il Fatto Quotidiano, 5 febbraio 2024
L’ecologia è poesia, Montale. L’attualità ispirava il poeta
A oltre quarant’anni dalla morte, Eugenio Montale (Genova, 12 ottobre 1896 – Milano, 12 settembre 1981) continua a riservare belle sorprese. Tra le carte del Centro Manoscritti dell’Università di Pavia è stato infatti trovato il testo originale dattiloscritto di una poesia inedita del premio Nobel. Propone un Montale ecologista, e legato ai temi dell’attualità di quel tempo, l’8 marzo 1975, in cui i versi vennero composti. La lirica è pubblicata adesso nel terzo numero dei Quaderni montaliani (editi da Interlinea, pp. 168, euro 25).
La poesia, intitolata ora I grattacieli, aggiunge ulteriore linfa al giacimento letterario dell’autore di Ossi di seppia. Nel presentarla, Ida Duretto, professoressa associata di Letteratura italiana all’Università di Kyoto e studiosa montaliana, ricorda che “la fondazione del Centro Manoscritti dell’Università di Pavia è legata, come è noto, al prezioso dono di alcuni taccuini di Eugenio Montale a Maria Corti nel 1969”. Da “questo tesoro filologico sono emersi numerosi inediti: basti citare i 56 testi della Casa di Olgiate, pubblicati nel 2006 da Renzo Cremante e Gianfranca Lavezzi”.
La lirica I grattacieli, scritta “sul retro di un foglio che conserva le prime tre lasse di Verso Bisanzio – traduzione di Sailing to Byzantium di W.B. Yeats”, fu composta chiaramente contro l’eco-mostro dell’Hotel Fuenti, sulla Riviera amalfitana, fra Vietri e Amalfi, di cui Antonio Cederna, sul Corriere della sera, aveva descritto la sua “ripugnante, cimiteriale veste architettonica”. A ispirare Montale fu senza dubbio Elena Croce, figlia di don Benedetto, “attiva ambientalista e fondatrice, nel 1955, dell’associazione Italia Nostra: una figura che entra per la prima volta nella poesia di Montale, sebbene sia citata, sempre in riferimento ad altri temi, nelle Prose”.
Recitano dunque i versi montaliani: “Elena vorrebbe che mi opponessi/ con tutte le mie forze all’imminente/ scomparsa della splendida costiera/ da Amalfi a Vietri dove già sorge un grattacielo/ e altri ne seguiranno”. Prosegue: “Sorgono grattacieli/ tra Amalfi e Vietri, un reputato/ Eden e la cara Elena/ vorrebbe io sorgessi/ dalla cintola insù come un Demostene/ per ordinarne la demolizione”. La conclusione è quasi un’invettiva di sapore dantesco: “Anche negli Aliscampi che congiungono/ Amalfi a Vietri incombono e anzi/ Tra Amalfi e Vietri/ I grattacieli/ Pare che prima o poi/ anzi prima che poi/ sugli Aliscampi che splendono/ tra Amalfi e Vietri si vedranno enormi/ grattacieli e già sorge dalla cintola insù/ l’intellighenzia, con suoi alti piati./ Ma saranno sprecati; grattare il cielo/ è ciò che resta a chi non creda più/ che un cielo esista”.
La poesia ritrovata a Pavia, osserva la Duretto, “è preziosa, non soltanto in quanto inedita, ma anche per il tema che è unico all’interno della produzione montaliana, con l’affacciarsi di un nuovo paesaggio marino, che non è quello ligure – oggetto privilegiato della lirica di Montale”.
Nell’Archivio di Elena Croce, presso la Fondazione Biblioteca Benedetto Croce, è conservata una lettera di Montale, del 27 gennaio 1975, “nella quale il poeta fa riferimento a una prossima visita da parte della scrittrice, che vorrebbe coinvolgerlo in un progetto di cui ancora non conosce i termini precisi – ipotizza che si tratti di firmare una proposta di legge e di ‘cosa che riguarda i ‘beni culturali’ (!!)’ – ma per cui è pronto a dichiarare la propria disponibilità”. Montale “si era già schierato a più riprese contro l’Hotel Fuenti, “tra i difensori della Riviera amalfitana”, insieme ad altri influenti intellettuali, come Italo Calvino, Natalia Ginzburg, Indro Montanelli, Mario Soldati, Franco Zeffirelli; proprio nel gennaio 1975 nasceva, istituito da Giovanni Spadolini, il ministero dei Beni culturali e ambientali e sembra ragionevole ipotizzare che a questo cruciale avvenimento dovesse collegarsi il progetto crociano, di cui, tuttavia, non si hanno ulteriori notizie”.
Come un’altra poesia, L’eroismo, afferma sempre Ida Duretto, I grattacieli poteva forse “costituire una serie”. Versi accomunati “dal tema dell’impossibilità di prendere parte attiva a lotte politiche o civili, motivo richiamato dall’incipit ‘That is no country for old men’ di Sailing to Byzantium. Il componimento ‘ecologista’, che allora sembrò forse troppo legato all’attualità per essere pubblicato, merita oggi di essere conosciuto e restituito legittimamente alla produzione montaliana, che acquisisce così nuove nuances, testimonianza di un impegno che, pur restando lontano dal campo di battaglia, tentava al contempo altre strade”.