Corriere della Sera, 4 febbraio 2024
In morte di Vittorio Emanuele. Sarà sepolto a Superga
«Sono stato a Superga, sulla bellissima collina di Torino, per una celebrazione di Casa Savoia, è un luogo meraviglioso e si porta appresso la storia del casato. E così come il Pantheon è il luogo deputato ad accogliere le spoglie degli ex re, a Torino riposano i Savoia che non hanno regnato. Dunque anch’io sono destinato lì». Lo aveva confidato al Corriere, lui stesso quando gli avevamo parlato l’indomani della sepoltura a Vicoforte del nonno re, Vittorio Emanuele III. E il figlio Emanuele Filiberto è deciso ad esaudire il suo desiderio: portarlo sabato 10 febbraio, alle 15, a Superga. In fondo, come dimenticare che Torino è stata capitale d’Italia. Ed è a Superga che il figlio Emanuele Filiberto è tornato solo pochi mesi fa per portare una corona di fiori davanti al memoriale per la sciagura del Grande Torino: ha una passione juventina dai tempi di Quelli che il calcio, ma l’erede Savoia ora a capo del casato ha sempre avuto simpatia pure per il Toro. Durante quella visita aveva colto l’occasione per sondare se ci fosse posto per future sepolture. Sabato sera tra i Savoia si stavano ponderando anche altre basiliche per il rito, in considerazione della folla attesa a Torino. Gli Asburgo, i Borbone, gli Orléans e il seguito di Casa Savoia in Italia. Con l’intera famiglia Savoia.
«Era un uomo affettuoso che amava la sua famiglia, noi nipoti», dice al Corriere dal Messico dove ha appreso la notizia, il nipote Michel di Jugoslavia. La camera ardente, alla Venaria Reale, con la benedizione dell’arcivescovo di Torino, Roberto Repole.
L’ultimo mese del principe, costretto da anni alla sedia a rotelle, due protesi al femore, è stato un calvario di salute: già a Natale non stava bene, febbre alta che non se ne andava. Fino alla decisione del ricovero che non aveva preso bene, avrebbe preferito restare con Marina al suo fianco, nello chalet di Gstaad. Ma la febbre che continuava a preoccupare ha richiesto il ricovero. Con la moglie Marina costretta a fare la spola da Gstaad a Ginevra. Trattato con antibiotici per contrastare l’infezione che non gli dava tregua, negli ultimi due giorni un’apparente ripresa del fisico di un uomo che si preparava a spegnere 87 candeline, aveva fatto sperare. Tanto che il principe aveva chiesto che si attrezzasse un ufficio provvisorio nella stanza di ospedale. Ora l’ultimo viaggio a Superga, dove riposano le spoglie del cugino al quale si contrappose per una vita intera, Amedeo di Savoia Aosta. Tra il ramo cadetto degli Aosta e quello dei Savoia Carignano di Vittorio Emanuele è stata una lunga faida. I due cugini si ritroverebbero riappacificati in morte. Quando tornarono in Italia le salme della regina Elena e di Vittorio Emanuele III, ci disse: «Questa sepoltura a Vicoforte tradisce la volontà dell’ultimo re d’Italia, Umberto II, mio padre». E quando gli domandammo dei rimpianti per la corona mai posatasi sul capo rispose: «No, rimpiango solo di non essere cresciuto in Italia».