Corriere della Sera, 4 febbraio 2024
La marcia degli agricoltori italiani
ROMA Un susseguirsi di proteste e cortei. La giornata di ieri è scandita dalle file di trattori in prossimità dei caselli autostradali e lungo le strade: è il lamento degli agricoltori italiani che, con rabbia crescente, chiedono al governo un segnale. In Sicilia dall’area di servizio di Termini Imerese (Palermo) un corteo di trattori e camion si muove per percorrere la statale 113, fino a Cefalù. In continente, oltre lo stretto di Messina, la mobilitazione si svolge nella piana di Rosarno, in provincia di Reggio Calabria. Allevatori e agricoltori si trovano insieme per mettere nel mirino il caro gasolio e la reintroduzione dell’Irpef sui terreni agricoli, un ulteriore motivo di forte scontento è dovuto agli obblighi della Politica agricola comune (Pac), che impone di tenere a riposo il 4% dei terreni come condizione per accedere ai contributi comunitari. Sulla riforma della Pac a ricordarne i limiti è il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, che ribadisce: «Le imprese agricole sono chiamate ad aumentare gli impegni in materia di sostenibilità ambientale, ma a fronte di minori risorse finanziarie».
A mettere in fibrillazione gli addetti dell’agricoltura italiana è, inoltre, la visibile sproporzione tra i prezzi accordati ai produttori e il prezzo dei prodotti al dettaglio: un litro di latte, per esempio, all’origine costa meno di 50 centesimi e nel carrello della spesa arriva con un prezzo fino a 6 volte superiore. Un’analisi della Coldiretti evidenzia che, mentre le famiglie fronteggiano i rincari del cibo, i contadini si vedono riconoscere per i prodotti agricoli il 10,4% in meno rispetto allo scorso anno. Un cortocircuito dove lo spettro della direttiva sul Green Deal prefigura costi e investimenti accessori, destinati a ricadere sulle spalle degli agricoltori. In questo scenario la protesta ha gioco facile. «Noi dobbiamo fare quello per cui siamo arrivati qui» dice Antonio Monfeli, portavoce degli agricoltori giunti a Orte (Viterbo), rivolgendosi alle forze dell’ordine presenti. Di fronte al casello dell’autostrada sono arrivati oltre 120 mezzi agricoli che hanno mandato in tilt il traffico all’ingresso della A1, con tanto di momenti di forte tensione tra poliziotti e manifestanti.
Pochi chilometri più a sud, alle porte di Roma, i trattori si sono messi in moto sulle strade del comune di Formello. La Capitale, del resto, è la destinazione obiettivo della protesta. A dirlo è Danilo Calvani, leader degli agricoltori, appena uscito dall’incontro di ieri in questura a Roma, per ottenere il via libera a manifestare in città. «Siamo appena usciti dalla questura, la manifestazione si farà. Ci sono altri sopralluoghi da fare, ma si farà. Comunicheremo – annuncia Calvani – la data lunedì (domani, ndr) sera dopo le 5. In Italia non faremo come a Bruxelles, non l’abbiamo mai fatto. Questo ci ha permesso di arrivare a Roma».
L’annuncio
Calvani, leader degli agricoltori: presto nelle piazze romane, domani diremo la data
Nel frattempo, la giornata di ieri registra la mobilitazione di agricoltori anche a Casal di Principe (Caserta), a Benevento dove duecento trattori si sono messi in marcia verso la Valle Telesina, area della viticoltura sannita, a Bettolle, in provincia di Siena, dove da giorni un corteo di mezzi agricoli manifesta per annunciare che domani si metteranno in viaggio verso Roma. Altre decine di trattori sono attesi nelle prossime ore all’esterno del casello autostradale di Pesaro dell’A14. Dal governo il segnale di misure concrete a favore del settore non è finora arrivato: la mossa più probabile, e attesa, è che l’esecutivo proroghi la sospensione dell’Irpef, sebbene con criteri di modularità. La premier Giorgia Meloni però rivendica di avere fatto passare da 5 miliardi di euro a 8 miliardi i fondi del Pnrr destinati al comparto agricolo.