Corriere della Sera, 4 febbraio 2024
Tutte le donne di Vittorio Emanuele
Lei avrebbe compiuto 89 anni, lui 87. Lo stesso giorno, il 12 febbraio. Una coppia e un legame fortissimo quella di Vittorio Emanuele e Marina Ricolfi Doria. Fuori dagli schemi del Gotha, dalle parentele tra consanguinei che diventano spesso amori e matrimoni reali, consacrato prima nel glamour di un’epoca a Las Vegas e poi a Teheran nella stagione d’oro dello Scia di Persia. Quattro volte campionessa di sci d’acqua, Vittorio Emanuele aveva conosciuto la bella ragazza bionda a una gara sul lago lemano, proprio là a Ginevra dove avrebbero vissuto. Poi si erano rivisti in Costa Azzurra a Cap d’Antibes.
«Marina è stata e continua ad essere un’appassionata sostenitrice della nostra causa. Ha tenuto le fila dei nostri legami con il Paese meglio di chiunque altro», ci aveva detto della moglie Vittorio Emanuele, nella casa di Vesenaz, arredata in stile anni ‘70, moquette e grandi spazi, proprio da Marina.
Lei che prima che un amore vero per Vittorio Emanuele era una roccia, un baricentro, al quale Vittorio Emanuele si è appoggiato. «Parliamone con Marina, sentiamo il parere di Marina», quante volte l’abbiamo sentito ripetere da Vittorio Emanuele che aveva verso la moglie un affetto, una fiducia sconfinata», dicono al Corriere Gabriella e Carlo Alfonso Buffa di Perrero, fedeli da sempre a Casa Savoia, legatissimi a Vittorio Emanuele. «Marina di Savoia è stata la sua fortuna: carattere d’acciaio, sempre pronta in ogni situazione con un consiglio di saggezza. Ha saputo essere durissima in tante circostanze della vita, ma capace di grande dolcezza e generosità. Purtroppo anche lei ora segnata da guai di salute: a quasi 90 anni non aveva voluto lasciarlo un attimo, per giorni ha fatto la spola di 5 ore d’auto per andarlo a trovare in ospedale dallo chalet di Gstaad». Le sorelle sono state presenze importanti. Con grandi liti anche. «E dire che Vittorio e Maria Gabriella da piccoli erano scambiati per gemelli», ci ha detto Maria Pia, la sorella maggiore che li chiamava «i ginevrini». Maria Gabriella, Maria Pia, Maria Beatrice detta «Titti» e mamma Maria Josè. Fino all’ultima donna di casa, la nipote Vittoria. Per lei nel 2020 abolì la legge Salica. Aprendole la guida del Casato