi altrimenti perduti, e non giunti a noi attraverso la tradizione medievale. Un link diretto tra l’età romana e le stupefacenti possibilità offerte dall’intelligenza artificiale.
Come funziona lo srotolamento? Si parte dalla creazione di una scansione 3D del papiro mediante tomografia a raggi X. Poi si passa alla segmentazione: qui si punta a tracciare gli strati accartocciati del papiro arrotolato nella scansione 3D per poi srotolarli o appiattirli. Infine si procede al rilevamento dell’inchiostro, utilizzando un modello di apprendimento automatico.
I rotoli carbonizzati sono stati scansionati con un acceleratore di particelle, che produce un fascio parallelo di raggi X ad alto flusso, consentendo immagini veloci, precise e ad alta risoluzione. Le foto a raggi X vengono trasformate in un volume 3D divoxel (ciascuno dei volumi elementari identici in cui viene scomposta l’immagine tridimensionale) utilizzando algoritmi di ricostruzione tomografica, risultando in una pila di immagini a strati. Nel 2024 l’obiettivo di Nat Friedman, Brent Seales e Gross è passare dal 5 per cento all’85 per cento di lettura del rotolo e gettare le basi per leggere tutti i papiri ancora chiusi della collezione. Come ha detto Nat Friedman: «C’è dell’oro in questo fango...».