Corriere della Sera, 4 febbraio 2024
La sorella di Gattuso ha paura
Ida era terrorizzata. Gli incendi delle auto, il pizzo da versare, le minacce del boss. «Mio padre non ha ancora pagato, Antonè – dice all’amica fidata —. Ha fatto il compleanno hollywoodiano, ha comprato la macchina ma non ha aggiustato le cose».
Ida Gattuso ce l’ha con suo padre Francesco che si è messo in una storiaccia ed è preoccupatissima per quel che può ancora succedere, dopo aver visto andare a fuoco due auto in tre mesi. Il boss è Aldo Abbruzzese, fedina penale nerissima: l’arresto disposto l’altro giorno dal giudice di Catanzaro per un’estorsione ai danni dei Gattuso, insieme con il marocchino Mustaphà Hamil, è solo l’ultimo di una serie di provvedimenti restrittivi accompagnati da una sfilza di reati, mafia su tutti.
Qui si tratta di un pizzo di appena tremila euro, chiesto un anno e mezzo fa da Abbruzzese a papà Gattuso che voleva realizzare un impianto fotovoltaico a Corigliano Rossano, territorio controllato dal fumantino pregiudicato che insiste minaccioso per avere il denaro. E saldato da chi non ti aspetti: Rino Gattuso, l’ex campione di calcio oggi allenatore dell’Olympique Marsiglia, che per evitare guai ai familiari ha mandato il suo amico factotum, Salvatore detto il Tedesco, pescivendolo di Gallarate, a portare il dovuto al boss. «Questi fanno la galera, vivono solo per quello, per onore e rispetto, se tu non glieli dai sei morto pure per cento euro... il Tedesco l’ha detto a mia zia», si preoccupa Ida, intercettata al telefono. Strano rapporto il suo con il padre: «Gli ho chiesto se la storia del mancato pagamento fosse vera e si è innervosito e ha negato – prosegue in un’altra conversazione con Antonietta – Gli ho detto di aver messo a repentaglio la mia vita... Io non ce la faccio più. Non vivo più né io né i miei figli. Ho detto a Franco (Franco Nigro, il suo ex e padre dei suoi figli, ndr) di dire ad Abbruzzese di venirli a chiedere a me», dice esasperata. Nel tentativo di mettere a tacere qualsiasi voce il padre aveva sconfessato la figlia davanti agli investigatori: «Non ho ricevuto alcuna a minaccia, da nessuno». E ha fatto arrabbiare pure l’ex genero e cognato di Rino: «Non ha ancora provveduto al pagamento, è un irresponsabile».
Insomma, bisogna pagarlo quel pizzo e tutti spingono. Ida è spaventata fin dal primo incendio di ottobre. «Temeva per la propria incolumità e per quella dei figli, l’espisodio l’aveva gettata nel panico», scrivono i magistrati. Lo mette nero su bianco lei stessa: «Sono agitata, da 10 giorni non dormo». Nella denuncia Ia sorella dell’allenatore ricostruisce così la vicenda: «Abbruzzese aveva chiesto dei soldi e mio padre non glieli aveva ancora dati. Una richiesta dovuta al fatto che in paese la mia famiglia è conosciuta per mio fratello Rino. Mio papà infatti non lavora...». Il suo ex, Nigro, che conosce Abbruzzese, sostiene invece che il movente era un altro: «La realizzazione da parte dei Gattuso di un impianto fotovoltaico a Corigliano». Impianto per il quale il padre sarebbe riuscito proprio con lui a ottenere un finanziamento di 80 mila euro. I pm non hanno dubbi: «Strategia mafiosa, controllo del territorio, cannibalizzazione delle risorse economiche e intimidazione delle vittime». Dopo il secondo incendio (15 dicembre), mentre le fiamme avvolgevano l’auto, Ida si era calata dal balcone del primo piano. Sono seguite settimane di grande paura. Anche dopo il pagamento e la rassicurazione di Salvatore («dice che è tutto a posto e posso dormire su sette cuscini») ha chiamato agitata l’amica: «Scusami sai ma sono molto confusa». Abbruzzese era diventato per lei un incubo. Perché l’uomo è risoluto e la ragione la spiega lui stesso al suo socio in affari: «Tremila euro mi deve dare da più di un anno.... Tremila sai cosa sono per loro? Una sigaretta». Nell’incertezza Rino Gattuso ha pensato di chiudere la partita con generosità. Non 3 mila ma 5 mila euro avrebbe pagato: «Gli hanno lasciato pure il regalo, dicono», sospira Ida.